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Beata Maria Felicitas (Anna) Ellmerer Martire

25 marzo

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Grafing, Germania, 12 maggio 1889 – Nysa, Polonia, 24 marzo 1945

Anna Ellmerer nacque il 12 maggio 1889 a Grafing, in Baviera, ultima di quattro figli. A ventidue anni, il 20 giugno 1911, domandò di entrare nella congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. Nello stesso giorno entrò in convento anche Katarzyna, sua sorella, più anziana di due anni: lei cambiò nome in suor Maria Felicitas, l’altra in suor Maria Perpetua. La specialità di suor Maria Felicitas era l’insegnamento del lavoro domestico e manuale: prima a Düsseldorf, poi a Kup, infine a Nysa, nella casa di Santa Elisabetta per suore anziane e malate. Assistette impotente allo scempio della casa e delle consorelle operato da soldati dell’Armata Rossa tra il 23 e il 24 marzo 1945. Il 25 marzo, quell’anno Domenica delle Palme, alcuni armati entrarono nel refettorio e cercarono di prelevare alcune suore. Suor Maria Arkadia Kroll, la superiora, accorse a difenderle, ma subì un colpo così forte da rinvenire solo il giorno dopo. Suor Maria Felicitas si precipitò a sua volta per aiutarla, quando fu notata da uno dei soldati. Lottò con tutte le sue forze per non cedergli, tanto da venir indirettamente lodata dagli altri militari. Il soldato la minacciò, ma lei in risposta stese le mani in forma di croce e gridò: «Viva Cristo R…». Non poté finire la frase, perché il soldato le sparò, quindi la finì prendendola a calci sulla testa e al petto. Nel maggio successivo avrebbe compiuto cinquantasei anni. Insieme ad altre nove Suore di Santa Elisabetta, vittime della violenza e della persecuzione da parte dei soldati, fu beatificata l’11 giugno 2022 nella cattedrale di San Giovanni Battista a Breslavia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica delle dieci suore ricorre l’11 maggio, giorno della nascita al Cielo della religiosa scelta a capo del gruppo, suor Maria Paschalis Jahn.



Anna Ellmerer nacque il 12 maggio 1889 a Grafing, in Baviera, figlia di un pastore e casaro e della figlia di un locandiere. Era l’ultima di quattro figli, dei quali uno solo era maschio. La madre morì quando lei aveva tre anni, quindi il padre si risposò.
A ventidue anni, il 20 giugno 1911, domandò di entrare nella congregazione delle Suore di Santa Elisabetta. Nello stesso giorno entrò in convento anche Katarzyna, sua sorella, più anziana di due anni: lei cambiò nome in suor Maria Felicitas, l’altra in suor Maria Perpetua, omaggiando quindi le due martiri Perpetua e Felicita.
La specialità di suor Maria Felicitas era l’insegnamento del lavoro domestico e manuale: aveva infatti frequentato un corso per diventare insegnante di ricamo, economia domestica e ginnastica nelle scuole femminili popolari, medie e superiori. Fino al 1939 insegnò nella casa di San Giovanni a Düsseldorf. Per un breve periodo fu a Kup; dal marzo 1941, invece, passò nella casa di Santa Elisabetta a Nysa, casa di riposo per suore anziane e malate.
Nel corso della seconda guerra mondiale, anche a Nysa arrivarono le notizie relative a quanto accaduto in altri conventi: molte Suore di Santa Elisabetta avevano perso le loro case, erano state violentate, uccise o entrambe le cose.
Il 22 marzo la superiora, suor Maria Arcadia Kroll, chiese alle giovani suore di andare via, mentre le suore anziane moltiplicavano le loro preghiere. L’Armata Rossa arrivò a Nysa tra il 23 e il 24 marzo 1945. Anche lì, le suore vennero catturate, specie quando dovevano uscire dai conventi per andare a curare i malati a domicilio.
I soldati giunsero nella casa di Santa Elisabetta il 24. La loro irruzione fu tanto repentina che i testimoni dell’accaduto, successivamente, poterono offrire solo testimonianze frammentarie. Da quel che è stato possibile ricostruire, risulta che le suore ricevettero l’ordine di riunirsi nel refettorio, situato nel seminterrato; portarono lì anche le consorelle inferme, che gli aggressori non considerarono per i loro scopi.
Un soldato, a un certo punto, scorse una giovane suora, della quale non è stato tramandato il nome, seduta accanto al forno. L’afferrò per portarla con sé, ma quella gli resistette, chiedendo aiuto. Mentre gli altri soldati deridevano il compagno, incapace di tenere testa a una donna, perdipiù religiosa, un’altra suora, suor Maria Sapientia Heymann, assisteva spaventata.
Raccolse tutto il suo coraggio e si avvicinò al soldato, supplicandolo di smetterla. Dopo qualche attimo di esitazione, lui estrasse la pistola e sparò. Suor Maria Sapientia morì sul colpo. Suor Maria Felicitas assistette impotente allo scempio della casa e delle consorelle, operato dai soldati.
Il giorno dopo, 25 marzo, nel quale quell’anno cadeva la Domenica delle Palme, alcuni armati entrarono nel refettorio e cercarono di prelevare alcune suore. Suor Maria Arkadia Kroll, la superiora, accorse a difenderle, ma subì un colpo così forte da rinvenire solo il giorno dopo.
Suor Maria Felicitas si precipitò a sua volta per aiutarla, quando fu notata da uno dei soldati. Lottò con tutte le sue forze per non cedergli, tanto da venir indirettamente lodata dagli altri militari. Il soldato la minacciò, ma lei in risposta stese le mani in forma di croce e gridò: «Viva Cristo R…». Non poté finire la frase, perché il soldato le sparò, quindi la finì prendendola a calci sulla testa e al petto. Nel maggio successivo avrebbe compiuto cinquantasei anni.
Il 26 marzo, il corpo di suor Maria Felicitas fu sepolto nel giardino della casa di Santa Elisabetta, accanto alle tombe di suor Maria Sapientia e di suor Maria Melusja Rybka, morte anche loro il 24 marzo.
Tuttavia, negli anni ’60 del 1900 quella porzione di terreno venne espropriata, per costruirvi sopra una fabbrica di automobili. A quel punto le suore, nottetempo e all’insaputa delle autorità comuniste, traslarono i resti in una tomba comune, nello stesso giardino, dove trovarono sepoltura anche cinque laici.
Suor Maria Felicitas, suor Maria Melusja e suor Maria Sapientia, più altre sette Suore di Santa Elisabetta, vittime della violenza e della persecuzione da parte dei soldati, per la fama di martirio e di segni che da sempre le aveva circondate, furono beatificate nella cattedrale di San Giovanni Battista a Breslavia l’11 giugno 2022, nella Messa presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come inviato di papa Francesco.
La loro memoria liturgica ricorre l’11 maggio, giorno della nascita al Cielo della religiosa scelta come capo del gruppo, suor Maria Paschalis Jahn.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2022-06-20

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