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San Basilio Medvedskij Sacerdote e martire

(Chiese Orientali)

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1875 - 27 aprile 1931


Vasilij Medvedskij nasce nel 1875 nel villaggio Pomjalovo, governatorato di Pietroburgo. Nel 1896 termina il seminario teologico di Pietroburgo e gli viene affidato il compito di lettore nella chiesa di S. Giorgio nel villaggio Os’mino. Quando viene a sapere che un suo parente, anche lui lettore, si trova in difficoltà a mantenere la famiglia perché la parrocchia è povera si scambia con lui, lieto di poter aiutare chi è bisognoso. E questo più volte e in varie circostanze. La sua umile e generosa bontà è riconosciuta anche dai superiori che gli propongono di essere ordinato sacerdote. Gli mancherebbero tre anni di studio, ma, pensa il metropolita, supplisce il cuore. Il 14 febbraio 1899 riceve l’ordinazione sacerdotale e gli viene affidata la parrocchia di S. Demetrio nel villaggio di Gorodnja. Nel 1915 è nominato parroco della chiesa dell’Annunciazione a Pietroburgo. Come era norma di quasi tutti i sacerdoti del tempo, anche padre Vasilij insegna religione nelle scuole parrocchiali.
L’inizio della Prima Guerra Mondiale è causa di cambiamenti in tutte le diocesi della Russia. Molti sacerdoti vengono chiamati a svolgere il servizio di cappellani militari, non pochi muoiono in prima linea assistendo i feriti e i moribondi e devono essere sostituiti. Nella città di Pietroburgo sono decine le chiese private del sacerdote. Così viene la volta anche di Vasilij Medvedskij, arruolato il 16 ottobre 1915 e assegnato al reggimento della guardia imperiale con sede a Mosca. Padre Vasilij non partecipa ad azioni di guerra perché il suo reggimento resta stabile Mosca a difesa della città. Non per questo la sua missione sacerdotale nelle retrovie non è facile. Spira già l’aria che fa presentire la rivoluzione. Sia fra i soldati come fra gli ufficiali, è diffusa la mentalità liberale come la mentalità socialista. Di conseguenza vien meno la disciplina e domina la critica contro tutto e contro tutti. Nonostante i giorni siano torbidi, durante la cappellania di padre Vasilij non si registrano omicidi di ufficiali e neppure casi di insubordinazione generale.
Con l’avvento al potere dei comunisti un decreto del gennaio 1918 ordina a tutti cappellani di abbandonare l’esercito. Padre Vasilij può ritornare alla sua parrocchia dove rimarrà fino al suo martirio. Durante questo periodo caratterizzato non solo dalla persecuzione comunista, ma pure da gravi disordini e separazioni nella stessa Chiesa, la parrocchia di padre Vasilij resterà sempre fedele alla tradizione senza concessioni allo spirito del mondo.
Il 6 gennaio 1931 padre Vasilij Medvedskij viene arrestato mentre torna dalla chiesa e rinchiuso in una prigione di Pietroburgo. E’ accusato di appartenere ad una associazione controrivoluzionaria che ha lo scopo di combattere contro il potere sovietico. Padre Vasilij viene interrogato una sola volta e su temi marginali. I comunisti non hanno bisogno di prove, ma di eliminare anche i presunti colpevoli. Fin dagli albori dell’era comunista il terrore è parte sostanziale del loro metodo di governare il popolo.
Padre Vasilij Medvedskij viene fucilato il 27 aprile 1931.


Autore:
Padre Romano Scalfi


Fonte:
www.culturacattolica.it

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Aggiunto/modificato il 2020-05-14

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