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Beato Giuseppe Gregorio Hernández Cisneros Laico

29 giugno

Isnotú, Venezuela, 26 ottobre 1864 - Caracas, Venezuela, 29 giugno 1919

José Gregorio Hernández Cisneros nacque il 26 ottobre 1864 a Isnotú, nello Stato di Trujillo, in Venezuela. A diciott’anni s’iscrisse alla facoltà di Medicina dell’Università di Caracas, laureandosi il 29 giugno 1888. Grazie al Presidente del Venezuela, Paul Rojas, venne inviato in Europa, precisamente a Parigi e Berlino, per due anni di approfondimento. Si specializzò in Microbiologia e Batteriologia, Istologia normale e patologica e Fisiologia sperimentale. Il 7 dicembre 1899 aderì all’Ordine Francescano Secolare. Desiderando consacrarsi a Dio come monaco certosino, partì per l’Italia: il 16 luglio 1908 entrò nella Certosa di Farneta, diventando fra Marcello. Dopo nove mesi, per ragioni di salute, dovette tornare in patria. Quando la sua università venne chiusa per ragioni politiche, colse l’occasione per cominciò gli studi teologici presso il Collegio Pio Latino Americano a Roma. Tuttavia, otto mesi dopo, dovette tornare a Caracas, ancora a causa della sua salute. Comprese quindi di dover assumere il celibato come stato di vita e di prestare il proprio apostolato tramite la professione medica, prediligendo i poveri. Il 29 giugno 1919, mentre usciva da una farmacia di Caracas, dove aveva comprato delle medicine per un’anziana paziente, fu investito da un’automobile: morì dopo essere stato portato in ospedale. La sua beatificazione fu celebrata il 30 aprile 2021 nella chiesa di San Giovanni Battista de La Salle, presso l’Istituto La Salle La Colina a Caracas, sotto il pontificato di papa Francesco. La sua memoria liturgica cade il 26 ottobre, giorno anniversario della sua nascita, mentre i suoi resti mortali sono venerati nella chiesa di Nostra Signora della Candelaria a Caracas.

Patronato: Corso di Studi in Scienze della Pace della Pontificia Universitŕ Lateranense


I primi anni
José Gregorio Hernández Cisneros nacque il 26 ottobre 1864 ad Isnotú nello Stato di Trujillo, in Venezuela, primo dei sei figli di Benigno María Hernández Manzaneda e Josefa Antonia Cisneros Mansilla.
Ricevette il Battesimo il 30 gennaio 1865, in quella che oggi è la chiesa parrocchiale di Gesù Bambino a Escuque. Il 6 dicembre 1867, invece, gli fu conferita la cresima nella chiesa di San Giovanni Battista a Betijoque, per mano di monsignor Juan Bonet, vescovo di Merida. Rimase orfano della madre quando aveva otto anni.

Gli studi e la laurea in Medicina
Nel 1878, a quattordici anni, fu inviato dal padre a studiare presso il collegio Villegas di Caracas, dove completò brillantemente il liceo. Con il consiglio paterno, nel 1882, a diciott’anni, si iscrisse all’Università Centrale di Caracas, per il corso di Medicina. Ogni anno risultò sempre il primo del corso, meritando la medaglia d’onore. Si laureò in Medicina a pieni voti, il 29 giugno 1888, a ventiquattro anni.

Tirocinante nella Parigi della “Belle Époque”
L’anno successivo, il 31 luglio 1889, il Presidente del Venezuela, Paul Rojas, volle dare un riconoscimento alle sue eccezionali doti di giovane medico tirocinante e ricercatore: lo scelse perché si recasse a Parigi e Berlino, per continuare e perfezionare i suoi studi scientifici. Rimase per due anni all’estero, specializzandosi negli studi teorici e pratici di Microbiologia e Batteriologia, Istologia normale e patologica e Fisiologia sperimentale.
A Parigi fu apprezzato da docenti e colleghi, non solo per la sua intelligenza e per l’impegno nello studio, ma anche per le sue virtù cristiane, vissute con carità, rettitudine e purezza. Effettivamente, la città offriva molte occasioni di divertimento, come cancan e varietà, che caratterizzavano con la “Belle Époque” la fine dell’Ottocento francese ed europeo. Lui, però, seppe farne a meno.

Medico dei poveri di Caracas e Terziario Francescano
A ventisette anni, nel 1891, ritornò in Venezuela e intraprese la carriera universitaria, come professore e ricercatore. Dopo qualche tempo istituì le Cattedre di Istologia normale e patologica e di Fisiologia sperimentale e Batteriologia.
Nell’esercizio della professione medica, privilegiò i poveri: non solo non prendeva alcun compenso, ma spesso dava loro i soldi per le medicine; lo chiamavano “il medico dei poveri”.  Profondamente cristiano, non aveva remore alcune nel professare apertamente la propria fede. Partecipava ogni mattina alla celebrazione della Messa, ricevendo Gesù eucaristico. Prima di iniziare ogni lezione, si faceva il segno della Croce.
Il 7 dicembre 1899 professò come Terziario Francescano associato alla fraternità della chiesa della Madonna della Mercede a Caracas, retta dai Frati Cappuccini. Da san Francesco d’Assisi imparò come riconoscere Gesù sofferente nelle persone più povere.

L’esperienza alla Certosa di Farneta
Nel suo intimo, avvertiva il desiderio di una vita totalmente consacrata al Signore. Nel 1907 decise di abbandonare la docenza per diventare religioso. Il suo direttore spirituale lo mise in contatto con il priore della Certosa di Farneta, in provincia di Lucca, che accolse la sua richiesta.
Il 16 luglio 1908, José Gregorio arrivò a Farneta. Dopo un mese di postulandato, venne ammesso alla vita monastica. Col nuovo nome di fra Marcello, ricevette l’abito religioso; poi gli fu rasa la testa e gli vennero tagliati i baffi, che abitualmente portava.
Il 29 agosto iniziò la sua nuova vita, che non durò molto: ebbe un crollo fisico, dovuto al rigore della Regola certosina. Dopo nove mesi, quindi, dovette tornare in patria, contro la sua volontà: i superiori avevano deciso così per la sua salute.

Otto mesi al Collegio Pio Latino Americano di Roma
José Gregorio riprese la propria attività, continuando a sognare il momento della consacrazione. Il 1° ottobre 1912, il generale Juan Vicente Gomez ordinò la chiusura dell’Università di Caracas, perché era contraria al regime che lui aveva instaurato.
A quel punto, il dottore chiese e ottenne di essere ammesso nel Collegio Pio Latino Americano a Roma, dove rimase per otto mesi, impegnato nello studio della teologia e nel perfezionamento del latino. Tuttavia, di nuovo per motivi di salute, dovette lasciare il Collegio e rientrare a Caracas nell’agosto 1914.

La medicina, la sua vera vocazione
Tutti questi imprevisti gli fecero comprendere più chiaramente la volontà di Dio, che gli chiedeva di rinunciare all’ideale del sacerdozio e a quello di monaco certosino. La sua missione doveva consistere nell’esercizio della professione medica, specie a favore dei poveri e di quanti fossero bisognosi di cure materiali e spirituali.
Nei cinque anni successivi si dedicò intensamente agli studi scientifici e, di pari passo, all’attività caritativa. Nel gennaio 1916 fondò la Scuola di Medicina Ufficiale, la prima nel Venezuela. Nel 1917 compì un viaggio a New York e a Madrid per alcuni approfondimenti accademici, affidando al collega Domingo Luciani le sue cattedre.
Riprese l’insegnamento il 30 gennaio 1918. Vero medico delle anime e dei corpi, si prodigò oltre ogni limite nell’assistere gli ammalati colpiti dall’epidemia della “spagnola” che imperversò nel mondo in quell’anno.

La morte
Il 29 giugno 1919, il dottor Hernández andò in una farmacia di Caracas per comprare delle medicine a un’anziana paziente, che aveva visitato poco prima. Appena uscito dal negozio, fu investito da una delle poche e lente automobili in circolazione a quel tempo. Trasportato in ospedale, ricevette l’Unzione degli Infermi. Spirò mormorando: «Oh, Beata Vergine!». Finora sembra essere uno dei pochi candidati agli altari a essere stato vittima di un incidente stradale.
I suoi funerali videro la partecipazione commossa e incredula di autorità civili e religiose, accademiche e scientifiche e di una folla innumerevole, in segno di gratitudine e di venerazione nei suoi confronti. I suoi resti mortali, sepolti nel Cimitero Generale del Sud, sono stati poi traslati nella chiesa di Nostra Signora della Candelaria a Caracas.

La causa di beatificazione fino al decreto sulle virtù eroiche
Il processo informativo per la sua causa di beatificazione, volta ad accertare l’eroicità delle sue virtù, si è svolto dal giugno 1949 al 1958 presso la diocesi di Caracas. Il 2 aprile 1964 si ebbe il decreto sugli scritti, seguito, il 4 maggio 1972, dal decreto sull’introduzione della causa, che avviò la fase romana.
Il processo apostolico si è quindi svolto dal luglio 1973 al gennaio 1976. Il decreto di convalida del processo informativo e di quello apostolico porta la data del 1° agosto 1980. La “Positio super virtutibus” venne trasmessa nel 1984.
In seguito alla riunione dei Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, il 24 settembre 1985, e di quella dei cardinali e dei vescovi membri della stessa Congregazione, il 17 dicembre 1986, il 16 gennaio dello stesso anno il Papa, san Giovanni Paolo II, ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui José Gregorio Hernández Cisneros veniva dichiarato Venerabile.

Il miracolo per la beatificazione
Numerose sono state le grazie singolari attribuite alla sua intercessione. Un primo asserito miracolo attribuito alla sua intercessione è stato indagato nell’apposita inchiesta diocesana, convalidata il 31 marzo 2007, ma la Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi del 3 luglio 2008 lo respinse. Un altro caso, un’asserita guarigione da un aneurisma cerebrale avvenuta nel 2014, è stato ugualmente scartato per scarsezza di documentazione medica.
Venne quindi esaminato il fatto avvenuto a Yaxury Solórzano Ortega, nata nel 2006, ferita nel pomeriggio del 10 marzo 2017 da alcuni colpi di fucile da caccia durante una rapina a mano armata, mentre si trovava insieme a suo padre.
Trasportata in ospedale, le fu diagnosticata una frattura parietale destra con molteplici frammenti ossei e metallici all’interno del tessuto cerebrale. Le condizioni neurologiche peggiorarono, ma il neurochirurgo poté visitarla solo dopo quarantott’ore. Venne quindi trasferita in una clinica privata per essere sottoposta a un intervento neurochirurgico. Secondo i medici, se fosse sopravvissuta avrebbe avuto seri danni neurologici e disabilità.
La madre della bambina, dopo aver saputo che le condizioni erano gravi, cominciò a pregare il Venerabile José Gregorio, insieme ai familiari e ad altre persone. Il 15 marzo 2017 si verificò un miglioramento improvviso, tanto che, quindici giorni dopo, la piccola fu dimessa in buono stato di salute e senza ripercussioni.

La beatificazione
Il processo sul presunto miracolo si è svolto presso la diocesi di San Fernando de Apure. Gli atti relativi sono stati approvati il 18 dicembre 2018 e consegnati a Roma il 18 gennaio 2019.
Il 19 giugno 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto che riconosceva la guarigione come miracolosa e ottenuta per intercessione del Venerabile José Gregorio Hernández Cisneros.
La sua beatificazione fu celebrata il 30 aprile 2021 nella chiesa di San Giovanni Battista de La Salle, presso l’Istituto La Salle La Colina di Caracas, col rito presieduto da monsignor Aldo Giordano, Nunzio apostolico in Venezuela, come delegato del Santo Padre. La sua memoria liturgica venne invece fissata al 26 ottobre, giorno del suo compleanno, perché il 29 giugno, giorno della sua nascita al Cielo, è occupato dalla solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo. Divenne quindi il quarto Beato del Venezuela, nonché il primo laico venezuelano a ottenere gli onori degli altari.

Due pronunciamenti papali alla vigilia della beatificazione
Con un chirografo del 29 aprile 2021, alla vigilia della beatificazione, accogliendo la richiesta del cardinal Baltazar E. Porras Cardozo, amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Caracas, e la petizione del rettore della Pontificia Università Lateranense, papa Francesco nominò il dottor José Gregorio compatrono del Corso di Studi in Scienze della Pace, affiancandolo al Beato Giovanni della Pace, eremita vissuto a Pisa nel XIV secolo.
Lo stesso giorno, con un videomessaggio, il Santo Padre salutò i fedeli venezuelani, incoraggiandoli a seguire l’esempio del medico, «credente discepolo di Cristo, che ha fatto del Vangelo il criterio della sua vita», il quale intese il proprio servizio agli uomini sul modello di quello di Gesù, che lavò i piedi ai suoi discepoli. In più, definì la beatificazione «una benedizione speciale di Dio per il Venezuela», anch’esso provato dalla pandemia da coronavirus.


Autore:
Antonio Borrelli ed Emilia Flochini

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Aggiunto/modificato il 2021-05-08

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