“Viva Cristo Re!”: questo il grido che accompagnò una moltitudine di cattolici al martirio nel contesto della persecuzione religiosa connessa alla guerra civile spagnola. Così accadde anche per Pedro Ruiz Ortega.
È nato a Vilviestre de Muñó, vicino a Burgos, il 14 gennaio 1912. Entrò nella Congregazione dei Figli della Sacra Famiglia ed era studente di teologia al terzo anno all’epoca dei fatti che lo condussero al martirio. Felice della vocazione alla vita religiosa cui aveva corrisposto con una generosa risposta affermativa, già sognava il giorno della sua ordinazione sacerdotale. Nella casa estiva di Mosqueroles fu vice-prefetto dei giovani religiosi della filosofia.
Lì furono sorpresi dall’avvento della rivoluzione, soffrendo la fame ed il freddo in quei luoghi. Accompagnò il Beato José Vila a Vic. Stando presso la sua famiglia, accettò l'offerta di Casimiro Roca e si rifugiò prima a Mura e poi a Manresa. Qui lavorò con entusiasmo nelle “Escoles del Poble”, con il Beato Magín Morera, formando una vera e propria comunità religiosa. Il 4 aprile 1937, con il desiderio di finire la teologia, dopo aver partecipato alla Messa, si diresse verso i Pirenei con l’intenzione di raggiungere Roma, insieme al Beato Pedro Roca Toscas e ad altri tre giovani.
Arrestati a La Pobla de Lillet, furono rilasciati ed imprigionati a Manresa, dove vennero interrogati e torturati, fino al 12 dello stesso mese, quando furono uccisi lo stesso giorno sulla strada per Moi, nel comune di Sant Fruit's de Bages, nei pressi di Barcellona. I resti di Pedro Ruiz Ortega non sono mai stati rintracciati.
Per lui e per altri diciannove confratelli della Congregazione dei Figli della Sacra Famiglia si aprì la causa per elevarli agli onori degli altari: Papa Benedetto XVI riconobbe il loro martirio in odio alla fede il 10 maggio 2012, mentre sotto il pontificato di Francesco sono stati beatificati il 13 ottobre 2013, insieme a numerosi altri martiri nella medesima persecuzione.
Autore: Don Fabio Arduino
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