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Beata Isabella Cristina Mrad Campos Vergine e martire

1 settembre

Barbacena, Brasile, 29 luglio 1962 – Juiz de Fora, Brasile, 1° settembre 1982

Isabel Cristina Mrad Campos nasce a Barbacena, nello Stato brasiliano del Minas Gerais, il 29 luglio 1962. Vive un’infanzia e un’adolescenza serene, rafforzate dalla fede semplice a cui viene educata dai genitori, membri della Società di San Vincenzo de’ Paoli. Anche lei segue la stessa spiritualità: la sua attenzione ai più deboli fa sorgere in lei il desiderio di diventare medico. Ha un ragazzo, ma vive il rapporto con lui in maniera casta, finché non si lasciano da buoni amici nel luglio 1982. Per frequentare l’università si trasferisce a Juiz de Fora e vive prima con una cugina e alcune amiche, poi con suo fratello Paulo Roberto. La sera del 1° settembre 1982 viene trovata morta da quest’ultimo, nel loro appartamento. Dall’autopsia è emerso che la ragazza ha preservato la propria verginità anche dopo una tentata violenza, perpetrata da Maurilio Almeida Oliveira, un operaio che aveva messo gli occhi su di lei mentre montava i mobili nella nuova abitazione. Isabel Cristina è stata beatificata presso il Parco delle Esposizioni di Barbacena il 10 dicembre 2022, sotto il pontificato di papa Francesco. I suoi resti mortali sono venerati nella parrocchia di Nostra Signora della Pietà a Barbacena, mentre la sua memoria liturgica ricorre invece il 1° settembre, giorno della sua nascita al Cielo.



La sua è una storia di ordinaria violenza. E di straordinaria resistenza: non tanto o non solo per difendere la sua dignità di donna, ma soprattutto i valori in cui crede e di cui mai ha fatto mistero.
Isabel Cristina Mrad Campos nasce a Barbacena, in Brasile, il 29 luglio 1962, e respira in famiglia una fede autentica che si traduce in concreti gesti di carità. Papà è presidente della San Vincenzo parrocchiale e sulla sua scia si muove tutta la famiglia ed in particolare lei, che della “San Vincenzo” vive lo spirito e ne assume lo stile.
Per questo a scuola si accorgono che “Cris” (come ama farsi chiamare) ha una spiccata predilezione per i compagni più poveri o con maggiori difficoltà di apprendimento; e in parrocchia constatano che è sempre in prima fila in tutte le occasioni benefiche; e nella San Vincenzo testimoniano la sua disponibilità a farsi carico dei bambini con handicap e si commuovono pensando alla delicatezza ed alla premura con cui li imbocca e li pulisce.
Cris ha grandi sogni, come ogni giovane, ma forse non è un caso che pensi ad un futuro da medico, allenata com’è a prendersi cura dei più deboli. Ha pure un fidanzato, con il quale progetta un futuro di coppia, ma si lasciano di comune accordo nel luglio 1982, quando lei capisce che lui non è altrettanto religioso.
In ogni caso, vivono la loro relazione rinunciando, pur con sacrificio, a “sbocconcellare” l’amore prima del matrimonio, in attesa di viverlo in pienezza dopo. «Sorridi, Gesù ti ama» è il suo programma di vita, che cerca di tradurre in pratica con lo sforzo quotidiano.
Nell’aprile 1982 si trasferisce a Juíz de Fora per frequentare l’università e, all’inizio, divide l’appartamento con alcune amiche; soltanto alcuni mesi dopo, quando viene raggiunta dal fratello, cerca insieme a lui un alloggio più tranquillo, che favorisca lo studio e che cercano di arredare con il minimo indispensabile.
Una cosa, soprattutto, Cris cerca subito nella nuova città: il “Cenacolo”, dove l’Eucaristia è esposta in modo permanente e dove può trascorrere lunghi periodi di adorazione quotidiana. Perché la preghiera personale e la partecipazione all’Eucaristia stanno diventando per lei sempre più determinanti e orientativi per il suo cammino, pur in modo sempre così discreto e talmente privo di ostentazione che familiari ed amici se ne accorgeranno e lo annoteranno solo dopo la morte.
Il 30 agosto un giovane operaio, Maurílio Almeida Oliveira, entra nel suo appartamento per il montaggio di un armadio e le rivolge parole oscene e proposte neppur troppo velate, che Cris respinge e puntualmente riferisce sia al fratello che alle amiche, con disappunto e fastidio.
Non avendo terminato il montaggio, l’operaio ritorna nell’appartamento il 1° settembre, ma con ben altre intenzioni. Gliele palesa da subito in modo esplicito, ma trovando il netto rifiuto della ragazza ricorre alle maniere forti, picchiandola brutalmente e legandola, non prima di aver alzato a tutto volume radio e televisione per mimetizzare le invocazioni di aiuto di Cris.
La ragazza, in mezzo alle sevizie, sgrana il rosario, utilizzando la coroncina che porta al dito come anello, senza cedere al suo aguzzino, costretto a finirla con quindici coltellate, prima di darsi alla fuga, forse lui stesso terrorizzato per lo scempio compiuto su quel fragile corpo, dimostratosi tuttavia più forte della sua furia omicida. Sul quale, infatti, non è riuscito a prevalere, come dimostrerà l’autopsia, rivelando anche la castità mantenuta anche nel fidanzamento.
La voce del popolo, come sempre, precede il pronunciamento della Chiesa, ritenendo quella ragazza di 20 anni martire e santa al pari di Maria Goretti. In parrocchia e nella diocesi di Mariana, dal giorno dopo la morte, parlano di lei come della “loro” martire e ricorrono volentieri alla sua intercessione, come a quella di una piccola santa.
I suoi resti sono stati traslati il 26 agosto 2009 nella chiesa di Nostra Signora della Pietà a Barbacena, la parrocchia dove aveva ricevuto il Battesimo e la Prima Comunione: davanti alla sua urna, i fedeli pregano come di fronte alle reliquie degli antichi martiri. I giovani soprattutto lasciano su foglietti i loro messaggi: di invocazione, di aiuto, ma anche di ammirazione e di lode per la sua eccezionale testimonianza cristiana.
Il nulla osta per la sua causa di beatificazione e canonizzazione rimonta al 18 novembre 2000. L’inchiesta diocesana, aperta il 26 gennaio 2001 nella diocesi di Mariana, si concluse il 1° settembre 2009. Furono acquisite, come materiale extraprocessuale, le testimonianze raccolte a partire dal 1989, sette anni dopo l’omicidio. Gli atti dell’inchiesta diocesana furono convalidati il 3 dicembre 2010.
Perché fosse dimostrato a sufficienza l’asserito martirio, fu necessaria un’inchiesta suppletiva, svolta sempre a Mariana dal 4 al 19 febbraio 2013, che ottenne la convalida giuridica degli atti il 6 dicembre dello stesso anno.
Dopo la consegna della “Positio super martyrio”, nel 2016, si sono svolti il Congresso peculiare dei Consultori Teologi, il 10 gennaio 2019, e la Sessione Ordinaria dei cardinali e dei vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi, il 6 ottobre 2020.
Tutti sono stati concordi nell’affermare che Isabel Cristina era morta difendendo la propria verginità nel rispetto di quanto la Chiesa insegna e che l’aggressore aveva agito contro la sua persona, ma anche contro la tenacia che la ragazza aveva mostrato nel restare fedele ai propri propositi religiosi e morali.
Il 27 ottobre 2020, ricevendo in udienza il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, monsignor Marcello Semeraro, papa Francesco ha autorizzato il decreto con cui Isabel Cristina Mrad Campos è stata riconosciuta martire.
La Messa con il Rito della Beatificazione è stata celebrata il 10 dicembre presso il Parco delle Esposizioni di Barbacena, presieduta dal cardinal Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo emerito di Aparecida. La memoria liturgica della Beata Isabel Cristina è stata fissata al 1° settembre, giorno della sua nascita al Cielo.
All’indomani della beatificazione, i suoi resti sono stati traslati nella cappella dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, da allora in poi dedicata a lei, sempre all’interno della chiesa di Nostra Signora della Pietà.


Autore:
Gianpiero Pettiti ed Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-12-10

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