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Beato Matteo Casals Mas Sacerdote clarettiano, martire

5 settembre

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Bagá, Spagna, 10 settembre 1883 – Sant Quirze del Vallès, Spagna, 5 settembre 1936

Mateo Casals Mas, nato a Bagá presso Barcellona, iniziò la sua formazione verso il sacerdozio nel Seminario diocesano di Solsona. Sentendosi orientato alla vita religiosa, entrò tra i Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, o Clarettiani: professò i voti il 15 agosto 1903 e fu ordinato sacerdote il 13 giugno 1911. Fu superiore in molte comunità della sua congregazione, impegnandosi instancabilmente nelle predicazioni al popolo. Allo scoppio della guerra civile spagnola, il 10 luglio 1936, era superiore della comunità di Cervera. Dopo alcuni giorni in cui si rifugiò in una casa sicura, il 4 agosto 1936 fu catturato e condotto in carcere, dove guidò i suoi confratelli a continuare, per quanto possibile, la vita comunitaria. All’alba del 5 settembre 1936 lui e quattordici altri Clarettiani furono fucilati a Sant Quirze del Vallès (San Quirico de Tarrasa). La sua causa di beatificazione e quella di sette confratelli, uccisi nel territorio della diocesi di Barcellona, è stata inclusa, a partire dal 13 settembre 2006, in un gruppo composto da 109 membri. Padre Mateo, lo scolastico (ossia religioso in cammino verso il sacerdozio) Teófilo Casajús Alduán e fratel Fernando Saperas Aluja sono stati designati come capigruppo, in rappresentanza dei vari generi di vita consacrata nella congregazione clarettiana. Tutti e 109 sono stati beatificati il 21 ottobre 2017 a Barcellona, sotto il pontificato di papa Francesco. I resti mortali del Beato Mateo Casals Mas sono venerati nella chiesa del Cuore di Maria a Sabadell.



Famiglia e infanzia
Nacque il 10 settembre 1883 a Bagá, presso Barcellona, in diocesi di Solsona. Fu battezzato il giorno seguente nella chiesa parrocchiale del suo paese, con i nomi di Mateo (in catalano Mateu) Lorenzo José. I suoi genitori, Mateo Casals e Dolores Mas, ebbero nove figli; Mateo era il sesto.
Ebbe dall’infanzia una grande devozione alla passione di Gesù, che conservò per tutta la vita: in particolare, era affascinato dalle funzioni della Settimana Santa, che in Spagna sono particolarmente solenni.

Vocazione sacerdotale
Allo stesso tempo, cominciò a sorgere in lui la vocazione al sacerdozio, ma, a causa delle compagnie che frequentava e della sua aspirazione a una maggiore libertà, venne gradualmente meno. Mateo ignorava i consigli di sua madre, che morì nel 1897, a non dimenticare quel desiderio. Andò quindi a lavorare presso un telaio, ma fu lì che la sua aspirazione riemerse.
Così, nel settembre 1898, entrò nel Seminario diocesano di Solsona, dietro consiglio del vicario della sua parrocchia, don Domingo Rafort, e dopo aver ottenuto il permesso da suo padre. A mantenerlo agli studi fu una zia materna, María Mas, poiché la sua famiglia era estremamente povera.

Orientato alla vita religiosa
Frequentò i corsi di Umanità con profitto e con soddisfazione dei superiori. Nel frattempo, però, sentiva una sorta di disagio per il regime di vita in Seminario, che prevedeva quattro mesi di vacanza in estate. Nella destinazione dei parroci diocesani, perlopiù inviati a parrocchie isolate, vedeva un pericolo per la sua vocazione.
Fu in quel modo che, pertanto, si orientò alla vita comunitaria in qualche congregazione religiosa. Precisamente, scelse i Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, fondati da sant’Antonio Maria Claret e perciò detti Clarettiani. Don Domingo l’aiutò, ancora una volta, a prendere contatti con loro.

Tra i Missionari Clarettiani
Superati i contrasti da parte del padre e degli amici, il 14 luglio 1902 Mateo si mise in viaggio, dopo aver ricevuto il denaro per pagarselo come elemosina da alcune persone buone. Andò quindi a piedi a Ripoll, impiegandoci nove ore; poi, per la prima volta nella sua vita, prese il treno alla volta di Vic, sede della Casa madre della congregazione. Arrivò nel tardo pomeriggio, ma considerò come data effettiva del suo ingresso il 16 luglio, che era il giorno fissato in precedenza.
Un mese dopo, il 14 agosto, ricevette l’abito religioso e iniziò il noviziato. Negli Esercizi spirituali del gennaio 1903 si propose una vita austera, specie per quanto riguardava l’alimentazione. Poco più tardi, si offrì totalmente alla Vergine Maria, pregandola che avesse cura di lui. Nel mese di giugno ribadì il proposito di avanzare nella virtù e nella semplicità.

Tonsura e studi filosofici
Dotato di qualità morali e intellettuali notevoli, aveva tuttavia alcuni disturbi di salute, riguardanti il sonno. Fu visitato da uno specialista a Barcellona, il quale non riscontrò sintomi tanto gravi da rimandarlo a casa. Per lui, come scrisse in seguito, fu «un giorno memorabile». Professò i voti a Vic il 15 agosto 1903, giorno in cui ricevette anche la tonsura.
Passò quindi alla casa di Cervera per gli studi filosofici: al terzo anno, 1905-1906, ebbe come prefetto padre Filippo di Gesù Munárriz (beatificato nel 1992). Continuò a soffrire d’insonnia e di mal di testa: ciò influì probabilmente sul suo profitto, che non fu elevato, ma non sulle sue doti morali e sulla sua osservanza dei doveri religiosi.

Ordinazione sacerdotale e primi incarichi
Terminato il corso di Filosofia, il 15 luglio 1906 ricevette gli Ordini minori, poi proseguì gli studi di Teologia Dogmatica a Cervera e quelli di Teologia Morale ad Alagón. Fu ordinato suddiacono il 21 maggio 1910, a Vic, e diacono il 24 settembre dello stesso anno. Nel 1911, terminati gli studi di Morale, fu ordinato sacerdote a Saragozza.
Venne quindi destinato ad Aranda de Duero, per il corso di preparazione al ministero: arrivò lì il 28 settembre 1911. Nel 1913 fu inviato ad Alagón, ma rimase poco tempo, a causa dei cambiamenti nel governo della congregazione: il 18 agosto passò a Solsona, come Ministro. Poco dopo, fu eletto sacrestano, ma nel triennio seguente lasciò l’incarico e fu nominato professore di Mistica. Nel 1919 ricevette la nomina a Primo Consultore della medesima casa.

La missione di padre Mateo
In tutto questo tempo, padre Mateo s’impegnò pienamente per la salvezza delle anime: predicava novene, settenari, tridui, missioni al popolo, quaresimali, Esercizi spirituali, sermoni e devozioni. La sua azione apostolica si estendeva nei luoghi più disparati, vicini e lontani, ed era rivolta sia a comunità religiose, sia ad assemblee diversissime.
Nel dicembre 1922 fu nominato superiore della casa di Sabadell, dove arrivò il 4 gennaio 1923. Anche lì continuò i medesimi impegni di prima. Nel 1930 venne destinato a Cervera come superiore, ma l’anno successivo era già a Solsona col medesimo incarico.

Il rischio del martirio
Il 24 luglio 1934 tornò a Sabadell, di nuovo come superiore. In quel luogo, mentre continuava le sue molteplici occupazioni, fu testimone degli eventi della “settimana tragica” che insanguinò Barcellona e che segnò l’inizio di una persecuzione contro la Chiesa, compresi i religiosi.
Il 1° settembre 1935, durante un corso di Esercizi, ricordò quei giorni in questi termini: «Ricorda i pericoli che hai corso la notte del 6 ottobre, quando hai visto la morte in faccia e come Dio ha liberato te e i tuoi con una provvidenza quasi visibile da circostanze tanto critiche. Di conseguenza, rendi grazie continue a Dio…».
I rischi che aveva affrontato resero padre Mateo consapevole che il martirio stava per diventare una realtà. Nei suoi appunti degli Esercizi del 1935 e del 1936 scrisse che non aveva paura di morire. In altre occasioni manifestò di essere disposto a dare il sangue per Cristo, rifiutando la possibilità di scappare o di vivere in clandestinità. Tutti i membri della comunità, in generale, avevano le stesse disposizioni d’animo.

Gli inizi della guerra civile
La sera del 19 luglio 1936, allo scoppio della guerra civile, la comunità si disperse in case sicure, assegnate in anticipo. Padre Mateo si rifugiò in casa del signor José Vilaseca, in calle San Juan.
Il mattino seguente tornarono tutti nella loro residenza, per celebrare Messa e comunicarsi. Padre Mateo si attardò perché andò a celebrare presso la cappella delle Piccole Suore degli Anziani Abbandonati, ma fu raggiunto dalla notizia che non gli conveniva restare là: c’erano state manifestazioni ostili. A quel punto, ordinò che ciascun confratello tornasse al rifugio della notte precedente; lui stesso si diresse nuovamente in calle San Juan.

La cattura
Rimase lì fino al 4 agosto, quando una pattuglia di miliziani lo catturò e lo portò in carcere. Trovò imprigionati altri membri della comunità di Sabadell e li guidò, per quanto possibile, a continuare la vita comunitaria. Di certo pregavano il Rosario e altri esercizi di devozione, ma si dice che il superiore abbia perfino predicato degli Esercizi spirituali.
I Clarettiani ricevevano il soccorso dei familiari di altri prigionieri. Uno di essi giunse a offrire loro la propria abitazione, quando sarebbero stati rilasciati, ma padre Mateo rifiutò: aveva il presentimento che sarebbe morto presto.

Il martirio
Il 4 settembre 1936, alle 23.45, giunsero al carcere numerosi miliziani, dietro ordine delle autorità civili e del Comitato rivoluzionario locale: fecero uscire tutti i prigionieri, in tre gruppi da quattro e uno da tre, dato che erano quindici, e li caricarono sui loro automezzi. Mentre i prigionieri passavano per la strada, gridavano: «Viva Cristo Re! Viva il Sacro Cuore di Gesù!».
Il certificato di morte di padre Mateo attesta che fu fucilato al chilometro 17 della strada di Rubí, verso le cinque del mattino del 5 settembre 1936, nei confini del municipio di San Quirico de Terrasa. L’autopsia segnalò che aveva le ginocchia incallite, «tipiche di qualcuno che nella vita è stato molto in ginocchio». Il suo cadavere fu sepolto nel cimitero di San Quirico de Terrasa (oggi Sant Quirze del Vallès), ma in seguito fu traslato nella chiesa del Cuore di Maria a Sabadell.

La causa di beatificazione
La causa di padre Mateo Casals Mas fu compresa in un elenco di otto potenziali martiri Clarettiani, uccisi nel territorio della diocesi di Barcellona. Il processo informativo diocesano fu aperto il 28 novembre 1949 e concluso il 29 gennaio 1951. Il decreto sugli scritti venne emesso il 6 dicembre 1991.
Col decreto del 13 settembre 2006, la causa fu inclusa in un più ampio elenco che contava in tutto 109 potenziali martiri, tutti della stessa congregazione. Padre Mateo fu indicato come capogruppo insieme a Teófilo Casajús Alduán, religioso scolastico (ossia in formazione verso il sacerdozio) e Fernando Saperas Aluja, religioso fratello, in rappresentanza delle tre vocazioni presenti tra i Clarettiani.

Il riconoscimento del martirio e la beatificazione
La “Positio super martyrio”, consegnata nel 2006, fu esaminata dai consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi dieci anni dopo, l’8 febbraio 2016. La valutazione positiva fu confermata dalla riunione dei cardinali e dei vescovi membri della medesima Congregazione.
Il 21 dicembre 2016, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui padre Mateo Casals Mas e i suoi 108 compagni sono stati riconosciuti martiri in odio alla fede cattolica.
La loro beatificazione è stata celebrata il 21 ottobre 2017, nella basilica della Sagrada Familia a Barcellona. A presiedere il rito, in qualità d’inviato del Santo Padre, il cardinal Amato.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2017-10-21

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