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Servo di Dio Giovanni Janovich Trojgo Sacerdote e martire

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Progalino, Bielorussia, 12 dicembre 1881 – Leningrado, Russia, 11 agosto 1932

Jan Janovich Trojgo nacque il 12 dicembre 1881 nel villaggio di Progalino, governatorato di Grodno, da famiglia contadina. Concluse il seminario e l'Accademia teologica di San Pietroburgo con il titolo di dottore in teologia. Fu ordinato sacerdote nel 1906. Esercitò il suo ministero a Mogilëv e poi fu professore al seminario di San Pietroburgo. Dal 1914 prestò servizio presso la curia della metropolia di Mogilëv a San Pietroburgo. Nel 1923 fu arrestato e condannato a tre anni di prigione. Nel 1925 fu liberato e divenne parroco della chiesa di San Stanislao a Leningrado. Nel 1927 fu arrestato e condannato a 5 anni di lager. Fu detenuto nel lager delle isole Solovki. Nel 1932 fu trasferito alla prigione di Leningrado, dove morì in infermeria l'11 agosto 1932 per un ictus, forse conseguenza dei maltrattamenti subiti. Fu sepolto sotto falso nome nel cimitero della Trasfigurazione a San Pietroburgo. La sua sepoltura non è stata ritrovata. Padre Jan era pronto ad accettare il martirio per la fede. Durante un interrogatorio nel 1932 ebbe a dire: "Mi ritengo profondamente credente, sono un cattolico convinto e un sacerdote. Per le mie convinzioni sono pronto a dare la vita". Tra i fedeli di San Pietroburgo è diffusa la convinzione che padre Jan Trojgo sia stato martire per la fede. La causa di canonizzazione di questo martire è promossa dalla Conferenza Episcopale Russa.



Padre Jan nasce il 12 dicembre 1881 nel villaggio di Progalino, governatorato di Grodno (Bielorussia) da famiglia contadina. Frequenta il ginnasio e il seminario a Grodno e l’Accademia teologica a Pietroburgo. Nel 1906 viene ordinato sacerdote di rito latino. Dal 1908 è insegnante di religione nelle scuole di Mogilev e dal 1910 professore di liturgistica al seminario di Pietroburgo.
Il 10 marzo 1923 è arrestato a Mosca nell’ambito dell’inchiesta collettiva sul clero cattolico guidato dal vescovo Jan Cepljak. Tra il 21 e il 26 marzo 1923 a Mosca, durante un processo pubblico, padre Jan è condannato a 3 anni di carcere da scontare nel lager delle isole Solovki. Nel gennaio 1925 è liberato e torna a Leningrado, dove è nominato parroco della chiesa di San Stanislao. Il 13 gennaio 1927 è di nuovo arrestato, accusato di rapporti illegali con sacerdoti e con personalità polacche, come pure di aver educato dei bambini nello spirito religioso. Il 18 luglio 1927 è condannato a 5 anni di lager sempre da scontarsi alle isole Solovki, dove giunge il 30 luglio 1927. Nel giugno 1929 è trasferito all’isola di Anzer, dove è previsto il massimo rigore. Il 5 luglio 1932 viene arrestato in lager nell’ambito dell’inchiesta collettiva sul clero cattolico all’isola di Anzer, accusato di «aver creato un’associazione che svolge propaganda antisovietica, di aver celebrato in segreto riti teologici (sic!) e religiosi e di aver stabilito contatti illegali con l’esterno per trasmettere all’estero informazioni di carattere spionistico sulla situazione dei cattolici in URSS». L’istruttoria chiede che sia messo a disposizione dell’OGPU (la polizia politica nell’URSS di quegli anni) del distretto militare di Leningrado, come uno dei capi che con maggior impegno aveva diretto la propaganda antisovietica dell’associazione clericale.
Durante l’inchiesta padre Jan dichiara: «Mi considero un credente convinto, un cattolico convinto e un sacerdote convinto. Per la mia fede sono pronto a sacrificare la vita. Tutte le direttive della Chiesa e del suo capo, che è il Papa, sono obbligatorie per tutti i sacerdoti, e quindi anche per me». Il 22 luglio 1932 padre Jan è condotto nella prigione di Leningrado dove l’11 agosto 1932 muore per ictus all’età di 51 anni.


Fonte:
www.russiacristiana.org

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Aggiunto/modificato il 2020-05-10

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