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> Home > Sezione Gruppi di Martiri > Beati Martiri Spagnoli Frati Minori di Granada Condividi su Facebook Twitter

Beati Martiri Spagnoli Frati Minori di Granada Beatificati nel 2007

6 novembre

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† Spagna, 1936

I beati Félix EchevarríaGoriostiagaecompagni, della Provincia dei Frati Minoridi Granada, subirono il martirio nel 1936 durante la persecuzione religiosa in Spagna. Il padre Félix, guardiano della fraternità, suo fratello Luis EchevarríaGoriostiaga, Francisco Jesús CarlésGonzales, José María AzurmendiLarrínaga, Miguel ZarraguaIturriaga, Simón Miguel Rodríguez e il professotemporaneo Antonio Sáez de IbarraLópez, il 20 settembre 1936 furonoportati nella prigione di Azuaga, Badajoz, dove furono uccisi tra il 21 e il 22 settembre. Vennero beatificati daJosé Saraiva Martíns, Delegato diBenedetto XVI,il 28 ottobre 2007.Sono celebrati in modo particolare nella Provincia di Granada.



Altri Frati Minori Martiri della guerra civile che afflisse la Spagna negli anni 1936-1939 sono i 7 appartenenti alla Provincia francescana di Granada e dimoranti nel convento di Fuenteobejuna (Còrdoba).
Il 18 luglio 1936 si costituì a Fuente Obejuna il comitato comunista che usurpò il governo e l’amministrazione della città, palesando da subito aperte minacce alla vita religiosa. Con l’infondato pretesto di trovarvi armi, il pomeriggio del 20 luglio i miliziani assalirono il locale convento francescano. Poiché ne era stato preavvertito, il guardiano P. Felix, cercò di mettere in salvo da ogni eventuale pericolo il più anziano dei frati, p. José Azurmendi, inviandolo presso una famiglia amica. Questi, però, ben presto fu raggiunto dai rossi, ai quali si consegnò senza resistenza, riunendosi alla comunità.
Il 21 luglio e il 22 luglio ci furono ancora perquisizioni in convento ma senza trovare armi. Il passo successivo per poter procedere all’eliminazione della comunità fu il trasferimento forzato presso l’ufficio telegrafico e la detenzione dal 27 luglio al 14 agosto. Il 28 luglio il convento veniva saccheggiato e la chiesa profanata, i frati intanto iniziavano una novena di preghiere alla Vergine della Regola chiedendo la loro incolumità.
Il 14 agosto i frati furono trasferiti nel palazzo della Marchesa di Valdeloro, divenuto ormai carcere per altri detenuti cattolici, e qui restarono fino al 20 settembre. Quel giorno, temendo di perdere la preda per l’avanzata dell’esercito nazionale, Rafael Maltrana, capo ribelle rosso e uomo particolarmente malvagio e perverso, giunse a Fuenteobejuna con 300 miliziani col proposito di portar via tutti quelli che erano in carcere e fucilarli.
Senza essere condotti davanti ad alcun tribunale e contro il parere dello stesso comitato comunista cittadino, 57 detenuti, tra cui i 7 francescani caddero in mano dei miliziani di Maltrana, che si organizzarono per portarli ad Azuaga e quindi ucciderli. La deportazione avvenne nella notte tra il 20 e 21 settembre 1936 con sette camion da carico. Il primi sei di questi camion si fermarono davanti al camposanto di Grana de Torrehermosa dove furono fucilate 43 persone; il settimo automezzo con i religiosi francescani proseguì verso Azuaga sotto stretta sorveglianza dei miliziani.
I sette francescani, messi tutti insieme nel carcere, furono sottoposti a pesanti condizionamenti psicologici, con minacce, umiliazioni e mortificazioni di ogni genere, nel tentativo di farli bestemmiare, al che spesso replicavano: “Viva Cristo re!. Essi affrontarono il martirio in tre distinti momenti.
Verso le ore 11 del 21 settembre padre José Azurmendi fu prelevato dal carcere e condotto a pulire il pavimento della Chiesa del SS. Cristo del Humilladero. Ritenuto erroneamente il superiore del gruppo a motivo dell’età avanzata, fu il primo a cadere sotto i colpi del fucile in un patio del carcere di Azuaga essendosi più volte rifiutato di bestemmiare e gridando fino all’ultimo: “Viva Cristo re!”. Subito dopo il suo corpo fu avvolto in una copert, che poi permise la sua identificazione, e portato al cimitero.
I due padri Luis Echevarrìa e Francisco Carlés e i tre frati Antonio Saez de Ibarra, Miguel Zarragua e Simon Rodriguez con altri sette secolari furono fucilati , a gruppi di 4 presso il cimitero di Azuaga, tra le ore 1 e le 3 del 22 settembre.
Il martirio di padre Félix Echevarrìa, poiché era il superiore della fraternità francescana, fu l’ultimo e il più crudele, tanto da assomigliare a quello dei protomartiri. Era infatti stato trattenuto in carcere mentre gli altri erano stati trasferiti al luogo del martirio, così nel tentativo di farlo bestemmiare e poiché aveva fermamente dichiarato che non lo avrebbe mai fatto preferendo cento volte la morte, oltre alle percosse e alle offese a cui replicava: “Viva Cristo re! Viva la religione!”, condotto fuori dal carcere gli furono amputate le orecchie, strappati gli occhi e infine tagliata la lingua. Mentre lo trasferirono in barella verso il cimitero, non potendo egli più camminare, fu finito con un colpo di fucile alla testa e un altro alla bocca.
I corpi dei martiri, già interrati in una fossa comune del camposanto di Azuaga, furono identificati il 1 dicembre 1936 e il giorno successivo traslati a Fuenteobejuna.
Papa Benedetto XVI ne ha decretato la beatificazione, celebrata nella Piazza di S. Pietro in Vaticano il 28 ottobre 2007.

- Félix Echevarría Gorostiaga
- José María Azurmendi Mugarza
- Francisco Carlés González
- Luis Echevarría Gorostiaga
- Simón Miguel Rodríguez
- Miguel Zarragúa Iturriaga
- Antonio Sáez de Ibarra López


Fonte:
www.ofm.org

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Aggiunto/modificato il 2012-07-02

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