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Beato Giuseppe Thao Tiên Sacerdote e martire

2 giugno

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Ban Ten, Laos, 5 dicembre 1918 – Ban Ta Lang, Laos, 2 giugno 1954

Joseph Thao Tiên, sacerdote diocesano del Vicariato di Muang Sôi (Vietnam), iniziò la sua formazione come catechista, ma poi fu ammesso in Seminario. A causa dei disordini politici nel Laos, sua terra d’origine, venne ordinato il 6 giugno 1949 a Saigon, nel Vietnam. Rientrato nella sua terra, scelse di restare anche mentre imperversava la guerriglia con i militanti comunisti del Pathet Lao. Arrestato dopo la Pasqua del 1954, venne fucilato il 2 giugno dello stesso anno, per non aver rinnegato la sua fede né gli impegni del sacerdozio, specie quello del celibato. Considerato protomartire del Laos, è stato messo a capo del gruppo di 15 martiri beatificati l’11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos, insieme a padre Mario Borzaga OMI e al catechista Paolo Thoj Xyooj.



Joseph Thao Tiên nacque il 5 dicembre 1918 a Ban Ten, nella provincia di Houa Phanh, nel Laos. Suo padre e suo nonno erano stati dei notevoli cristiani. A undici anni entrò nella scuola per i catechisti di montagna a Hữu Lễ, nella provincia di Thanh Hóa in Vietnam: a quell’epoca, infatti, la sua provincia d’origine apparteneva al vicariato apostolico di Phát Diệm e, a partire dal 1932, passò a quello di Thanh Hóa.
Allievo diligente, fu ammesso nel 1937 alla sezione che faceva da Seminario minore, dove studiò latino e francese. Sia durante le vacanze, sia durante il tirocinio pastorale, la sua vocazione ne usciva rafforzata: si faceva vicino alle persone più umili e, come catechista dotato e zelante, veniva apprezzato dai missionari e amato da tutti.
Dal 1942 al 1946 fu studente nel Seminario maggiore di Hanoi, unico tra i giovani originari dei villaggi montani. Assiduo alla preghiera e allo studio, poco si curava dei disordini politici che, nel Natale 1946, comportarono la chiusura del Seminario e la dispersione degli allievi. Rientrò nel Laos a piedi, ma il conflitto si era esteso anche lì. Proseguì dunque gli studi a Saigon e venne ordinato sacerdote il 6 giugno 1949.
Il 1° ottobre 1949 poté tornare nella sua terra, nella missione di Sam Neua, ma già dal mese successivo quella divenne zona di guerriglia. D’accordo con i suoi superiori, decise di restare. Riorganizzò dunque, approfittando di un periodo di pace, le scuole del Muang Sôi, ma non smetteva di essere un pastore. Il popolo accorreva in massa per ascoltarlo e per ammirare come, nonostante la situazione precaria, riuscisse ad essere amico dei poveri.
Nel Natale 1952 riprese la guerriglia, portata avanti dai militanti comunisti del Pathet Lao. Il personale della missione venne evacuato, ma don Joseph scelse nuovamente di restare: «Resto tra la mia gente. Sono pronto a dare la mia vita per i miei fratelli e sorelle laotiani», disse.
Subito dopo la Pasqua del 1954 venne catturato e condannato da un tribunale popolare: il suo destino fu il carcere e il campo di rieducazione. Per farlo cedere all’apostasia venne isolato, ma resistette anche alla proposta di avere salva la vita se avesse abbandonato il celibato sacerdotale. In tal modo divenne un segno di speranza per tutti i suoi compagni di prigionia.
Il 2 giugno 1954 venne condotto fuori dal campo di Ban Ta Lang, legato e scortato da quattro guardie: di lì a poco, venne fucilato.
In qualità di protomartire del Laos, è stato scelto per capeggiare un elenco di quindici tra sacerdoti, diocesani e missionari, e laici. La fase diocesana del loro processo di beatificazione, ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede il 18 gennaio 2008, si è svolta a Nantes (da cui proveniva uno dei missionari, Jean-Baptiste Malo) dal 10 giugno 2008 al 27 febbraio 2010, supportata da una commissione storica.
A partire dalla fase romana, ovvero dal 13 ottobre 2012, la Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso che la loro “Positio super martyrio”, consegnata nel 2014, venisse coordinata, poi studiata, congiuntamente a quella di padre Mario Borzaga, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, e del catechista Paul Thoj Xyooj (la cui fase diocesana si era svolta a Trento).
Il 27 novembre 2014 la riunione dei consultori teologi si è quindi pronunciata favorevolmente circa il martirio di tutti e diciassette. Questo parere positivo è stato confermato il 2 giugno 2015 dal congresso dei cardinali e vescovi della Congregazione delle Cause dei Santi, ma solo per Joseph Thao Tiên e i suoi quattordici compagni: padre Borzaga e il catechista, infatti, avevano già ottenuto la promulgazione del decreto sul martirio il 5 maggio 2015. Esattamente un mese dopo, il 5 giugno, papa Francesco autorizzava anche quello per gli altri quindici.
La beatificazione congiunta dei diciassette martiri, dopo accaniti dibattiti, è stata infine fissata a domenica 11 dicembre 2016 a Vientiane, nel Laos. A presiederla, come inviato del Santo Padre, il cardinal Orlando Quevedo, arcivescovo di Cotabato nelle Filippine e Missionario Oblato di Maria Immacolata.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2016-12-09

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