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Beata Maria Adela (Clara) Schramm Martire

25 febbraio

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Łączna, Polonia, 3 giugno 1885 a - Godzieszów, Polonia, 25 febbraio 1945

Klara Schramm nacque a Łączna presso Kłodzko, nella Polonia centro-meridionale, il 3 giugno 1885. A ventisei anni fece domanda di entrare tra le Suore di Santa Elisabetta: con la vestizione religiosa, il 29 ottobre 1912, cambiò nome in suor Maria Adela. Emise i voti perpetui il 29 giugno 1924. Per la maggior parte della vita da religiosa operò nella casa di Ramułtowice. Dal 1941 al 1944 fu in servizio a Sobięcin, quindi venne nominata superiora della casa di Godzieszów. Due giorni prima dell’arrivo dell’Armata Rossa, avvenuto il 20 febbraio 1945, convinse due suore a fuggire. L’indomani venne aggredito il parroco, trovato morto sei mesi dopo. La sorella del parroco, la signora Kowalska sua domestica, suor Maria Adela, due donne anziane e altre quattro persone, si nascosero per alcuni giorni nella soffitta di una fattoria. Per quattro giorni riuscirono a scendere approfittando dell’assenza dei soldati di guardia e a rifocillarsi, aiutati dal padrone della fattoria. Il 25 febbraio, verso mezzogiorno, vennero però sorpresi a tavola. Furono uccisi tutti, mentre suor Maria Adela si oppose con tutte le sue forze alla violenza che rischiava di subire. Anche lei, però, cadde uccisa da un colpo di arma da fuoco; aveva cinquantanove anni. Insieme ad altre nove Suore di Santa Elisabetta, vittime della violenza e della persecuzione da parte dei soldati, fu beatificata l’11 giugno 2022 nella cattedrale di San Giovanni Battista a Breslavia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica delle dieci suore ricorre l’11 maggio, giorno della nascita al Cielo della religiosa scelta a capo del gruppo, suor Maria Paschalis Jahn.



Klara Schramm nacque a Lacuna, villaggio presso Kłodzko, nella Polonia meridionale, il 3 giugno 1885, figlia, come altri quattro maschi e sei femmine, di un operaio, già lavoratore autonomo, e di Augusta, casalinga e contadina.
A ventisei anni fece domanda di entrare tra le Suore di Santa Elisabetta: con la vestizione religiosa, il 29 ottobre 1912, cambiò nome in suor Maria Adela. Emise i voti perpetui il 29 giugno 1924, trentanovenne.
Per la maggior parte della vita da religiosa operò nella casa di Ramułtowice, presso Breslavia, che lasciò per circa quattro mesi nel 1926, quando fu inviata a Szklarska Poręba; tornò quindi a Ramułtowice. Dal 1941 fu in servizio a Sobięcin (attualmente quartiere di Wałbrzych), fino a metà del 1944, quando venne nominata superiora della casa Sant’Agostino a Godzieszów, presso Lubań. Lì, secondo lo specifico della sua congregazione, si occupava di un ambulatorio e di aiutare poveri e anziani, vegliandoli anche per intere notti.
Il 20 febbraio i soldati dell’Armata Rossa arrivarono a Godzieszów, comportandosi inizialmente in maniera rispettosa verso le donne e le suore. La situazione peggiorò il giorno seguente, con l’arrivo di un altro drappello. Due suore, due giorni prima dell’arrivo delle truppe, riuscirono a fuggire, convinte da suor Maria Adela.
Il 21, due soldati aggredirono il parroco, don Arnold, che aveva tentato di difendere sua sorella dalla loro violenza. Il suo cadavere venne ritrovato sei mesi dopo, nel cimitero presso la chiesa. La sorella del parroco, la signora Kowalska sua domestica, suor Maria Adela, due donne anziane e altre quattro persone, si nascosero per alcuni giorni nella soffitta di una fattoria, scampando all’arrivo di un gruppo di soldati.
Tuttavia, col passare dei giorni, il nascondiglio sembrava sempre più inadeguato per ospitarli così a lungo e così in tanti. Provarono quindi a scendere dalla soffitta, assicurandosi che non ci fosse nessuno in agguato. Per quattro giorni riuscirono a venire giù e a rifocillarsi, aiutati da Paul Baum, il proprietario della fattoria, e agevolati dal fatto che anche i soldati, alla stessa ora, erano a pranzo.
Il 25 gennaio, però, furono sorpresi da cinque soldati dai tratti asiatici, mentre erano seduti a tavola. Morirono sul colpo il proprietario e sua moglie, insieme a due anziani che suor Maria Adela aveva accudito. Poco dopo, i soldati spararono anche alla sorella del parroco.
Suor Maria Adela credeva che, per l’abito religioso che portava, sarebbe stata risparmiata dalla loro violenza, ma venne aggredita. Implorò di essere lasciata in pace, perché era una consacrata, e preferiva morire piuttosto di essere ferita nella sua dignità, ma gli aggressori divennero ancora più feroci. Uno di loro, esasperato, trasse fuori la pistola e le sparò. Suor Maria Adela cadde esclamando: «O Gesù mio!».
La signora Kowalska fu l’unica testimone, anche se non oculare, dell’accaduto: non essendo scesa a mangiare, udì dalla soffitta i rumori della colluttazione, le urla della suora e gli spari, seguiti da un totale silenzio. Neanche allora scese, temendo per la propria vita.
Non si seppe dove si trovavano i resti di suor Maria Adela finché Michał Wrzeszcz, intorno al 1970, non li rinvenne durante la costruzione dell’acquedotto, sepolti in una buca lasciata da una bomba, come spesso accadeva per i morti fucilati; furono riconosciuti tramite alcuni brandelli dell’abito religioso.
Suor Maria Adela e altre nove Suore di Santa Elisabetta, vittime della violenza e della persecuzione da parte dei soldati, per la fama di martirio e di segni che da sempre le aveva circondate, furono beatificate nella cattedrale di San Giovanni Battista a Breslavia l’11 giugno 2022, nella Messa presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato di papa Francesco.
La loro memoria liturgica ricorre l’11 maggio, giorno della nascita al Cielo della religiosa scelta come capo del gruppo, suor Maria Paschalis Jahn.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-06-20

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