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Giovanni Battista Vassallo Sacerdote gesuita

Testimoni

Dogliani, Cuneo, 10 febbraio 1692, Cagliari, 1 gennaio 1776


Un piccolo paese della provincia di Cuneo, Dogliani, il 10 febbraio 1691, diede i natali a Giovanni Battista Vassallo, futuro grande apostolo della Sardegna. Apparteneva  alla famiglia dei Conti di Castiglione, la madre prestava servizio alla Corte di Torino. Entrò giovanissimo nella Compagnia di Gesù, negli anni in cui (1720) la Sardegna entrò a far parte dei domini sabaudi. Padre Vassallo, con altri gesuiti piemontesi, fu mandato nell’isola, da lungo tempo sotto l’influenza spagnola, con l’incarico di insegnarvi la lingua italiana. Vi giunse nel 1726 e vi rimase per cinquant’anni, fino alla morte. Il giovane sacerdote, assegnato alle missioni popolari, percorse molte volte l’intera Sardegna, raggiungendone moltissimi centri abitati, anche i più sperduti. Le missioni rappresentavano un evento, coinvolgevano per alcune settimane tutti gli abitanti di una parrocchia. I sacerdoti si dedicavano alla predicazione, a confessare e insegnare il catechismo. Inscenavano persino piccole rappresentazioni teatrali a sfondo sacro. Padre Vassallo cercò di rianimare i sentimenti religiosi dei fedeli, aiutando i parroci poco istruiti. Adattò e compose in sardo inni e canti sacri. Per far conoscere il Vangelo utilizzò persino il dialetto tanto che le sue celebrazioni erano sempre affollate. A vantaggio del clero padre Vassallo introdusse a livello diocesano gli esercizi spirituali periodici e compose una raccolta di commenti al Vangelo per le prediche domenicali. Scrisse il primo catechismo in lingua sarda. Diverse volte fece da paciere in situazioni difficili, comprese numerose faide. Profuse inoltre uno zelo e un impegno straordinari perché giungessero nell’isola i primi enti assistenziali pubblici. Nel 1751 fu aperto a Cagliari il Conservatorio delle Figlie della Provvidenza, per le bambine orfane e abbandonate.
Nel 1773 i Gesuiti furono soppressi e padre Vassallo, ormai ottantenne e “sardo in tutto”, con alcuni confratelli, respinse l’invito a tornare in Piemonte. Si ritirò a Cagliari nella casa che lui stesso aveva fondato, dove proseguì il suo apostolato. La sera dell’ultimo dell’anno 1774 fu colto da un ictus, mentre, con voce flebile, ancora predicava. L’agonia durò poche ore. Morì il 1 Gennaio 1776, circondato da una diffusa fama di santità. Molti fedeli chiesero persino sue “reliquie”.
Secondo le sue disposizioni fu sepolto nell’ex chiesa gesuitica di Santa Croce, con l’abito da semplice sacerdote, ma con sopra la veste da gesuita. Fu sepolto nella cripta, in un sarcofago distinto e un’epigrafe celebrativa. Nel 1809 l’edificio passò all’Ordine Mauriziano e furono fatti radicali lavori di ristrutturazione tanto che la lapide e la tomba di padre Vassallo furono coperte e dimenticate. Nel 2007, durante alcuni lavori di ristrutturazione, le spoglie del “santo apostolo della Sardegna” sono state ritrovate, motivo della riscoperta di un personaggio straordinario.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2014-10-28

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