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> Home > Sezione N > Santi Nicandro, Gregorio, Pietro, Demetrio ed Elisabetta Condividi su Facebook Twitter

Santi Nicandro, Gregorio, Pietro, Demetrio ed Elisabetta Anacoreti presso Messina

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Ad un Km. ca. a Nord di Messina esisteva già all'inizio del sec. XII un monastero basiliano dedicato a s. Nicandro, soggetto a quello più famoso di S. Salvatore. Per celebrare il titolare di quel monastero, un monaco compose una fanta­stica biografia, o piuttosto una specie di panegirico per la festa, che è l'unica fonte sul santo, e dalla quale è impossibile ricavare notizie sicure sulla sua personalità o sul tempo in cui è vissuto. L'autore, infatti, scrisse molti anni dopo l'esistenza del santo e tutta la sua scienza si riduce a vaghe reminiscenze, tradizioni e luoghi comuni; è pertanto lecito sospettare che tutto il suo racconto non sia altro che un'inven­zione fantastica e romanzata a tal punto da far du­bitare della stessa storicità del personaggio.
Ma qualunque sia il valore del racconto eccone una breve sintesi. Nicandro nacque in un'ignota città d'Italia da nobili e pii genitori; fin da bambino diede segni di santità astenendosi persino dal prendere il latte materno in certi giorni della setti­mana. Fattosi adulto, non volendo sposarsi secondo il desiderio dei genitori, scappò di casa e fu accolto da un vescovo che, ammirato della sua vita virtuosa, gli conferì il sacerdozio. Dopo qualche tempo di fruttuoso apostolato, insieme con alcuni compagni si recò in Sicilia; ivi vissero tutti in preghiera e penitenza, in una grotta dove furono anche sepolti dopo la morte.
Alcuni anni appresso un pastore scoprì i loro corpi e avvisò il vescovo; la fama dei miracoli allora operati fece accorrere a Messina anche il padre di Nicandro che riconobbe il figlio e rivelò i nomi dei com­pagni. Fu allora stabilito di venerarli come santi ed in loro onore fu edificata una chiesa presso la grotta sepolcrale.
Col volgere dei secoli il monastero di S. Nicandro andò in rovina e si perdette anche la memoria della sepol­tura dei santi; soltanto nel 1611, in seguito ad una visione avuta dal cocchiere di un nobile messi­nese che aveva un podere nei pressi del monastero, e al quale era apparso lo stesso Nicandro, i Basiliani del monastero di S. Salvatore si decisero a portare le reliquie nella loro chiesa, e d'allora il culto dei santi eremiti si affermò maggiormente in virtù anche di numerosi miracoli.


Autore:
Agostino Amore


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2009-04-26

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