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Beata Esther Paniagua Alonso Vergine e martire

23 ottobre

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Izagre, Spagna, 7 giugno 1949 – Bab el-Oued, Algeria, 23 ottobre 1994

Esther Paniagua Alonso nacque a Izagre, nella provincia spagnola di León, il 7 giugno 1949. A quattordici anni divenne allieva interna del collegio retto a León delle Suore Agostiniane Missionarie, delle quali entrò a far parte: il 13 giugno 1970 professò i voti temporanei e, il 15 agosto 1975, quelli perpetui. Subito dopo fu inviata in Algeria, dove prestò servizio soprattutto accanto ai bambini disabili. Dopo il 30 ottobre 1993, la situazione per gli stranieri in Algeria si era fatta pericolosa. L’8 maggio 1994 vennero uccisi il marista fratel Henri Verges e suor Paul-Hélène Saint-Raymond. A quel punto, per le Agostiniane Missionarie cominciò un discernimento comunitario, dove però ciascuna religiosa fu lasciata libera di partire o restare: tutte scelsero la seconda opzione. Nel tardo pomeriggio del 23 ottobre 1994, suor Esther e suor Caridad Álvarez Martín si recarono a Messa dalle Piccole Sorelle di Gesù a Bab el-Oued, ma alcuni uomini spararono loro poco prima che arrivassero. Suor Esther, trasportata in ospedale, morì circa un’ora dopo. Suor Esther e suor Caridad, comprese nel gruppo di diciannove martiri uccisi in Algeria tra il 1994 e il 1996 come fratel Henri Verges e suor Paul-Hélène Saint-Raymond, sono state beatificate l’8 dicembre 2018 a Orano, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica di tutto il gruppo cade l’8 maggio, giorno della nascita al Cielo di fratel Henri e di suor Paul-Hélène.



Esther Paniagua Alonso nacque a Izagre, nel nord-ovest della Spagna, il 7 giugno 1949. Era la seconda delle tre figlie di Nicasio Paniagua e Dolores Alonso. Fu battezzata il 19 dello stesso mese.
Mentre frequentava le elementari, al termine delle lezioni andava a lavorare nei campi con i genitori, che le trasmisero, oltre alla laboriosità, una profonda fede. Tutte le sere recitava il Rosario con la sorella Gloria: quando sentiva che lei si era addormentata, la tirava giù dal letto per farla ricominciare daccapo.
D’indole molto timida, amante della lettura, a quattordici anni lasciò il suo villaggio e divenne allieva interna del collegio retto a León delle Suore Agostiniane Missionarie, una congregazione di religiose insegnanti nata nel XIX secolo.
Dopo gli esami di maturità, chiese di essere ammessa in quella congregazione: svolse il postulandato a Valladolid e il noviziato a Madrid. Il 13 giugno 1970 professò i voti temporanei, poi tornò a León per proseguire gli studi d’infermieristica e, in pari tempo, per fare da sorvegliante nello stesso collegio in cui era cresciuta.
Dopo la professione dei voti perpetui, il 15 agosto 1975, venne inviata in Algeria, dove le Agostiniane Missionarie erano presenti dal 1933. Curava con tenerezza i bambini portatori di handicap, che spesso venivano condotti in clinica troppo tardi: per questa ragione, visitava anche le famiglie dei piccoli malati, scoprendo la povertà in cui vivevano.
Nel 1981, suor Esther cominciò a frequentare il Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamologia (PISAI) di Roma. Alle consorelle della Casa generalizia della sua congregazione, dove risiedeva al tempo, spiegava di volersi impegnare per conoscere al meglio la lingua e la cultura del popolo algerino.
Due anni più tardi tornò in Algeria, per prestare servizio all’ospedale universitario di riabilitazione funzionale di Bab el-Oued, ancora accanto ai bambini disabili. Così raccontava il proprio lavoro: «Posso dire che è lo stesso di quello di una madre con i figli: lavarli, vestirli, nutrirli, custodirli e, soprattutto, colmarli di affetto e di amore. Le cure mediche che ricevono sono spesso davvero ridotte, il che richiede maggiore vigilanza e una grande disponibilità».
Solo la crescita della violenza e dei rischi in Algeria, specie per gli stranieri e a partire dal 30 ottobre 1993, portò suor Esther a cambiare lavoro. Dopo sei anni, con gran dispiacere, lasciò i suoi bambini e passò all’ospedale di Beni-Nem, più vicino alla casa della comunità delle Agostiniane Missionarie.
L’8 maggio 1994 tre uomini vestiti da poliziotti entrarono nella biblioteca di Ben Cheneb, nel quartiere della Casbah di Algeri, uccidendo suor Paul-Hélène Saint-Raymond, Piccola Suora dell’Assunzione, e fratel Henri Vergès, marista. A suor Esther, che era superiora della sua comunità, fu più volte suggerito di tornare in Spagna, sia dalla sorella minore Juli, sia dal suo parroco, padre Justino. Il 30 agosto 1994, però, volle ripartire per l’Algeria dopo un periodo di vacanza a Izagre.
Il 6 e il 7 ottobre, le Agostiniane Missionarie, con la loro madre generale e la superiora provinciale, incontrarono monsignor Henri Teissier, vescovo di Algeri, per ragionare sulla necessità di non lasciare il Paese. Ogni suora fu lasciata libera di scegliere personalmente se partire o restare.
Suor Esther espresse il proprio parere: «In questo momento, per me il modello perfetto è Gesù: ha sofferto, dovette affrontare delle difficoltà ed è arrivato al fallimento della croce, da dove è sgorgata la fonte della vita». Le suore firmarono quindi un documento in cui confermavano la decisione di restare accanto al popolo algerino.
Nel tardo pomeriggio del 23 ottobre 1994, Giornata Missionaria Mondiale, suor Esther e suor Caridad Álvarez Martín dissero di voler andare a Messa dalle Piccole Sorelle di Gesù di Bab el-Oued. Suor Lourdes, l’altro membro della comunità, e suor Maria-Jesús Rodríguez, la provinciale, vollero unirsi a loro. Tuttavia, per rispettare il suggerimento dell’ambasciata, si divisero a coppie. Le prime due tornarono indietro per prendere un ombrello, poi ripartirono, seguite, circa cinque minuti dopo, dalle altre.
A cento metri dall’arrivo, suor Lourdes e suor Maria-Jesús sentirono due spari. Di lì a poco, la gente del quartiere, dai balconi cominciò a gridare loro di tornare a casa, ma proseguirono. Furono messe al riparo in una casa vicina a quella delle Piccole Sorelle di Gesù, ma sentirono piangere dall’altra parte.
Grazie a una scala, videro che i corpi di suor Esther e suor Caridad giacevano a terra, con segni di arma da fuoco. Appena riuscirono ad arrivare, assistettero al trasporto delle sorelle in ambulanza. Suor Esther morì circa un’ora dopo.
Le due Agostiniane Missionarie, più i già citati suor Paul-Hélène Saint-Raymond e fratel Henri Vergès, sono state inserite nella causa che contava in tutto diciannove candidati agli altari, tutti religiosi, uccisi dal 1994 al 1996, nel corso dei cosiddetti “anni neri” per l’Algeria. La loro inchiesta diocesana si è svolta ad Algeri dal 5 ottobre 2007 al luglio 2012.
Il 26 gennaio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo al martirio dei diciannove religiosi. La loro beatificazione è stata celebrata l’8 dicembre 2018 nel santuario di Nostra Signora di Santa Cruz a Orano, presieduta dal cardinal Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre.
La memoria liturgica di tutto il gruppo è stata fissata all’8 maggio, giorno della nascita al Cielo di fratel Henri e di suor Paul-Hélène.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2018-12-04

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