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Enrica Noè Adolescente

Testimoni

1954 - 1971


Ogni giorno il cuore di Enrica si accende di desiderio per la vita. La viveva in pienezza, tranquilla, serena, responsabile. Questo modo di vivere diventa il suo stile, il suo abito più bello. Giovane entusiasmo e servizio verso il prossimo aderiscono perfettamente nella testa, nell’anima e nel volto di Enrica che, attraverso il suo sorriso, trovano la via per raggiungere gli altri.
Nasce il 12 febbraio 1954 a Castano (Milano). Cresce sviluppando con estrema concretezza e decisione sia il risvolto intellettuale della sua persona, sia il risvolto spirituale; senza dimenticare quello sociale che ne fa una ragazza attenta, pronta all’accoglienza, disponibile all’ascolto, generosa nel dare, riconoscente nel ricevere… Interessi, impegni e valori si fondono in modo equilibrato e sereno rendendola a tutti simpatica e desiderata. L’oratorio è la sua seconda casa e nel poco tempo libero che le rimane fra studio e impegni casalinghi ella continua a dedicarsi “mani e piedi” alle attività parrocchiali, soprattutto attraverso la frequenza entusiasta e convinta a un corso per catechista e partecipando a tutta una serie di iniziative in cui è sempre protagonista attenta e sincera. Nel frattempo segue con grande interesse e viva emozione le vicende che coinvolgono la sua famiglia, a causa della scelta coraggiosa di suo fratello che decide di entrare in seminario. Gli anni dell’adolescenza sono dunque per Enrica un serio cammino di crescita umana e spirituale che nulla toglie alla sua limpida vivacità e le consente un sano e meritato divertimento che la rende ancor più amabile: sono in molti che cercano la sua compagnia.
Anche l’amore verso un ragazzo diventa il tassello di un mosaico in cui nulla è messo a caso, non comportando turbamenti o sofferenze particolari per Enrica, la quale sa confrontarsi apertamente con la sua guida spirituale, rimanendo così fedele alla sua promessa: “Vogliamo formare una famiglia cristiana… ci prepareremo con molta serietà”. La sua fede spesso esuberante e desiderosa di realizzarsi nel dono si concretizza nel raggiungimento dell’obiettivo che si era posta e dietro cui aveva lavorato per qualche anno: diventare catechista “diplomata”. Ma questo fu anche il periodo che coincise con l’avanzare minaccioso di un male che le sarebbe stato fatale. Una cisti nel volto, precedentemente asportata, torna a minacciare la sua espressione sempre gioiosa e solare… Si accorge così che la sua strada sarebbe stata tutta in salita. Ma decide di non trascurare nessuno dei suoi impegni: “Voglio che nulla vada perduto”. È il suo atto di fede che sintetizza il valore di una vita vissuta all’insegna del coraggio, dell’onestà, della carità che considerava ogni esperienza (anche dura) una prova per migliorare.
Discute febbricitante la tesi che conclude il suo cammino di preparazione catechistica, e riceve dal vescovo il “mandato” e il crocifisso di ministro della Parola. Il male la indebolisce fisicamente, ma non abbatte la sua volontà che nella preghiera e nell’eucarestia trova coraggio di continuare. All’ospedale, poco prima di spegnersi, chiede alla mamma di avvicinarle un piccolo tavolo sopra il quale per l’ultima volta prega appoggiando le braccia. E il 23 ottobre 1971 Enrica muore.


Autore:
Serena Manoni


Fonte:
www.sdb.org

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Aggiunto/modificato il 2008-08-27

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