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San Giorgio di Militene Vescovo

7 aprile

Asia, 776 circa - 7 aprile 820/821

Nato in Asia Minore attorno al 776 da famiglia ricca e devota, Giorgio, a soli diciassette anni, abbracciò la vita monastica distribuendo i suoi beni ai poveri. Dopo un biennio in convento, si ritirò a Lesbo per sei anni di austera vita anacoretica, fino a quando, nel 804, il clero di Mitilene lo elesse vescovo all'unanimità, a soli ventisette anni. Per nove anni guidò la Chiesa locale con dedizione e rigore, senza mai rinunciare alla sua vocazione ascetica e caritatevole. Nel 813, le vessazioni del governatore lo spinsero a Costantinopoli per difendere i diritti della sua diocesi. Qui, trattenuto dal patriarca Niceforo, assistette all'ascesa al trono di Leone V l'Armeno e alla conseguente recrudescenza della persecuzione iconoclasta. Giorgio, schieratosi a difesa del culto delle sacre immagini, subì la fustigazione e l'esilio in un'isola. Privato della sua comunità, tornò alla vita anacoretica, ma le dure pratiche ascetiche e una lunga malattia lo condussero alla morte il 7 aprile 820 o 821.

Martirologio Romano: A Mitilene sull’isola di Lesbo, san Giorgio, vescovo, che patì molto sotto l’imperatore Leone l’Armeno per il culto delle sacre immagini.


Giorgio nacque in Asia verso il 776 da una famiglia ricca e religiosa. All’età di diciassette anni distribuì tutti i suoi beni ai poveri ed entrò in un monastero per dedicare tutta la sua vita a Dio. Due anni dopo fuggì a Mitilene, sull’isole di Lesbo nel Mar Egeo, ove per sei anni si diede all’austera vita anacoretica, sino a quando nell’804 il clero di Mitilene all’unanimità non lo elesse vescovo all’età di soli ventisette anni. Per nove anni fu pastore di questa Chiesa locale, sempre perseverando nella sua vita di penitenza e di carità.
Verso l’813 le vessazioni del governatore lo costrinsero a recarsi a Costantinopoli, capitale imperiale, per difendere i diritti della Chiesa di Mitilene. Trattenuto dal patriarca Niceforo, assistette all’ascesa al trono di Leone V l’Armeno, sotto il cui regno si scatenò nuovamente la persecuzione iconoclasta. Giorgio insieme al patriarca si schierò in difesa del culto delle sacre immagini, ma ciò gli valse la fustigazione e l’esilio in un’isola nell’815. Non potendo più occuparsi della cura pastorale dei suoi fedeli, tornò alla via di anacoreta, ma rimase indebolito dalle pratiche ascetiche e dopo sei anni a seguito di una lunga malattia morì il 7 aprile 820 o 821.
Le sue spoglie furono sepolte provvisoriamente e solo con il ritorno alla pace in ambito religioso poterono essere traslate a Mitilene, al tempo del patriarca San Metodio. Sulla sua tomba si verificarono parecchi miracoli, come attesta la sua Vita. Talune fonti hanno dato adito all’ipotesi che siani esistiti due santi omonimi, entrambi vescovi della stessa città, in primis secondo i sinassari bizantini che oltre alla festa del 7 aprile ne prevedono un’altra al 16 maggio. In mancanza di fonti più certe si ritiene però che solamente uno sia stato il il vescovo di Mitilene di nome Giorgio ad essere venerato come santo, cioè quello oggetto della presente scheda agiografica.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2007-04-05

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