Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati



Newsletter
Per ricevere i Santi di oggi
inserisci la tua mail:


E-Mail: [email protected]


> Home > Sezione M > Beata Maria Agostina (Antonia Luzmila) Rivas López Condividi su Facebook Twitter

Beata Maria Agostina (Antonia Luzmila) Rivas López Vergine e martire

27 settembre

Coracora, Perů, 13 giugno 1920 - La Florida, Perů, 27 settembre 1990

Antonia Luzmila Rivas López nacque il 13 giugno 1920 a Coracora, nell’altopiano meridionale del Perù, primogenita di undici figli. A circa tredici anni partì per Lima, dove conobbe la Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore. Iniziò il noviziato il 18 marzo 1942, cambiando nome in suor Maria Agostina, ma tutti la chiamavano affettuosamente Aguchita. Passò per vari servizi all’interno delle comunità peruviane della sua Congregazione, lavorando a fianco delle popolazioni indigene, senza mai trascurare il tempo per la preghiera e amando profondamente ogni aspetto del creato. Nel 1988 fu inviata a La Florida, nel Vicariato Apostolico di San Ramón, per collaborare a un progetto di promozione della donna. Pochi anni dopo, il movimento maoista Sendero Luminoso cominciò a diffondere terrore e confusione anche nella zona di La Florida. Suor Aguchita e le consorelle decisero di restare, per continuare a dare speranza al popolo degli Ashaninka. Il 27 settembre 1990 suor Aguchita venne prelevata da alcuni membri di Sendero Luminoso e assassinata nella piazza di La Florida, insieme ad altre sei persone, perché accusata di manipolare gli abitanti del villaggio. Aveva da poco compiuto settant’anni. Fu beatificata il 7 maggio 2022 nel parco centrale di La Florida, sotto il pontificato di papa Francesco. I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa di Santa Rosa da Lima a La Florida, mentre la sua memoria liturgica cade il 27 settembre, giorno della sua nascita al Cielo.



Infanzia e famiglia
Antonia Luzmila Rivas López nacque il 13 giugno 1920 a Coracora, capoluogo della provincia di Parinacochas, nell’altopiano meridionale del Perù. Era la prima degli undici figli di Damaso Rivas e Modesta López, di buone condizioni sociali.
Fu battezzata circa un mese dopo la nascita, l’11 luglio 1920, nella parrocchia della Madonna della Neve a Coracora. La sua Cresima risale invece al 1925, probabilmente in occasione di qualche visita pastorale.
In quanto figlia maggiore, imparò subito a prendersi le sue responsabilità, sia nell’andamento della casa, sia nel lavoro nei campi e col bestiame posseduto da suo padre. Non ricevette un’istruzione formale, ma imparò almeno a leggere e scrivere.

Segni di vocazione
I suoi genitori accoglievano volentieri i sacerdoti in visita al loro paese, particolarmente i padri Redentoristi. Non escludevano, quindi, che qualcuno dei loro figli si decidesse per la vita consacrata.
Forse fu per questa continua e amichevole frequentazione che Antonia Luzmila, quando aveva circa tredici anni, partì per Lima, accompagnata da un sacerdote redentorista. Il padre ebbe qualche difficoltà a staccarsi da lei, mentre la madre fece di tutto per assicurarsi che il viaggio fosse tranquillo. Anche César, che era il secondogenito e il primo nato dei figli maschi, si consacrò poi a Dio, proprio tra i Redentoristi.

Nella Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore
Nella capitale peruviana, Antonia Luzmila completò gli studi di base. Soprattutto, conobbe la Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, fondata nel 1835 ad Angers da suor Maria di Sant’Eufrasia Pelletier (canonizzata nel 1942). La fondazione in Perù risaliva al 1871, quando sette religiose della comunità di Montréal in Canada avviarono i loro servizi per l’accoglienza di donne e bambine in difficoltà.
Antonia Luzmila fu ammessa al prenoviziato nel 1940 e iniziò il noviziato il 18 marzo 1942. Con la vestizione religiosa, cambiò il nome in suor Maria Agostina di Gesù, ma tutti la chiamavano affettuosamente Aguchita. L’8 febbraio 1945 emise i voti temporanei e, dopo quattro anni esatti, quelli perpetui.
Nel frattempo, ottenne due diplomi: quello di taglio e cucito presso l’Accademia Moderna di Lima, a novembre 1941, e quello in cucito, ricamo e confezione di corredi presso la Scuola Laboratorio Santa Rosa di Santa Magdalena del Mar, a gennaio 1942.

Dai suoi «Appunti personali»
Nel 1960, mentre viveva quello che nella sua Congregazione è detto “anno di probazione”, suor Aguchita seguì una serie di conferenze spirituali. In un quaderno intitolato «Appunti personali», iniziato il 2 febbraio 1960, appuntò le riflessioni che le venivano dagli argomenti che ascoltava: la responsabilità, la formazione, la sofferenza, la perseveranza, i consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, ma anche l’umorismo e il sorriso.
Nelle sue meditazioni comprendeva anche la preghiera per i sacerdoti: offriva i propri dolori per i sacerdoti della Cina, di Cuba, per quelli della sua patria e per quelli che considerava particolarmente “suoi”.
Il 29 febbraio 1960, chiuse le sue riflessioni sul tema della santità con un’invocazione: «Oh, Signore! Fa’ che io ti conosca per amarti. Perché stiamo svolgendo il ruolo di Cristo. Lui vuole che noi sappiamo sopportare la croce, ma non diventare croci e cercarle. È così diverso il lavoro delle anime generose. Siamo noi anime così?».

Mille compiti svolti con amore
Fin dal suo ingresso in Congregazione, suor Aguchita si era dimostrata disponibile ad aiutare in ogni servizio, anche quelli più faticosi. Si recava al mercato e riusciva a ottenere molto spesso frutta o verdura in regalo.
Intorno al 1966 seguì anche un corso d’infermieristica, dove imparò di cosa possono aver più bisogno i malati. Applicò immediatamente quanto aveva appreso: dal 1970 al 1975 visse nella comunità delle consorelle Contemplative del Buon Pastore (la Congregazione, dalle origini, aveva comunità apostoliche e contemplative), dove portò la sua esperienza di vita attiva raccontando le sofferenze delle donne abusate e delle bambine orfane; le Contemplative si offrirono subito di aiutarle.
A un’altra suora che le aveva domandato perché la vita religiosa fosse difficile, suor Aguchita replicò: «La vita religiosa non è difficile se c’è amore per Dio, perché l’amore per Dio ci ha portato nella vita religiosa. A volte si dice “ho scelto la vita religiosa perché volevo”, è vero, ma la forza e il coraggio che ci sono stati dati per lasciare tutto sono venuti da Dio nostro Padre, nostro amico».

La sua devozione e la sua preghiera
La testimonianza di suor Aguchita era attraente di per sé, ma aveva forti radici nell’amore a Gesù, in particolare sotto le specie dell’Eucaristia, e nella devozione a Maria; dovunque andasse, recitava il Rosario. Più di una volta si mise sotto la protezione di san Giuseppe, in particolare quando le opere dove viveva avevano problemi economici.
Prima di andare a dormire, andava a pregare in cappella e si alzava solo quando sentiva di avere sonno. Altre volte fu trovata dalle consorelle in preghiera appena spuntata l’alba: si scusava affermando che temeva di non aver tempo durante la giornata e che, se non avesse pregato, si sarebbe sentita vuota. Concludeva invitando le altre suore a pregare per il gruppo di mamme che seguiva e per i loro bambini.

Educatrice tramite il lavoro
Tra il 1963 e il 1967, suor Aguchita fu responsabile della lavanderia intitolata a San Giuseppe e situata a Barrios Altos. Era un servizio che consentiva alla Congregazione di avere delle entrate per sostenere le suore e le attività apostoliche; vi lavoravano sia le suore della comunità, sia persone esterne con un regolare stipendio.
Suor Aguchita era attenta in particolare alle ragazze più difficili, insegnando loro anche a rammendare gli abiti. Alle consorelle indicava come farsi rispettare, ma anche come farsi vicine a loro e pregare per i loro bisogni più veri.
Anche in quell’incarico, ricavava tempo per pregare, al mattino presto e alla domenica. Non venne meno neanche la sua attenzione ai sacerdoti, sia quando ne lavava abiti e vesti, sia quando, al sabato mattina, andava a fare le pulizie alla Casa del clero.
Lasciato il lavoro in lavanderia, passò alla scuola gratuita intitolata al Bambino Gesù di Praga, a partire dal 10 marzo 1969. Tra il 1977 e il 1979, invece, lavorò presso la casa Regina della Pace a Salamanca (sempre in Perù): insegnava attività manuali alle bambine e alle ragazze, come taglio e cucito, ma anche cucina; le toffees al latte e alle arachidi erano la sua specialità.

A La Florida
A febbraio 1988 la superiora provinciale chiese a suor Aguchita di entrare a far parte dell’équipe che si occupava di un progetto di promozione della donna nell’insediamento di La Florida, nel distretto di Perené, abitato dal popolo degli Ashaninka. Rispose immediatamente, perché da sempre sognava di andare missionaria nella giungla peruviana.
Fu subito un valido aiuto per le consorelle dell’équipe, ma anche per tutti coloro che, attratti dalla serenità e dall’entusiasmo che trasmetteva, andavano da lei per un conforto. Qualcuno imparò da lei anche a meravigliarsi per gli animali, gli uccelli e per la vita della natura, che aveva invece a lungo dato per scontato. In effetti, avendo imparato sin da bambina ad aver a che fare con il bestiame e le piante, suor Aguchita si sentiva in profonda unione con tutto il creato.

La scelta di restare
Tuttavia, nel marzo 1989, la guerra interna cominciata nel 1980 dal Partito Comunista Sendero Luminoso s’intensificò anche nella valle di Yurinaqui, dove sorgeva La Florida. Nella preghiera comunitaria, suor Aguchita chiedeva sempre più spesso d’intercedere per i “compagni”, ossia per i sovversivi armati che terrorizzavano e confondevano la popolazione.
Lei per prima cercava di mantenere una vita quotidiana il più tranquilla possibile, infondendo speranza. Le suore valutarono di sospendere il loro progetto di promozione femminile, ma compresero di dover continuare a testimoniare la pace; scelsero allora di restare.
A gennaio 1990, suor Aguchita trascorse un tempo di ritiro nella comunità di noviziato a Lima. Aveva in programma di rimanere per qualche altro mese, perché doveva essere operata di cataratta, ma rinviò l’intervento. A giugno tornò a La Florida e non ripartì per Lima ad agosto, come le era concesso.
Nella lettera scritta l’8 settembre 1990, rispondendo a quella che la superiora provinciale le aveva inviato per il suo settantesimo compleanno, suor Aguchita scrisse: «Per quanto riguarda l’aspetto spirituale, me ne sto andando velocemente, sembra che siano gli ultimi giorni della mia vita, quindi devo approfittare del tempo che vola, altrimenti mi presenterei a mani vuote nell’eternità».

Il martirio
Per i membri di Sendero Luminoso, valeva la tesi marxista per cui la religione era un fenomeno sociale prodotto dallo sfruttamento. Chi faceva parte della Chiesa, con il pretesto di aiutare la popolazione, contribuiva invece ad affamarla e a tenerla sottomessa. Valeva particolarmente per le suore, accusate di azzittire e manipolare gli abitanti dei villaggi.
Il 27 settembre 1990, suor Aguchita e la consorella suor Vilma Licuona erano le uniche suore presenti a La Florida. La superiora locale, suor Celina Jugo, era andata nella vicina città di La Merced ad aspettare alcune giovani volontarie.
Quando i guerriglieri senderisti arrivarono a La Florida, tra le tre e le quattro del pomeriggio, ordinarono agli abitanti di riunirsi nella piazza del paese. Chiesero quindi dove fosse la superiora: in mancanza di lei, prelevarono suor Aguchita dal laboratorio di pasticceria, dove si trovava con alcune bambine.
Uno degli aggressori lesse una lista di nomi: Juan Pérez Escalante, Luis Pérez Marín, Pedro Pizarro, Efigenia Marín de Pérez, Jesús Marín de Pérez e suor Maria Agostina Rivas. Quest’ultima difese gli altri: «Sono persone che non hanno fatto male a nessuno», ma le fu risposto: «Che il tuo Dio ti salvi ora. Noi sgozzeremo il tuo Dio». A quel punto iniziò a pregare, volgendo lo sguardo al cielo.
I condannati vennero allineati uno dopo l’altro, quindi fucilati. Mentre la gente del villaggio scappava, suor Aguchita fu colpita per ultima, da una raffica di cinque colpi. Il suo corpo e quello degli altri abitanti rimasero insepolti fino al giorno dopo, quando alcuni abitanti, pur avendo paura di rappresaglie, li coprirono con delle lenzuola.
Vennero sepolti frettolosamente il 28 settembre nel cimitero di La Florida, ma il cadavere di suor Aguchita venne riesumato dalla polizia giudiziaria del Perù per sottoporlo ad autopsia. Alcune suore, a quel punto, accompagnate da un consulente legale, raggiunsero il reparto di Medicina Legale di La Merced per riottenere i resti della consorella: il 6 ottobre vennero quindi sepolti nel cimitero Presbitero Maestro di Lima.

Fama di martirio e avvio della causa di beatificazione
L’assassinio di suor Aguchita non passò sotto silenzio. Attraverso appositi comunicati, si pronunciarono il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Peruviana, la Conferenza dei Superiori Maggiori dei Religiosi del Perù, il Centro Amazzonico di Antropologia e Applicazione Pratica e la Congregazione di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore.
Tutti sono stati concordi nel definire irragionevole la violenza che ha portato alla morte della religiosa, la prima consacrata uccisa in Perù dai senderisti, e nel sottolineare la sua opera a favore della pace tra il popolo peruviano.
A La Florida e nella Congregazione la sua fama di martirio si è diffusa e ha portato all’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione. L’Inchiesta diocesana si è svolta dal 4 al 16 ottobre 2017 presso il Vicariato Apostolico di San Ramón, nel cui territorio ricade La Florida; gli atti dell’Inchiesta sono stati convalidati il 16 novembre 2018. Nello stesso anno, i resti mortali di suor Aguchita sono stati traslati nella chiesa di Santa Rosa da Lima a La Florida.

Il riconoscimento del martirio e la beatificazioneDopo la consegna della “Positio super martyrio”, si è svolta la discussione tra i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, che il 19 novembre 2020 si sono pronunciati a favore del martirio di suor Aguchita. Il 4 maggio 2021, nella loro Sessione Plenaria, i cardinali e i vescovi membri della Congregazione hanno emesso a loro volta parere positivo.
Il 22 maggio 2021, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sul martirio di suor Aguchita.
La sua beatificazione è stata celebrata sabato 7 maggio 2022 nel parco centrale di La Florida, presieduta dal cardinal Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida e amministratore apostolico della diocesi di Caracas in Venezuela, come delegato del Santo Padre.
La memoria liturgica della Beata Maria Agostina cade il 27 settembre, giorno della sua nascita al Cielo.


Autore:
Emilia Flocchini

______________________________
Aggiunto/modificato il 2022-05-09

___________________________________________
Translate this page (italian > english) with Google

Album Immagini


Home . Onomastico . Emerologico . Patronati . Diz.Nomi . Ricerca . Ultimi . Più visitati