Filomena D’Urso nacque a Maranola, frazione collinare di Formia, il 1° gennaio 1909. Il padre la impegnò fin da piccola nel duro lavoro dei campi e mal sopportava le sue visite in chiesa, ma la ragazza fece proprio, ugualmente, il vivo senso religioso della sua terra. A 19 anni Filomena lasciò tutto per farsi suora della Congregazione di Gesù Redentore (già detta del Patrocinio di S. Giuseppe). La zia Angelina le fu amica e compagna, testimone preziosa della sua innata bontà. Divenuta suor Ambrogina di San Carlo, fece il noviziato a Roma, quindi fu trasferita a Perugia. Assimilò e visse la consacrazione religiosa seguendo lo spirito e il carisma della fondatrice dell’Istituto Victorine Le Dieu. All’inizio del 1930 venne mandata a Varlungo, a sud di Firenze, in una casa dove erano accolti bambini bisognosi. A questa missione la Serva di Dio dedicò tutta se stessa, fino a compromettere la propria salute. Furono anni segnati dalla sofferenza, vissuti però guardando al Redentore. Col desiderio di diventare “grande santa”, visse per donare amore gratuito, a gloria di Dio e per la salvezza dei fratelli. Trovò così anche la forza di consolare quanti ricorrevano a lei per ricevere consigli e conforto spirituale. Dalla primavera del 1948 fu costretta a stabilirsi in infermeria, che divenne il luogo in cui si compì la sua silenziosa missione, con crescente amore per Gesù Eucaristia . Scrisse nel diario spirituale: “Vorrei gridare a tutte le creature della terra: l’Amore s’è fatto Pane. Vorrei gridare a tutto il mondo che amasse l’Amore”, “Voglio guardare sempre in alto cercando una cosa sola: l’Amore”. Morì a soli 45 anni il 26 marzo 1954. Il 1° ottobre 2006 dal cimitero di Firenze, i suoi resti mortali fecero ritorno a Maranola, deposti in un’urna, nella chiesa dell’Annunziata dove tante volte da ragazzina aveva pregato. In paese una sala museo raccoglie i suoi ricordi.
PREGHIERA
O Santissima Trinità, mio Dio, io povero peccatore indegno di supplicarvi vi adoro, vi amo, vi glorifico, e vi chiedo con ferma fiducia di glorificare la vostra serva Suor Ambrogina di S. Carlo. Essa infatti, con voto di vittima riparatrice per i peccati eucaristici consacrò alla vostra purissima gloria tutta la sua vita, tutta se stessa come ostia quotidiana, in unione con l’Ostia Divina Gesù Eucaristia.
Ah! Quanta gioia Voi recherete al mio povero spirito se per i meriti di Suor Ambrogia di S. Carlo mi farete la grazia che ardentemente vi chiedo. Ve ne supplico umilmente con tutta l’anima per il Cuore Eucaristico di Gesù, che con Voi Padre e Spirito Santo vive e regna nel mistero augusto della Vostra Triade beata. Così sia.
Sia conosciuto, amato, e ringraziato sempre più il Cuore Eucatistico di Gesù.
Autore: Daniele Bolognini
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