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Frate Giovanni della Cappella Francescano

Testimoni

XIII sec.


Poche notizie si hanno su frate Giovanni della Cappella, molto probabilmente giovane nobile di Assisi, entrato nell'Ordine intorno al 1208, insieme a Sabbatino e Morico.
La tradizione, senza prove sufficienti, assegna a questo frate il posto di "traditore" nel nuovo collegio apostolico.
Frate Giacomo Oddi, cronista quattrocentesco, narra che frate Giovanni della Cappella «fo uno de li primi dodece compagni che avesse santo Francesco, et era quillo che procurava bonamente la necessità de li frati». Fu il primo frate ad abbandonare l'"Ordine", poiché, continua l'Oddi, «praticando molto co li seculari per li bisogni de li frati, gli pareva che li fosse licito, per le occupationi che avea, de tralassare alcuna volta el vivere regulare coll'altri frati; la quale cosa non piaceva molto a li frati. Anche fo il primo che portasse la capella, et però li fo ditto frate Iohanne da la Cappella» (La Franceschina, vol. II, p. 377).
Francesco, usando anche modi duri, cercò costantemente di riportarlo sulla retta via, ma invano; gli predisse anche la tragica fine che, in conseguenza al suo agire, avrebbe fatto: «gli predisse che si doveva impiccare per la gola se medesimo» (Fioretti, cap. XXXI).
Durante l'assenza del Santo, in missione in Oriente, un gruppo di frati, definibile come "progressista", sotto la guida di Giovanni della Cappella, volendo radicalizzare i pensieri di Francesco: «raccolto un gran numero di lebbrosi, di uomini e di donne, uscì dall'Ordine volendone fondare uno nuovo. Stese una Regola e per farla approvare si presentò alla Sede Apostolica con i suoi seguaci» (Giordano da Giano, Cronaca, n.13).
Giovanni, dunque, volle fondare un nuovo "Ordine", che fosse stato ancor più radicalmente solidale con i lebbrosi e i poveri, di quello di Francesco. Interessante il fatto che le donne vi fossero incluse; anche questa appare una radicalizzazione del pensiero di S. Francesco: non solo delle donne in disparte a S. Damiano, ma membri a pieno titolo con i medesimi diritti e doveri!
Accanto ai frati minori, Giovanni della Cappella volle porre, quindi, «sorores minores», «sorelle minori».
In seguito «frate Giovanni con i suoi frati fu vergognosamente espulso dalla Curia» (Giordano da Giano, Cronaca, n. 14).
Sembra tuttavia che il frate "ribelle" abbia cercato di realizzare il suo ideale. Nelle fonti si racconta, infatti, che egli stesso diventò poi lebbroso, e alla fine si impiccò.
La prima notizia è credibile, la seconda è dubbia, perché colui che abbandonò l'"Ordine" venne descritto come "Giuda".
Narra l'Oddi, «frate Iohanne de la Cappella deventò leproso, portandola con pocha patientia. Et non volendo per la sua poca humilità, ante molta superbia, acquiescere a li consigli et ricordi de santo Francesco, venne in tanta desperatione, che per iusto iudicio de Dio s'empiccò se medesimo per la gola, como un altro Juda. Et così miserabelemente rendette quella infelice anima a li ministri infernali de le tenebre» (La Franceschina, II, p. 377).
In una preziosissima cronaca attribuita ad Angelo Tancredi da Rieti, compagno di Francesco, si legge: «Frate Giovanni della Cappella, il quale havendo rubbato il vasello di balsamo, con il quale si doveva in balsemare il corpo di s. Francesco, se ne uscì della religione, et desperandosi se impiccò per la gola» (Prologo sopra la Regola de f. Angelo Tangredi).


Fonte:
www.fratellofrancesco.org

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Aggiunto/modificato il 2020-04-14

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