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Santa Oliva di Anagni Eremita

3 giugno

Anagni, sec. VI-VII

Santa Oliva si dedicò ad una vita di contemplazione e di penitenza, in luoghi aspri e solitari, quali la località “Peschio” di Santa Oliva presso la centrale elettrica di Ferentino. Morta ancora giovinetta, le sue spoglie vennero traslate nella cattedrale di Anagni e rinchiuse in un’urna dorata.

Etimologia: Oliva = dal frutto dell'olivo, segno di pace

Martirologio Romano: Ad Anagni oggi nel Lazio, santa Oliva, vergine.


Di questa santa venerata ad Anagni, Cori, Castro dei Volsci, Trivigliano, Pontecorvo, non si hanno notizie certe; nell’Ufficio proprio della Diocesi di Anagni (Frosinone) si dice che ella visse nel secolo VI-VII.
La tradizione locale narra che Oliva per rinunziare a delle nozze terrene, si rifugiò in un monastero di sacre vergini, si pensa nella zona anagnina, dove venne gratificata con frequenza da celesti visioni.
Per il resto il culto protrattosi nei secoli, si collega alla presenza delle reliquie, la cui più antica testimonianza che ci è pervenuta è l’epigrafe commemorativa della consacrazione dell’altare a lei dedicato in Anagni il 7 settembre 1133, dall’antipapa Anacleto II (Pietro de’ Pierleoni, 1130-1138).
Dall’iscrizione sappiamo che l’antipapa, insieme al vescovo Raone, consacrò l’altare di S. Oliva nella omonima chiesa fatta costruire da certo Giovanni da Patrica; nel 1564 a seguito della guerra di Campagna, si dovette fortificare il bastione della città, che si doveva innalzare in contrada Castello proprio sul luogo ove sorgeva la chiesa di S. Oliva, pertanto questa venne abbattuta.
Prima della demolizione però il vescovo di Anagni Michele Torella aveva provveduto allo spostamento del corpo della santa, nella cripta della cattedrale in un nuovo altare.
All’inizio del secolo XVIII l’abate Michele Hacki del monastero cistercense di Oliva, città nella diocesi di Wladislavia (Polonia), costruì una chiesa dedicata a s. Oliva e volendo arricchirla con una reliquia della santa, ne chiese una al vescovo ed al capitolo di Anagni.
Il vescovo Pier Paolo Gerardi accondiscese e aperto il sepolcro, prese dall’urna di marmo fatta erigere da Anacleto II, un braccio della santa e lo inviò in una teca all’abate di Oliva il 27 marzo 1703.
Le reliquie di Anagni, raccolte in un’urna di cristallo, furono esposte in un nuovo altare nella cripta; la chiesa di Oliva è ora la cattedrale della nuova diocesi di Danzica eretta nel 1925.
Dopo il 1880, nella cattedrale di Anagni furono eseguiti lavori di restauro e l’altare nella cripta fu disfatto e a cura del Seminario, ne fu costruito uno nuovo di marmo ornato di mosaici. Infine il 1° agosto 1899 il vescovo Antonio Sardi ricompose le reliquie in una grande urna di bronzo dorato, che attualmente si conserva tra i reliquiari della sagrestia; inoltre tra questi vi è una statuetta barocca argentea con reliquie di s. Oliva, che si espone sull’altare maggiore della cattedrale, il giorno della sua festa, il 3 giugno.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2007-03-08

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