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Beato Bonaventura (Baltasar Mariano) Muñoz Martínez Sacerdote e martire

4 settembre

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Santa Cruz, Murcia, Spagna, 7 dicembre 1912 - Cuello de Tinaja, Murcia, Spagna, 4 settembre 1936 


Baltasar Mariano  Muñoz Martínez nacque il 7 dicembre 1912 a santa Cruz, un paese situato nel territorio di Llano de Brujas, distretto di Murcia (Spagna), in una famiglia di agricoltori e fu battezzato il giorno dopo la sua nascita.
I suoi genitori erano Antonio Muñoz Sánchez e Josefa Martínez Navarro erano profondamente cristiani, che vivevano in un contesto familiare all’insegna della fede e delle opere di misericordia. Sfortunatamente, a due anni rimase orfano della madre e a quattro del padre. Antonio, il più grande dei suoi fratelli che aveva solo quindici anni, dovette prendersi cura di tutti i fratelli più piccoli.
Da bambino si è impegnato con profitto a scuola e nella cura del piccolo gregge della famiglia. Normalmente, al ritorno dal suo lavoro nel pomeriggio, si sedeva e pregava il rosario con suo fratello e sua cognata, con i quali viveva. Spesso era la guida nella recita del rosario che recitavano i fedeli nella chiesa di Santa Cruz.
Baltasar Mariano è cresciuto nell’adempimento di ogni pratica religiosa cattolica, nel rispetto per i sacerdoti, e con la consuetudine di recitare assiduamente il rosario.
Nel 1920 ricevette il sacramento della confermazione e il giorno 27 giugno 1920 fece la sua prima comunione nella cappella della Madonna delle lacrime a Llano de Brujas (ex Baena).
Esattamente sei anni dopo, a tredici anni, vista la sua inclinazione alla vita religiosa fece il suo ingresso nel seminario del Collegio Serafico di Cehegín, della provincia serafica di Cartagena, dove su contraddistinse quale studente modello nei tre corsi di studi umanistici, apprezzato e benvoluto da tutti.
Baltasar Mariano, nel 1930 iniziò il noviziato nel convento di Santa María La Real de las Huertas di Lorca e indossando l'abito francescano gli venne assegnato il nome di Buenaventura.
Nell'aprile del 1931, dovette lasciare il convento e il noviziato per la prima volta, e ritornò in famiglia, dopo la proclamazione della Repubblica e a causa del primo tumulto di maggio, quando sono state incendiate molte chiese e conventi. Dopo alcune settimane tornò di nuovo a Lorca, dove continuò il noviziato. Il 12 settembre 1931, nel convento di Lorca, emise la sua prima professione religiosa che aveva tanto desiderato.
Trasferito nel convento di Santa Catalina del Monte (Santo Ángel, Murcia), completò gli studi umanistici e i tre anni di filosofia.
Nell'agosto del 1934, al convento di Santa Ana de Orihuela (Alicante) iniziò lo studio della teologia per poter diventare sacerdote e il 24 gennaio 1935, mentre frequentava il primo anno di teologia, a Orihuela, fece la sua professione religiosa perpetua nell'Ordine dei Frati Minori.
A memoria di questi anni sono conservate due lettere indirizzate a sua sorella Elisabetta, che era diventata un monaca nel convento della Madre di Dio di Giustiniano, in cui emerge l’affetto per sua sorella,  la sua pietà e il suo spirito di devozione filiale verso la Beata Vergine.
Il giorno 24 luglio 1936, mentre frequentava il secondo anno di teologia, a causa della persecuzione religiosa, fu costretto a lasciare definitivamente il convento, rifugiandosi dal fratello Antonio.
Nelle prime ore del 4 settembre 1936, fu arrestato, sotto gli occhi dei suoi fratelli, e fu portato sul luogo del martirio con Don Pedro Sánchez Barba.
Il suo corpo insanguinato e con il sorriso sul volto fu raccolto dai suoi fratelli poche ore dopo sulla strada che porta a Espinardo, vicino al luogo chiamato Cuello de la Tinaja (Murcia) e fu sepolto nel cimitero di Jesús de Espinardo (Murcia). Il 28 febbraio 1942 i suoi resti, con l’autorizzazione della Direzione Generale della Salute del Ministero degli Interni (Madrid), furono trasferiti nel pantheon di religiosi, nella chiesa della Misericordia dei Francescani di Murcia.
Attualmente i suoi resti riposano nella cappella dedicata ai martiri francescani testimoni della fede, nella stessa chiesa di La Merced di Murcia.
La fama del martirio di Bonaventura Muñoz Martínez e altri tre Servi di Dio francescani si diffuse nella comunità ecclesiale, per cui dal 1963 al 1964 si celebrò il processo informativo presso la Diocesi di Cartagena-Murcia. La validità giuridica di tale processo fu riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi il giorno 5 giugno 1992.
Preparata la Positio super martyrio, il 25 settembre 2009 si celebrò il Congresso dei Consultori Teologi, che espresse parere favorevole.
I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 16 novembre 2010, riconobbero che i suddetti Servi di Dio furono uccisi per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa.
Il Santo Padre Benedetto XVI il 10 dicembre 2010 autorizzò la Congregazione delle Cause dei Santi a pubblicare il Decreto super martyrio.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2020-07-30

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