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Beato Luca Passi Sacerdote e fondatore

18 aprile

Bergamo, 22 gennaio 1789 - Venezia, 18 aprile 1866

Sacerdote bergamasco (1789-1866), ardente missionario apostolico e instancabile educatore della gioventù, si distinse per la sua dedizione all'evangelizzazione e alla formazione cristiana. Fin dalla giovinezza, nutrì aspirazioni apostoliche, consacrandosi al servizio del Signore e testimoniando la carità evangelica. Ordinato sacerdote nel 1813, divenne un predicatore itinerante di grande fama, percorrendo l'Italia e diffondendo il Vangelo con ardore e passione. Oltre al ministero della predicazione, Don Luca si dedicò con particolare attenzione all'educazione dei giovani, fondando nel 1815 la Pia Opera di Santa Dorotea per la formazione cristiana delle ragazze. Quest'opera innovativa, basata sull'amicizia e sul reciproco aiuto tra le giovani, si diffuse rapidamente in numerose diocesi, coinvolgendo migliaia di fanciulle. Nel 1838, Don Luca fondò a Venezia l'Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea, con il fine di dare "anima" e sostegno alla Pia Opera.
 



Il Servo di Dio Don Luca Passi fin dalla giovinezza nutrì aspirazioni apostoliche-missionarie, per cui si consacrò al servizio del Signore e fu un autentico testimone della carità evangelica soprattutto nell’azione formativa umano-sociale e morale della gioventù.
Primo di undici figli, nacque a Bergamo il 22 gennaio 1789 da Enrico e Caterina Corner, donna di elevato sentire che lo educò alle virtù cristiane, mentre il padre gli fu maestro per gli studi scolastici e la preparazione ai Sacramenti della Confessione e Prima Comunione.
Verso la fine del secolo XVIII, quando Bergamo entrò bruscamente in contatto con le idee rivoluzionarie francesi, il conte Enrico, per proteggere i figli, trasferì la famiglia nella sua villa di campagna a Calcinate. Qui era pure il palazzo dello zio Mons. Marco Celio Passi, che nel 1798 divenne stabile dimora per i seminaristi di Bergamo allorché fu soppresso il seminario. Lo zio, vicario generale della diocesi, era un fulgido esempio per i nipoti e tre di essi lo seguirono nella vita sacerdotale: Luca, Marco Celio e Giuseppe.
Luca e Marco, quasi coetanei, in seminario si distinsero per pietà, devozione alla Madonna, impegno nello studio, osservanza delle regole, esercizio della correzione fraterna tra i compagni, fervorosa vita spirituale.
Ancora diacono, Don Luca iniziò un’intensa attività apostolica nella sua parrocchia di Calcinate dove gli era stato affidato l’incarico di priore della “Confraternita del SS. Sacramento”. Nella prolungata adorazione e contemplazione della SS. Eucaristia e del mistero di Cristo redentore dell’uomo, divampò in lui “l’urgenza di testimoniare e di evangelizzare”, pertanto con animo e cuore di pastore ardente di carità sacerdotale propose di dedicarsi al ministero della predicazione. E, avendo dato peculiari prove di quella passione e di quell’arte predicatoria che farà di lui uno dei grandi missionari apostolici della sua epoca, dai suoi superiori fu ritenuto idoneo a tenere alcuni sermoni fuori Bergamo già negli anni 1811-1812.
Il 13 marzo 1813, fu ordinato sacerdote.
Il 16 maggio 1815 emise i voti dei “discepoli” nel “Collegio Apostolico” di Bergamo, che riuniva il fior fiore dei sacerdoti diocesani. I dodici aderenti al sodalizio si obbligavano a vivere secondo lo spirito degli Apostoli, facendo voto di obbedienza, di povertà di spirito, di impegno per la salvezza dei fratelli “per puro amore e gloria di Dio”.
Il giovane Don Luca sentì fortemente questo dovere, che lo porterà a predicare in molte città e paesi della penisola italiana, tanto da meritarsi, nel 1836, dal Papa Gregorio XVI il titolo di “Missionario Apostolico”.
Nel ministero sacerdotale Don Luca si rivelò anche un suscitatore di apostoli laici, un geniale animatore e coordinatore della naturale tendenza dei giovani all’aggregazione, per avvicinarli alla fede e “formarli al buon costume”.
In Calcinate aveva allargato l’impegno della Confraternita del SS. Sacramento affidando a ciascuna associata alcune fanciulle, vicine di casa, perché ne prendessero amorevole cura, istruendole nella fede, sostenendole nelle virtù o correggendole, se necessario, dei loro difetti e facendole diventare delle piccole apostole fra le loro coetanee. Nacque così, nel 1815, la Pia Opera di S. Dorotea per la formazione cristiana delle ragazze; opera veramente innovativa e unica nel suo genere sul piano pastorale, capace di coinvolgere numerosi fedeli di una parrocchia o di una diocesi, sensibili al dovere di ogni cristiano di aver “cura” della gioventù per formarla all’onestà della vita. Con gli stessi intenti istituì la Pia Opera di S. Raffaele per i ragazzi.
Don Luca, coadiuvato dal fratello Don Marco, stabiliva le due associazioni, in accordo con i singoli parroci, al termine delle “Missioni” o dei “Quaresimali” e ovunque si recava per il ministero della predicazione. Soprattutto l’Opera di S. Dorotea ebbe vasta diffusione e molti Prelati, Sacerdoti e laici zelanti, meravigliati dei frutti di bene che produceva, la sostennero con ammirabile impegno.
Essa tendeva a creare una mirabile rete di amicizia tra le fanciulle stesse e le giovani, sull’esempio della Martire loro Patrona, in uno scambio vicendevole di aiuto e promozione che spesso porta notevoli vantaggi spirituali anche alle loro famiglie.
All’Opera di S. Dorotea appartenevano (e appartengono) giovani donne che si prendono cura delle fanciulle “col fine santissimo d’istillare ne' loro cuori il santo timor di Dio, e formarle al buon costume”, adoperandosi perciò, in clima di sincera amicizia, a correggerle con carità dei loro difetti, dar loro opportuni avvisi e saggi consigli, procurare che frequentino i sacramenti, attendano ai loro doveri e siano docili verso i loro superiori (cf. L. PASSI, Pia Opera di S. Dorotea diretta a formare i costumi delle fanciulle, IV edizione Lucca 1854, p. 17).
Nel 1838 Don Luca Passi fondò in Venezia l’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea, col fine primario di essere “anima” e sostegno della Pia Opera di S. Dorotea. Cofondatrice e prima superiora dell’Istituto fu Madre Rachele Guardini.
Don Luca promosse anche opere sociali di grande utilità pubblica; in particolare volse il suo interesse alla fascia dei giovani poveri, soprattutto agricoltori; per questo scopo pubblicò nel 1836 il Progetto Morale ed Economico e nel 1838 istituì in Calcinate le Terziarie di Santa Dorotea, dette “Suore contadine”, per addestrare appunto le fanciulle abbandonate ai lavori donneschi e agricoli, compatibilmente con la loro età.

Con zelo instancabile, Don Luca trasfuse nelle aderenti all’Opera e nelle Suore il suo ardente desiderio di comunicare ai fratelli “il fuoco d’amor di Dio” di cui egli traboccava. Amava ripetere: “Chi non arde non accende” e ferma era la sua convinzione che “fa d’uopo dare anche la vita per la salvezza di un’anima”. Infaticabile fino all’ultimo, morì a Venezia il 18 aprile 1866.
Il suo carisma è ancora vivo nella missione che svolgono le Suore di S. Dorotea [in Italia, in America Latina (Bolivia, Colombia, Brasile), in Africa (Burundi, Repubblica democratica del Congo, Camerun, Madagascar) e in Albania] e nell’animo e nell’attività dei numerosi Cooperatori/trici dell’Opera di S. Dorotea sparsi in tutto il mondo, che si fanno carico della formazione cristiana delle giovani generazioni, accompagnandole nella loro crescita con un amore intessuto di misericordia e di speranza.

E' stato beatificato il 13 aprile 2013 sotto il pontificato di Papa Francesco.

 


Autore:
Suor Ritalberta Mazzoni, msd

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Aggiunto/modificato il 2008-09-26

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