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Beato Abbondio Martín Rodríguez Sacerdote e martire

29 settembre

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Villaescusa del Ecla, Spagna, 14 aprile 1908 - Serińá, Spagna, 29 settembre 1936

Abundio Martín Rodríguez nacque a Villaescusa del Ecla presso Palencia il 14 aprile 1908. Entrò tra i Missionari del Sacro Cuore di Gesù e, dopo l’ordinazione sacerdotale, fu assegnato alla Scuola Apostolica di Canet de Mar, come professore ed educatore. Divise con i confratelli l’espulsione dalla casa e la prigionia forzata nel parco adiacente alla Scuola Apostolica. Con sei compagni fuggì dal campo di prigionia improvvisato dov’erano stati costretti, ma dopo quasi un mese di peregrinazioni caddero nelle mani dei miliziani. Al momento della morte aveva 28 anni; era religioso da undici e sacerdote da cinque. È stato beatificato a Girona il 6 maggio 2017, insieme ai suoi compagni di martirio.



Abundio Martín Rodríguez nacque a Villaescusa del Ecla presso Palencia il 14 aprile 1908. Entrò tra i Missionari del Sacro Cuore di Gesù, professando i primi voti l’8 ottobre 1925. Completò la sua formazione in Francia e, tornato in Spagna, a Barcellona e Logroño dove fu ordinato sacerdote il 19 settembre 1931. L’anno seguente fu assegnato alla casa di Canet de Mar, come professore ed educatore nella Scuola Apostolica.
Desiderava partire come missionario all’estero, ma intanto impiegò il suo servizio come religioso eccellente e paziente, dotato di un carattere sensibile, delicato e affettuoso, che gli valeva la stima dei confratelli. Era anche un valido organista.
Il 21 luglio 1936, nel pomeriggio, arrivò alla porta della scuola un drappello di miliziani comunisti, i quali iniziarono a sparare per aria allo scopo di segnalare la propria presenza. Un rappresentante del Comitato rivoluzionario locale si presentò con l’ordine di far sgombrare il convento.
Padre Abundio divise con i confratelli la prigionia forzata nel parco che circondava il santuario della Madonna della Misericordia, che era vicino alla Scuola Apostolica, fino al tentativo di fuga nella notte del 3 agosto 1936.
Insieme a sei compagni, vagò per le montagne e per i boschi, domandando rifugio e indicazioni per riuscire a raggiungere la frontiera con la Francia. Il 28 settembre, dopo quasi un mese di peregrinazioni, capitarono nella casa di uno dei capi dei Comitati. Furono quindi indirizzati in un luogo chiamato La Ginella, ma là erano attesi da un gruppo di miliziani, che li catturarono all’istante.
Furono quindi condotti alla sede centrale del Comitato, a Sant Joan de les Fonts. Lungo il tragitto, le guardie domandarono loro se portassero armi e se fossero frati o sacerdoti. Replicarono che di armi non ne avevano, ma erano dei religiosi; tanto bastò per segnare la loro fine terrena.
La sera del 29 settembre 1936, i sette Missionari furono caricati su di un autobus requisito dai miliziani, legati a due a due, mentre l’ultimo aveva le mani legate dietro le spalle. Il veicolo, preceduto da un’automobile, si fermò in un punto della strada verso Seriñá, sul ponte del fiume Ser, dove sorgeva una piccola casa in rovina.
Furono spinti fuori dall’autobus i primi quattro condannati, mentre uno dei Missionari supplicava: «Non uccideteci, che male abbiamo fatto?». Vennero quindi allineati contro il muro in rovina e fu loro ordinato di voltare le spalle.
A quel punto, si udì, forte e chiara, la voce di padre Antonio Arribas Hortigüela: «I codardi muoiono di spalle, e noi non siamo né codardi né ladri. Voi ci uccidete perché siamo religiosi. Viva...!». Plausibilmente  stava per gridare: «Viva Cristo Re!», ma la sua professione di fede fu troncata da una scarica di mitragliatrice. Uccisi i primi quattro, furono fatti scendere dal mezzo gli altri tre, che ebbero la stessa sorte.
I corpi dei Missionari, verso sera, furono raccolti e portati all’obitorio. L’indomani, 30 settembre, furono seppelliti in due fosse vicine, quattro in una e tre nell’altra. Rimasero in quel punto fino al 30 marzo 1940, quando la sepoltura venne debitamente identificata e le ossa vennero traslate in una nicchia del cimitero di Canet de Mar.
Padre Abundio Martín Rodríguez, insieme ai suoi sei compagni Antonio Arribas Hortigüela, José Vergara Echevarría, José Oriol Isern Massó (sacerdoti), Gumersindo Gómez Rodrigo, Jesús Moreno Ruiz e José del Amo y del Amo (fratelli coadiutori), è stato beatificato il 6 maggio 2017 a Girona.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2017-05-05

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