Nato nel 1931 nella Transilvania di Ferneziu (Baia Mare), sua beatitudine Lucian Mureşan è Arcivescovo Maggiore della chiesa greco-cattolica romena (quattro diocesi più una nell’Ohio con 800000 fedeli) e vicepresidente della conferenza episcopale.
La vita di Mureşan e il passato del suo esercizio pastorale riflettono la storia dei greco-cattolici di Romania, dopo la soppressione da parte del regime comunista della loro realtà ecclesiale nel 1948 e l’incarceramento dei vescovi. La vita pubblica di lavoratore, non senza le difficoltà tipiche di un greco-cattolico nella Romania di Ceauşescu (operaio nella costruzione della centrale di Bicaz e in una cava, poi manutentore di strade fino al pensionamento nel 1990), si svolge parallelamente al clandestino percorso ecclesiastico. Studia teologia di nascosto dagli anni Cinquanta, per entrare segretamente nell’istituto teologico latino di Alba Iulia nel 1958 ed esserne allontanato in breve tempo dalle autorità comuniste. Sacerdote in clandestinità dopo l’ordinazione nel 1964, è ordinario dell’eparchia di Muramareş dal 1986, confermato in questo ruolo da Giovanni Paolo II nel 1990, anno in cui succede al cardinale Alexandru Todea come arcivescovo di Făgăraş e Alba Iulia, per poi succedergli nel 1994 anche come presidente del sinodo della chiesa unita di Ucraina.
La figura di Mureşan ha peso anche sul fronte dell’ecumenismo: è infatti il presidente greco-cattolico della commissione per il dialogo con il patriarcato ortodosso di Bucarest.
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Fonte:
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www.vaticaninsider.it
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