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Sant’ Anseride Vergine

29 aprile

VIII-IX sec.

Pia donna vissuta tra l'VIII e il IX secolo. Il suo nome è legato alla traslazione delle reliquie dei santi Senesio e Teopompo dalla chiesa di Santa Maria di Treviso all'abbazia benedettina. La sua fama si deve principalmente al suo coraggio nel proteggere le reliquie durante le invasioni ungariche. Un racconto miracoloso narra che, durante il trafugamento via fiume, un forte vento impedì ai monaci di Nonantola di proseguire senza la presenza di Anseride, permettendole di accompagnare i santi nel loro viaggio. Giunta a Nonantola, condusse una vita eremitica di preghiera e contemplazione in una modesta abitazione. I suoi resti riposano sotto l'altare centrale della cripta dell'abbazia insieme agli altri santi protettori. La sua memoria è celebrata il 29 aprile.



Sant’Anseride è una pia donna vergine, che è vissuta all’epoca dell’abate di Nonantola Pietro III, tra i secolo VIII e IX.
La santa è sconosciuta alle masse perché l suo nome e il suo culto ebbe una diffusione solo locale, e strettamente legata alla traslazione dei resti di San Senesio e San Teopompo, dalla chiesa di Santa Maria di Treviso all’abbazia benedettina di Nonantola, famosa per l'incontro fra papa Marino e l'imperatore Carlo il Grosso e luogo di sepoltura di papa Adriano III.
La figura di Santa Anseride è ricordata perché s’impegnò in prima persona affinché le preziose reliquie dei due martiri fossero nascoste e messe in salvo durante il periodo funesto delle invasioni barbariche ungariche. Durante l’invasione degli Ungari, la chiesa di Santa Fosca fu distrutta e la pia donna Anseride volle salvare le reliquie dei due santi a cui era particolarmente devota.
Il racconto miracolo che è stato tramandato c’informa che i monaci di Nonantola, incaricati dall’abate Pietro III di recuperare le reliquie, imbarcati su una barca mentre si stavano allontanando da Treviso, furono respinti al punto di partenza a causa di un forte vento. A quel punto fu permesso a Santa Anseride di poter accompagnare le reliquie fino a Nonantola.
Una volta raggiunta la famosa abbazia, la pia donna condusse una vita ritirata, dedita solo alla preghiera e alla contemplazione, vivendo in una modestissima abitazione.
Il suo nome ed il suo culto non ebbero mai grande diffusione se non in ambito locale: la sua vicenda è strettamente connessa al racconto della traslazione dei resti dei santi Senesio e Teopompo dalla chiesa di santa Maria di Treviso a Nonantola.
La sua figura è esaltata poiché si adoperò per la salvaguardia delle preziose reliquie dei martiri nascondendole durante il funesto periodo delle invasioni ungariche. La vicenda comprende il racconto di un evento miracoloso secondo il quale l’imbarcazione sulla quale i monaci nonantolani – incaricati dall’abate Pietro III di recuperare le reliquie – si stavano allontanando da Treviso, fu respinta al punto di partenza da un forte vento per dar modo ad Anseride di accompagnare le reliquie nel loro viaggio verso Nonantola. Qui giunse Anseride, conducendo una vita ritiratissima, dedita alla preghiera ed alla contemplazione, vivendo in una modestissima abitazione in località San Martino di Cozzano, vicino a Nonantola.
I resti di Santa Anseride sono conservati sotto l’altare centrale della cripta dell’abbazia insieme agli altri santi protettori e la festa per la santa viene celebrata nel giorno 29 aprile.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2020-03-31

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