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Santi Gioacchino ed Anna Genitori della Beata Vergine Maria

26 luglio

Anna e Gioacchino sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino è un pastore e abita a Gerusalemme, anziano sacerdote è sposato con Anna. I due non avevano figli ed erano una coppia avanti con gli anni. Un giorno mentre Gioacchino è al lavoro nei campi, gli appare un angelo, per annunciargli la nascita di un figlio ed anche Anna ha la stessa visione. Chiamano la loro bambina Maria, che vuol dire «amata da Dio». Gioacchino porta di nuovo al tempio i suoi doni: insieme con la bimba dieci agnelli, dodici vitelli e cento capretti senza macchia. Più tardi Maria è condotta al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè. Sant'Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. È patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.


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23650 - San Gioacchino, Padre della Beata Vergine Maria

23700 - Sant'Anna, Madre della Beata Vergine Maria

 


 

SANTI GIOACCHINO ED ANNA, Genitori della Beata Vergine Maria
 

Su Gioacchino e Anna, genitori di Maria, non ci sono riferimenti nella Bibbia e non si possiedono notizie certe; quelle giunte fino a oggi sono ricavate da testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo, oltre che dalla tradizione.

La discendenza, segno dell’amore di Dio
Anna pare fosse figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di Elisabetta e dunque nonna di Giovanni Battista. Gioacchino viene tramandato come uomo virtuoso e molto ricco della stirpe di Davide, che era solito offrire una parte del ricavato dei suoi beni al popolo e una parte in sacrificio a Dio. Entrambi vivono a Gerusalemme. Sposati, Gioacchino e Anna non hanno figli per oltre vent’anni. Non generare prole, per gli ebrei, in quest’epoca è segno della mancanza della benedizione e del favore di Dio; perciò, un giorno, nel portare le sue offerte al Tempio, Gioacchino viene redarguito da un tale Ruben (forse un sacerdote o uno scriba): indegno per non avere procreato, infatti, secondo lui non ha il diritto di presentare le sue offerte. Gioacchino, umiliato e sconvolto da quelle parole, decide di ritirarsi nel deserto e per quaranta giorni e quaranta notti implora Dio, fra lacrime e digiuni, di dargli una discendenza. Anche Anna trascorre giorni in preghiera chiedendo a Dio la grazia della maternità.

L’annuncio della nascita di Maria
Le suppliche di Gioacchino e Anna lassù vengono ascoltate; così un angelo appare separatamente a entrambi e li avverte che stanno per diventare genitori. L’incontro sulla porta di casa fra i due, dopo l’annuncio, si arricchisce di dettagli leggendari. Il bacio che i due sposi si sarebbero scambiati è stato tramandato dinanzi alla Porta Aurea di Gerusalemme, il luogo in cui, secondo una tradizione ebraica, si manifestava la presenza divina e si sarebbe manifestato l’avvento del Messia. Ampia l’iconografia di tale bacio davanti alla nota porta che i cristiani ritengono quella attraverso la quale Gesù avrebbe fatto il suo ingresso nella Città Santa la Domenica delle Palme. Mesi dopo il ritorno di Gioacchino, Anna dà alla luce Maria. La bimba viene cresciuta tra le affettuose premure del papà e le amorevoli attenzioni della mamma, nella casa che si trovava nei pressi della piscina di Betzaeta. Qui, nel XII secolo, i crociati hanno costruito una chiesa, ancora oggi esistente, dedicata ad Anna che ha educato la figlia alle arti domestiche.

Il culto
Quando Maria compie 3 anni, per ringraziare Dio, Gioacchino e Anna la presentano al Tempio per consacrarla al servizio del Tempio stesso, così come avevano promesso nelle loro preghiere. Di Gioacchino gli apocrifi non riferiscono altro, mentre su Anna aggiungono che sarebbe vissuta fino all’età di 80 anni. Le sue reliquie sarebbero state custodite a lungo in Terra Santa, poi traslate in Francia e tumulate in una cappella scavata sotto la cattedrale di Apt. Il ritrovamento e l’identificazione, successivamente, sarebbero stati accompagnati da alcuni miracoli. Il culto ai nonni di Gesù si è sviluppato prima in Oriente, poi in Occidente e nel corso dei secoli la Chiesa li ha ricordati in date diverse. Nel 1481 Papa Sisto IV introduce la festa di Sant’Anna nel Breviario Romano, fissando la data della memoria liturgica al 26 luglio, tramandata come giorno della morte; nel 1584 Gregorio XIII inserisce la celebrazione liturgica di Sant’Anna nel Messale Romano estendendola a tutta la Chiesa. Nel 1510 è Giulio II, invece, a inserire nel calendario liturgico la memoria di San Gioacchino il 20 marzo, poi più volte spostata nei secoli successivi. Con la riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, nel 1969, i genitori di Maria sono stati “ricongiunti” in un’unica celebrazione il 26 luglio.

Fonte: Vatican News
 


 

Genitori della Vergine Maria, nonni di Gesù, Anna e Gioacchino vivono a Gerusalemme. Gioacchino, ricco pastore, uomo buono e virtuoso, non più tanto giovane, ama sua moglie Anna, ma è addolorato perché in tanti anni di matrimonio non sono nati figli. Mentre come ogni anno porta le sue offerte al Tempio, un sacerdote lo ferma dicendo: «Tu che non hai figli non puoi offrire a Dio». Per il modo di pensare dell’epoca, la sterilità era segno di una punizione divina. Umiliato da quelle parole, Gioacchino non torna dalla moglie, si ritira in una sua casa in montagna e per quaranta giorni e quaranta notti digiuna e prega Dio che gli conceda la grazia di avere un figlio. Anna soffre per l’abbandono del marito e, pregando intensamente, chiede a Dio di far tornare Gioacchino e di darle la gioia di un figlio. Se la grazia verrà esaudita Anna promette a Dio di offrire il figlio al servizio divino.
Mentre devotamente prega, un angelo si presenta ad Anna e le dice: «Anna, Anna, il Signore ha accolto la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo». Gioacchino avvisato da un angelo del concepimento, torna dall’amata moglie. Miracolosamente nasce una figlia che i genitori chiamano Maria (che significa “Prediletta del Signore” e “Amata da Dio”). Anna e Gioacchino allevano con amore Maria e, rispettando la promessa fatta a Dio, quando compie tre anni la conducono al Tempio, consacrandola al suo servizio. In seguito, la affidano a Giuseppe, suo promesso sposo.
Sant’Anna per aver partorito la Santa Vergine è invocata da tutte le partorienti e dalle donne che desiderano una gravidanza, un buon parto e un figlio in buona salute. Aiuta pure contro la febbre e il rischio di ridursi in miseria. Protegge anziani, mamme, istitutrici, balie, lavandaie, sarte, ricamatrici, vedove e nonne, ed è patrona di tutte le attività svolte dalle madri di famiglia. Per aver custodito un Bene prezioso per l’umanità, “La madre di Gesù”, Sant’Anna protegge anche orafi e orefici. È patrona, altresì, dei fabbricanti di merletti e pizzi. Caserta la venera come santa patrona. San Gioacchino, per essere stato un nonno amorevole, è protettore dei nonni.


Autore:
Mariella Lentini


Fonte:
Mariella Lentini, Santi compagni guida per tutti i giorni

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Aggiunto/modificato il 2023-07-17

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