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Don Giuseppe Berardelli

Testimoni

Fonteno, Bergamo, 21 agosto 1947 - Lovere, Bergamo, 16 marzo 2020

Don Giuseppe Berardelli, sacerdote della diocesi di Bergamo, in piena emergenza Coronavirus è "morto sul campo", da prete, rinunciando al respiratore per donarlo a un malato più giovane. Papa Francesco nel Motu proprio Maiorem hac dilectionem apriva la strada della beatificazione a quanti offrano la vita liberamente e volontariamente accettando eroicamente propter caritatem una morte certa ed a breve termine. Don Giuseppe è stato artefice a costo della propria vita di cotanto atto di carità verso un fratello. ordinato il 30-6-1973. Diplomato in Scienze Sociali e in Pastorale, è stato Collaboratore Parrocchiale a S. Giuseppe in Città dal 1973 al 1976, a Calolzio dal 1976 al 1984, Parroco di Gaverina 1984 al 1993, Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano dal 1985 al 1997, Prevosto di Fiorano al Serio dal 1993 al 2006, Arciprete plebano di Casnigo dal 2006, Vicario Locale del Vicariato di Gandino dal 2013 al 2014 e Membro del Consiglio Presbiterale Diocesano dal 2013 al 2014.



Sembra una frase fatta, “morto sul campo”. Don Giuseppe era arciprete di Casnigo ormai da quasi quattordici anni e avrebbe concluso la sua missione a Casnigo. L’ha conclusa prima, in un ospedale, a Lovere, colpito dal coronavirus. Già lo scorso anno aveva avuto problemi di salute. Il suo sorriso perenne, la sua disponibilità, ma anche il suo attivismo nella realizzazione di opere importanti e costose, quel sorriso nascondeva le preoccupazioni. “Era una persona semplice, schietta, di una grande gentilezza e disponibilità verso tutti, credenti e non credenti. Il suo saluto era ‘pace e bene’. Sempre cordiale e disponibile verso l’amministrazione pubblica, le associazioni e non solo quelle della parrocchia, partecipava a tutte le manifestazioni senza essere mai invadente. Alla festa dei coscritti del ‘47 non mancava mai. Perfino per le veglie funebri chiedeva prima ai parenti se fosse gradita la sua presenza, per dire la discrezione che aveva. Era amato da tutti, da Fiorano arrivavano ancora i suoi ex parrocchiani dopo anni a trovarlo. Ma aveva anche una capacità incredibile di risolvere i problemi economici, di bussare alle porte giuste per avere aiuti. Si muoveva con il suo ‘galletto’ e quel casco vecchio che sembrava quello di sturmtruppen, ha valorizzato i santuari (l’ultima grana era il tetto della Trinità…) e il recupero della sagrestia opera di Ignazio Hillipront . E naturalmente il nuovo Oratorio, la sua opera maggiore che lo ha preoccupato parecchio. Un arciprete amato da tutti”. Questa la testimonianza di Giuseppe Imberti, a lungo sindaco di Casnigo.
Don Giuseppe è “morto da prete”.
“E mi commuove profondamente il fatto che l’arciprete di Casnigo, don Giuseppe Berardelli – cui la comunità parrocchiale aveva comprato un respiratore – vi abbia rinunciato di sua volontà per destinarlo a qualcuno più giovane di lui”: le parole sono di un Operatore Sanitario di lungo corso della Casa di Riposo San Giuseppe di Casnigo. Già, don Giuseppe al respiratore aveva rinunciato, anche se ne aveva bisogno, e questa è forse la miglior fotografia dell’anima di un sacerdote che negli anni trascorsi in Val Seriana aveva conquistato tutti: “Era un prete che ascoltava tutti, sapeva ascoltare, chiunque si rivolgeva a lui sapeva che poteva contare sul suo aiuto – comincia cosi il ricordo di Clara Poli, per anni sindaca di Fiorano, dove Don Giuseppe è stato a lungo parroco – per Fiorano è stato un ottimo parroco, grazie a lui e a don Luigi Manenti che era a Semonte, sono riuscita ad aprire il Centro di Auto Aiuto che ha permetto di aiutare tante famiglie e tanti ragazzi sbandati, senza di lui sarebbe stato impossibile. Con lui l’amministrazione è riuscita a mettere in piedi il grande Cre che adesso è davvero diventato un punto di riferimento per tutti i giovani”. Clara si commuove: “Una grande persona”, poi sorride. “Lo ricordo sulla sua vecchia moto Guzzi, amava la sua moto, e quando lo si vedeva passare era sempre allegro e pieno di entusiasmo, ha regalato pace e gioia alle nostre comunità”.
L’Arciprete di Casnigo don Giuseppe Berardelli aveva 72 anni. Nato il 21 agosto 1947, era originario di Fonteno. Ordinato sacerdote il 30 giugno 1973, il suo primo incarico era stato di coadiutore nella parrocchia di San Giuseppe in città alta, quindi a Calolzio dal 1976 al 1984. Divenne in seguito parroco di Gaverina e dal 1993 parroco di Fiorano al Serio. Nel 2006 la nomina ad arciprete di Casnigo. Aveva avuto problemi di salute ma lui combatteva col suo solito sorriso e quella grinta a chi si affida a Dio. E’ morto all’ospedale di Lovere. Nessun funerale ma i casnighesi lo hanno salutato a modo loro, a mezzogiorno di lunedì 16 marzo si sono affacciati sul balcone di casa e lo hanno salutato con un applauso. Don Giuseppe, appena diventato Arciprete a Casnigo nel 2006 ha lavorato da subito al progetto di ristrutturazione del nuovo oratorio dedicato a San Giovanni Bosco e a San Giovanni Paolo II, il Papa di cui Casnigo conserva la talare-reliquia nel Santuario della Madonna d’Erbia. Don Giuseppe era un prete mariano, molto legato al Santuario ed era amato da tutti. “Il suo è un arrivederci – conclude Clara Poli – non ci lascia soli, da lassù veglia su di noi e continua a scorrazzare fra le nubi con la sua motocicletta, chissà quanti progetti sta facendo lassù, anche per noi”….


Autore:
Piero Bonicelli


Fonte:
www.araberara.it

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Aggiunto/modificato il 2020-03-23

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