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Beata Isabella (Josefina Calduch Rovira) Vergine e martire

14 aprile

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Alcalá de Chivert, Spagna, 9 maggio 1882 - 13 aprile 1937

Nacque ad Alcalá de Chivert nel 1882, in una famiglia profondamente cristiana. Sin da bambina si distinse per la sua carità verso i bisognosi e per la sua devozione religiosa. Dopo aver rinunciato a un matrimonio per seguire la sua vocazione, entrò nel monastero delle Cappuccine di Castellón de la Plana nel 1900. Qui si distinse per la sua esemplare osservanza delle Regole e delle Costituzioni, per la sua mortificazione e per la sua intensa vita interiore. Fu eletta Maestra delle novizie, ruolo che svolse con zelo e dedizione. Allo scoppio della rivoluzione spagnola, nel 1936, si rifugiò ad Alcalá de Chivert, dove fu arrestata insieme al fratello sacerdote, Mosén Manuel. Dopo essere stati ingiuriati e maltrattati, entrambi furono barbaramente uccisi. Beatificata nel 2001.

Martirologio Romano: Nel villaggio di Cuevas de Vinromà presso Castellón de la Plana in Spagna, beata Isabella Calduch Rovira, vergine dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine e martire, che, in tempo di persecuzione contro la fede, morì per Cristo Sposo.


Nacque ad Alcalá de Chivert, diocesi di Tortosa e provincia di Castellón de la Plana, il 9 maggio 1882. Suoi genitori furono D. Francisco Calduch Roures e Donna Amparo Rovira Martí. Da loro nacquero cinque figli, l’ultima dei quali fu Isabel. I suoi vicini dicono di lei: “Durante la sua infanzia visse in un ambiente molto cristiano. Esercitò in quel tempo la carità verso i bisognosi. Essa stessa con un’amica andava a portare a mangiare ad un’anziana, che aiutava anche per la pulizia personale e la pulizia della casa”. Durante la giovinezza ebbe relazione con un giovane del luogo, molto cristiano; relazione che essa poi interruppe per abbracciare uno stato di vita più perfetto, sempre con il consenso dei suoi genitori. Entrò nel monastero delle Cappuccine di Castellón de la Plana vestendo l’abito nel 1900. Dice suo fratello José: “Solo la vocazione fu il motivo che indusse la sorella a entrare in religione”. Emise la professione temporanea il 28 aprile 1901 e quella perpetua il 30 maggio 1904. Dicono le religiose: “Era di temperamento pacifico e amabile, sempre gioiosa. Era una religiosa esemplare. Sempre contenta. Molto osservante delle Regole e delle Costituzioni. Molto modesta negli occhi, prudente nel parlare e molto mortificata. Molto mortificata nei pasti; sempre molto stimata dalla comunità. Era un’anima d’intensa vita interiore, molto devota del Santissimo, della Vergine e di san Giovanni Battista”. Nel monastero disimpegnò l’incarico di Maestra delle novizie, “facendolo con molto zelo affinché fossero religiose osservanti; non facendo distinzioni fra le novizie”, dice di lei Suor Micaela. Fu rieletta per un altro triennio, che non arrivò a completare per il sopravvenire della rivoluzione. Allo scoppio della rivoluzione Suor Isabel andò ad Alcalá de Chivert (Castellón), dove aveva un fratello sacerdote, Mosén Manuel, che poi sarà ucciso. Durante la permanenza nel suo paese si dedicò al ritiro e alla preghiera. Lì sarebbe arrestata il 13 aprile 1937 da un gruppo di miliziani, insieme a P. Manuel Geli, francescano. Condotti tutt’e due al Comitato locale di Alcalá de Chivert, furono ingiuriati e maltrattati. Fu uccisa nel distretto di Cuevas de Vinromá (Castellón), nel cui cimitero fu anche sepolta.


Fonte:
Santa Sede

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Aggiunto/modificato il 2006-10-30

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