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Venerabile Giovanni Vittorio Ferro Vescovo somasco

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Costigliole d'Asti, Asti, 13 Novembre 1901 – Reggio Calabria, 18 Aprile 1992

Giovanni Ferro nacque a Costigliole d'Asti, in Piemonte, da Giovanni e Carolina Borio. A undici anni iniziò gli studi presso i Padri Somaschi e, sentita la chiamata religiosa, emise la professione dei voti nel 1920. Venne ordinato sacerdote l'11 aprile 1925 e conseguì la Laurea in Filosofia all'Università Gregoriana. Negli anni seguenti insegnò in vari istituti somaschi, conseguendo nel frattempo la laurea in Teologia a Torino. Fu Rettore del Collegio Trevisio di Casale Monferrato e quindi Rettore e Preside del Collegio Gallio di Como, che resse fino al 1945, con grandi difficoltà durante la seconda guerra mondiale e la Repubblica Sociale Italiana. Nel 1945 fu nominato Parroco della chiesa di Santa Maria Maddalena a Genova e fu insegnante di Teologia Pastorale presso il Seminario Maggiore. Nel 1948 venne eletto Padre Provinciale dei Somaschi. Il 14 Settembre 1950 fu nominato Arcivescovo di Reggio Calabria e Vescovo di Bova: la consacrazione avvenne per mano del cardinale Giuseppe Siri il 29 Ottobre 1950. Arcivescovo di Reggio Calabria dunque dal 1950 al 1977 e Vescovo di Bova dal 1950 al 1960 e dal 1973 al 1977. Morì a Reggio Calabria il 18 aprile 1992, Sabato Santo. Il nulla osta per l’avvio della sua causa di beatificazione e canonizzazione rimonta al 18 aprile 2008. L’inchiesta diocesana si è svolta a Reggio Calabria dal 21 maggio 2008 al 29 settembre 2011. Il 5 luglio 2019 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sull’eroicità delle virtù di monsignor Ferro, i cui resti mortali riposano nella cattedrale di Reggio Calabria, precisamente nella seconda cappella della navata laterale destra.



Origini
Nella cattedrale di Reggio, nella navata destra, si trova la sepoltura dell’arcivescovo Giovanni Ferro, su cui s’innalza una grande statua che lo ritrae in abiti pontificali in atto di accogliere i numerosi fedeli, di benedirli e di annunziare ad essi i grandi misteri della carità di Cristo.
Nel 1950, la città di Reggio aveva iniziato la ricostruzione dalle rovine della seconda guerra mondiale, quando improvvisamente  venne a morire il giovane arcivescovo Lanza, che tante speranze aveva suscitato. Sette anni prima, il 31 gennaio 1943, anche l’altro arcivescovo, Enrico Montalbetti, nel pieno delle sue mirabili attività pastorali, era morto in un bombardamento.
Proprio a questa popolazione, afflitta da decenni di miseria economica e depressa dagli orrori della guerra, a cui ora finalmente sembrava arridere un’avvenire di pace e di ricostruzione, veniva mandato il nuovo arcivescovo, Mons. Giovanni Ferro, nato a Costigliole di Asti il 13 novembre 1901, da Giovanni e da Carolina Borio.

Tutto nella carità
Egli veniva a Reggio all’insegna di “Omnia in charitate”. Tutto nasce, cresce e matura nella carità. E alla fine la carità trionfa: “Omnia vincit amor!”; ma la carità è un dono e cammina col tempo di Dio e la pazienza di Cristo. “La carità non verrà mai meno”. “Ora vi sono la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande è la carità”.
Mons. Ferro,  da giovane si formò nella congregazione dei Padri Somaschi di San Gerolamo Emiliani. Si laureò in filosofia all’Università Gregoriana a Roma nel 1922,  e in sacra teologia a Torino nel 1931.     Ordinato sacerdote a Chiavari l’11 aprile 1925, i primi anni esercita il suo ministero tra la gioventù,  nelle scuole somasche, specialmente nel collegio Gallio in Como. Nel 1945 è parroco della Maddalena in Genova.
 
Arcivescovo
Dopo il Piemonte, la  Lombardia e la Liguria, ecco ora la Calabria
Mons.Ferro fu nominato arcivescovo di Reggio  il 14 settembre 1950; il 29 ottobre venne  ordinato dal card. Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova. Come arcivescovo fece l’ingresso in Reggio il 2 dicembre 1950 con la forza umile e potente della carità.
E proprio animato dalla carità il suo servizio episcopale non conobbe limiti.
Fu presidente della Conferenza episcopale calabrese, membro di quella italiana.
Le sue principali opere a Reggio: Scuola Superiore di Servizio Sociale; Opera Reggina Asili; Case della Solidarietà Cristiana; Auditorium S.Paolo; Seminario; Santuario della Consolazione all’Eremo;  fondazione di circa venti nuove parrocchie; costruzione di centinaia di edifici  per il culto e per le opere parrocchiali;  sistemazione della biblioteca e dell’archivio storico;   riparazione della cappella del Sacramento nel duomo; nuovo altare della cattedrale; una cinquantina di opere sociali: colonie, soggiorni, consultori, scuole, laboratori, impianti sportivi.
Mons Ferro visse una intensa vita pastorale avente come punto centrale il Concilio Vaticano II.  Ricordiamo: Congresso liturgico nazionale;  XXXIII Settimana sociale dei cattolici italiani;  Concilio plenario calabro;   Anno Paolino nel XIX centenario della venuta di S.Paolo a Reggio; Anno della fede e Anno giubilare;   Scuola superiore di teologia per laici;  Centro culturale San Paolo;   Radio San Paolo. Storia dell’Archidiocesi di Reggio Calabria, di padre Francesco Russo, in tre volumi.

La carità trionfa
Tra i documenti otre le Lettere Pastorali raccolte in volume, i vari Appelli, le Notificazioni,  il Direttorio pastorale diocesano.
Il suo speciale carisma apostolico della carità rifulse nelle alluvioni e nelle varie calamità  che afflissero il Reggino e la Calabria, nei “Fatti di Reggio”. In questi ultimi grande fu la riconoscenza del popolo reggino; grande ancora la gratitudine del presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, che come ringraziamento per l’opera di pacificazione  donò all’arcivescovo un calice d’oro del 1700, accompagnato da nobile lettera.
La carità di Mons.Ferro rifulse pure nel suo essere accanto ai parlamentari cattolici perché operassero a favore di una Regione rimasta indietro e tanto bisognosa. L’On.Giuseppe Reale, in una lunga testimonianza, dice, tra l’altro:”Posso affermare che in diciotto anni che sono stato parlamentare, con Mons.Ferro  abbiamo ragionato  di problemi che coi fatti economici hanno poco a che fare: mi ha raccomandato sempre i giovani e la ricerca di possibilità di occupazione; mi ha parlato di problemi scolastici, dell’università …”.

Il tramonto nella luce
Il 13 novembre 1976, al compimento dei suoi 75 anni, Mons. Ferro inoltrò al Santo Padre la sua lettera di dimissioni. Sabato 14 giugno 1977, alle ore 12, egli stesso comunica al clero e alla Diocesi che il Santo Padre aveva accettato le sue dimissioni; alle 18, concelebra all’Eremo, sotto lo sguardo della Madonna della Consolazione.  Il Consiglio Comunale, l’11 agosto,  all’unanimità gli conferisce la cittadinanza onoraria “per la costante, generosa  dedizione alla città, esplicata ininterrottamente  negli anni del suo episcopato a Reggio”.
Gli ultimi quattordici anni sono il suo progressivo calvario: il suo corpo s’indebolisce sempre più. Egli continua a rimanere punto di riferimento, padre e maestro spirituale, per tutti i reggini;  molti dei quali lo vanno a trovare nel suo modesto appartamento in Seminario, e qualche volta a Sant’Angelo di Melia.
Alla fine, non parla più;   solo i suoi occhi luminosi e buoni,  la sua sofferenza comunicano tutto il suo amore ai  numerosi fedeli e sacerdoti che lo vanno a trovare e a pregare con lui. Commovente l’incontro tra Mons.Ferro infermo e il papa Giovanni Paolo II, due volte   -  1984 e 1988 -    in visita alla città di Reggio.  
Sabato Santo, 18 aprile 1992, Mons. Ferro muore:  Gesù risorto viene ad accogliere la sua anima    per la Pasqua eterna in Paradiso, mentre il suo corpo è lì, nella cattedrale, meta tanti devoti reggini, in attesa della resurrezione finale.


Autore:
Don Nicola Ferrante


Fonte:
www.cattedralereggiocalabria.it

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Aggiunto/modificato il 2019-07-06

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