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Beato Tommaso Ramírez Caba Laico sposato, martire

6 settembre

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Chajul, Guatemala, 30 dicembre 1934 – 6 settembre 1980

Tomás Ramírez Caba nacque a Chajul, in Guatemala, il 30 dicembre 1934. Uomo buono, sorridente, amabile, semplice e rispettoso, era il sacrestano maggiore della parrocchia di San Gaspare a Chajul. Dopo l’assassinio di padre José María Gran Cirera, Missionario dei Sacri Cuori, avvenuto a Chajul il 4 giugno 1980, fu più evidente la persecuzione in atto contro la Chiesa, specie contro coloro che avevano incarichi particolari. Anche Tomás fu più volte minacciato, ma ogni volta ribadiva a sua moglie Rosa di non voler abbandonare la cura per la sua chiesa, neanche a rischio della vita. Il 6 settembre 1980, mentre pregava proprio nella chiesa di San Gaspare, venne prelevato a forza da alcuni guerriglieri e, una volta portato fuori, ucciso a colpi d’arma da fuoco; aveva quarantacinque anni. Incluso nella causa di beatificazione che comprendeva tre Missionari del Sacro Cuore (tra i quali il già citato padre José María Gran Cirera) e altri sei laici della diocesi di Quiché, è stato con loro beatificato il 23 aprile 2021, sotto il pontificato di papa Francesco. I resti mortali di Tomás, di padre José María e dell’altro sacrestano, Domingo del Barrio Batz, sono venerati nella chiesa di San Gaspare a Chajul.



Tomás Ramírez Caba nacque a Chajul il 30 dicembre 1934. I suoi genitori erano Tomás Ramírez e María Caba. Era il sacrestano maggiore della parrocchia di San Gaspare a Chajul, situata nel territorio di quella che, dal 1967, fu la diocesi di Quiché.
Uomo buono, sorridente, amabile, semplice e rispettoso di tutti, aiutava i compaesani per quanto gli fosse possibile, senza trascurare il suo impegno per l’ordine in chiesa.
Dopo l’assassinio di padre José María Gran Cirera, Missionario dei Sacri Cuori, avvenuto a Chajul il 4 giugno 1980, fu più evidente la persecuzione in atto contro la Chiesa, specie contro coloro che, laici o sacerdoti che fossero, avevano incarichi particolari. Nonostante le minacce e le segnalazioni alle autorità, i fedeli cercarono di vivere come sempre.
Neppure Tomás prestava ascolto alle imposizioni da parte degli uomini dell’Esercito, che più volte gl’intimavano di non farsi più vedere in chiesa. Puntualmente lui riferiva le loro parole a Rosa, sua moglie, con profondo dispiacere, aggiungendo però che non avrebbe mai smesso di badare alla chiesa, nemmeno a costo della vita.
Il 6 settembre 1980, alcuni guerriglieri entrarono a Chajul per infastidire il distaccamento militare. Irruppero nella chiesa, dove Tomás si trovava a pregare, lo sollevarono e lo spinsero a calci fuori dalla chiesa, quindi gli spararono all’altezza del petto; l’uomo, quarantacinquenne, cadde morto all’istante. Dopo l’accaduto, i guerriglieri raggiunsero la sua casa e, con modi prepotenti, terrorizzarono tutta la sua famiglia.
La fama di martirio e di santità di Tomás portò a includerlo nella causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva tre sacerdoti Missionari del Sacro Cuore (incluso il già citato padre José María Gran Cirera) e altri sei laici della diocesi di Quiché, molti dei quali erano membri dell’Azione Cattolica Rurale.
Il processo diocesano si svolse dal 21 luglio 2007 al 22 marzo 2013; il nulla osta fu rilasciato dalla Santa Sede il 4 settembre 2007. La convalida giuridica degli atti del processo arrivò il 17 ottobre 2014, mentre la “Positio super martyrio” fu consegnata nel 2018.
Il 23 gennaio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui veniva riconosciuto il martirio di Tomás Ramírez Caba e compagni, aprendo la via alla sua beatificazione.
La celebrazione si è svolta nella cattedrale della Santa Croce a Santa Cruz del Quiché, il 23 aprile 2021, presieduta dal cardinal Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo della diocesi di Huehuetenango, come delegato del Santo Padre.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2021-04-21

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