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San Pietro Uspenskij Sacerdote e martire

(Chiese Orientali)

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1 giugno 1876 - 1918


Petr Uspenskij nasce il 1 giugno 1876 nel governatorato di Samara. Nel 1896, terminati gli studi nel seminario di Samara, passa all’Accademia teologica di Pietroburgo dove nel 1901 difende la tesi di dottorato “La necessità dei fondamenti religiosi cristiani alla base della moralità”, lavoro che gli merita la lode del corpo accademico e l’invito da parte del metropolita di rimanere ad esercitare il suo ministero sacerdotale nella capitale.
I tempi non sono facili, specialmente a Pietroburgo, chiamata in quel tempo “la culla di tre rivoluzioni”. “Ampi strati della società sono attratti da sentimenti estranei all’ortodossia”. Liberalismo scettico e marxismo rivoluzionario contribuiscono insieme a debilitare la fede cristiana. Padre Petr è incaricato all’insegnamento della religione in vari istituti dove è obbligato a sostenere l’opposizione anche da parte di alcuni studenti. Ma lui non è il tipo da farsi intimorire e neppure disposto a scendere a compromessi. Presenta il Vangelo con purezza di cuore, serenità e chiarezza, ma nello stesso tempo denuncia le ideologie l opposte alla fede cristiana.
Dopo il colpo di stato dell’ottobre 1917 il suo compito di insegnante (può sembrare una contraddizione) diventa più facile: infuria la barbarie da parte dei rossi che fanno del terrore un metodo normale di lotta, caldamente raccomandato dallo stesso Lenin, ma parte non piccola di coloro che si erano lasciati affascinare dall’utopismo marxista incomincia a rinsavire (ricordiamo che grandi pensatori russi come Berdjaev, Frank, Bulgakov, dopo aver aderito al marxismo, ritornano alla fede cristiana, grazie anche al comportamento disumano dei leninisti). Ma non si tratta soltanto di intellettuali, anche il popolo semplice, compresi gli operai, capiscono che la felicità dell’uomo non può derivare dalla disumanità. Nasce così l’opposizione.
Il 18 dicembre 1917 si riuniscono gli operai di 69 fabbriche e due giorni dopo gli operai di 115 fabbriche di Pietroburgo per dichiarare la propria opposizione ai comunisti (cfr. “Gli operai di Pietroburgo e la dittatura del proletariato” Pietroburgo 2000 p. 8 ss.). Intervengono le squadre rosse e sparano contro gli operai disarmati.
Nel luglio 1918 la maggioranza del proletariato di Pietroburgo è contraria alla dittatura bolscevica. I comunisti potevano conservare il potere in questa situazioni soltanto attraverso il terrore più spietato. Oltre che far sparare contro gli operai Lenin in questo periodo aveva inventato i lager dove teneva prigionieri migliaia di ostaggi che faceva decimare sistematicamente come risposta ad un danno commesso contro i comunisti. Il sacerdote Petr Uspenskij viene fucilato assieme ad altri due sacerdoti della stessa parrocchia, padre A. Vasil’ev e padre e L. Lesnickij. Non si conosce né il giorno della fucilazione e neppure il luogo della sepoltura.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-10

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