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Beato Domenico del Barrio Batz Laico sposato, martire

4 giugno

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Ilom, Guatemala, 26 gennaio 1951– Chajul, Guatemala, 4 giugno 1980

Domingo del Barrio Batz nacque il 26 gennaio 1951 a Ilom, nella parrocchia di San Gaspare, nella regione del Quiché in Guatemala. Sposato, sin dalla giovinezza frequentò la parrocchia, come membro attivo dell’Azione Cattolica Rurale. Accettò con entusiasmo l’invito che il parroco gli rivolse, ossia prestare servizio come sacrestano maggiore: oltre che occuparsi della pulizia della chiesa, doveva accompagnare il sacerdote missionario incaricato della visita dei villaggi, anche di quelli più lontani, Il 4 giugno 1980, proprio tornando da una visita nella frazione di Xe Ixoq Vitz, presso Chajul, venne assassinato con cinque colpi d’arma da fuoco, mentre affiancava padre José María Gran Cirera, anche lui colpito a morte. Aveva ventinove anni. Incluso nella causa di beatificazione che comprendeva padre José María, altri due Missionari del Sacro Cuore e altri sei laici della diocesi di Quiché, è stato con loro beatificato il 23 aprile 2021, sotto il pontificato di papa Francesco. I resti mortali di Domingo, di padre José María e dell’altro sacrestano, Tomás Ramírez Caba, sono venerati nella chiesa di San Gaspare a Chajul.



Domingo del Barrio Batz nacque il 26 gennaio 1951 a Ilom, un villaggio isolato nella regione del Quiché in Guatemala. Era un uomo semplice e sorridente, capace di farsi amico di tutti; era sposato e lavorava come contadino.
Sin dalla giovinezza frequentò la parrocchia, come membro attivo dell’Azione Cattolica Rurale. Quest’organizzazione aveva come scopo l’evangelizzazione dei poveri nei villaggi, tramite l’operato di catechisti laici. Anche Domingo fu uno di loro: visitava, insieme ai compagni, le famiglie, leggeva e commentava la Bibbia.
Accettò con entusiasmo l’invito che il parroco gli rivolse, ossia prestare servizio come sacrestano maggiore nella parrocchia di San Gaspare. Non doveva solo occuparsi dell’ordine e della pulizia della chiesa, ma anche accompagnare il sacerdote missionario incaricato della visita, almeno una volta l’anno, dei villaggi.
Per lui era un impegno col quale veniva esaudito il suo desiderio di lavorare per la Chiesa. Così condivise fatiche, chiusure, i lunghi viaggi a fianco del sacerdote, specie negli insediamenti più distanti dalla sua parrocchia d’origine.
I compaesani lo ricordano come un uomo di gran fede e un cattolico convinto. Nei tempi di piogge o di raccolto pregava accompagnando la gente. Ogni domenica leggeva la Bibbia e, grazie al suo compito di sacrestano, partecipava alla Messa domenicale, ricevendo sempre la Comunione.
Il 31 gennaio 1980 la popolazione del Quiché venne profondamente colpita dal massacro avvenuto nell’ambasciata spagnola a Città del Guatemala: la maggior parte dei trentanove occupanti erano contadini e catechisti della loro zona.
Padre José María Gran Cirera, sacerdote Missionario dei Sacri Cuori, incaricato delle visite ai villaggi, venne convocato dal comandante del distaccamento militare, ma ribadì di non essere complice dei guerriglieri, bensì di lavorare per la pace, come tutti i membri della Chiesa.
Il 4 giugno 1980, mentre rientrava da una visita a Xe Ixoq Vitz, frazione di Chajul, il missionario venne assassinato. Insieme a lui, e come lui colpito alle spalle, c’era Domingo. Se l’assassinio del primo era stato da tempo pianificato, quello del secondo non era inizialmente previsto; avvenne, con tutta probabilità, perché non ci fossero testimoni oculari dell’accaduto.
I loro cadaveri vennero trovati dai pompieri di Chajul. Quello di Domingo aveva cinque ferite da colpi d’arma da fuoco: due all’altezza dello stomaco, due al petto e una nell’occhio, che passò attraverso la testa. Padre José María, invece, il cui corpo era accanto al suo, aveva almeno cinque colpi, un braccio mozzato e separato dal resto del corpo. Nella sua borsa erano stati inseriti volantini di propaganda, per far credere che entrambi fossero membri della guerriglia contro i quali i membri dell’Esercito combattevano.
La loro fama di martirio e di santità rimase viva nella gente del Quiché durante gli anni di una sistematica e costante persecuzione contro la Chiesa, o meglio, contro il suo operato a favore dei diritti fondamentali del popolo guatemalteco.
Furono quindi inclusi in un gruppo che comprendeva anche altri due Missionari del Sacro Cuore, Faustino Villanueva Villanueva e Juan Alonso Fernandes, e altri sei laici, perlopiù impegnati nell’Azione Cattolica Rurale, ovvero Tomás Ramírez Caba, Nicolás Castro, Reyes Us Hernández, Juan Barrera Méndez, Rosalío Benito e Miguel Tiu Imul.
Non appena la situazione politica in Guatemala si fu pacificata, divenne possibile raccogliere testimonianze e informazioni su di loro, così da avviare la causa di beatificazione e canonizzazione come gruppo.
Il processo diocesano si svolse dal 21 luglio 2007 al 22 marzo 2013; il nulla osta fu rilasciato dalla Santa Sede il 4 settembre 2007. La convalida giuridica degli atti del processo arrivò il 17 ottobre 2014, mentre la “Positio super martyrio” fu consegnata nel 2018.
Il 23 gennaio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui veniva riconosciuto il martirio di padre José María Gran Cirera e compagni, aprendo la via alla loro beatificazione.
La celebrazione si è svolta nella cattedrale della Santa Croce a Santa Cruz del Quiché, il 23 aprile 2021, presieduta dal cardinal Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo della diocesi di Huehuetenango, come delegato del Santo Padre.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2021-04-21

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