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Venerabile Giuseppe Torres Padilla Sacerdote e fondatore

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San Sebastián de la Gomera, Isole Canarie, Spagna, 25 agosto 1811 - Siviglia, Spagna, 23 aprile 1878 [togliere puntino finale]

José Torres Padilla nacque il 25 agosto 1811 a San Sebastián de la Gomera, nelle isole Canarie. Rimasto orfano di entrambi i genitori, venne educato da una zia insieme ai suoi tre fratelli e a sua sorella. Desiderando diventare sacerdote, a sedici anni si trasferì a Tenerife per studiare all'Università di San Fernando de la Laguna, ma nel 1833 l’ateneo fu chiuso. Proseguì dunque gli studi a Valencia, quindi a Siviglia, dove fu ordinato sacerdote il 27 febbraio 1836. A Siviglia ebbe numerosi incarichi, compreso quello di canonico della cattedrale, nomina che ottenne nel 1871, poco dopo essere tornato da Roma, dove il Beato Pio IX lo volle come consultore pontificio e teologo al Concilio Vaticano I. Il suo titolo più illustre, però, è quello di “Santero”, ossia “Costruttore di santi”: gli derivò dal suo essere guida spirituale di molti fedeli. In particolare, accompagnò la giovane María de los Ángeles Guerrero González, in religione madre Angela della Croce (canonizzata nel 2003) a fondare la congregazione della Compagnia delle Sorelle della Croce, della quale fu il primo direttore ecclesiastico. Morì a Siviglia il 23 aprile 1878. Il 21 maggio 2022 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto sull’eroicità delle sue virtù e, il 14 marzo 2024, quella del decreto relativo a un miracolo per sua intercessione, aprendo la via alla sua beatificazione. I resti mortali di padre Torres riposano nella cappella della casa generalizia della Compagnia delle Sorelle della Croce a Siviglia, in calle Santa Ángela de la Cruz 4.



José Torres Padilla nacque il 25 agosto 1811 a San Sebastián de la Gomera, nelle isole Canarie, da Francisco de Torres Bauta e María Padilla Cabeza. Fu battezzato il 31 agosto nella parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzione.
José, fin da ragazzo, aveva chiara la sua vocazione religiosa: voleva imparare il «mestiere quello del vero sacerdote», come raccontava ai suoi genitori.
Quando aveva cinque anni, volendo imitare i ragazzi più grandi, cadde in un pozzo molto profondo a scuola. Stava per morire, ma grazie ad un intervento soprannaturale si salvò la vita.
I suoi genitori morirono nello stesso giorno, per una grave malattia. Rimasto orfano, fu accolto da una zia materna, la quale crebbe lui e gli altri fratelli (tre maschi e una femmina) come se fossero suoi figli.
Sentendosi chiamato alla vita sacerdotale, a sedici anni si trasferì a Tenerife per studiare all'Università di San Fernando de la Laguna. Dopo che ebbe frequentato il primo anno di Filosofia, logica, matematica, latino e discipline umanistiche, l’ateneo fu chiuso: nello stesso anno 1833, José s’imbarcò per Siviglia per continuare i suoi studi.
Al suo arrivo a Cadice, a causa dell’epidemia di colera, fu costretto a ripiegare su Valencia, dove, nel 1834, si iscrisse al secondo anno di filosofia. L’anno successivo, con l’attenuazione dell’epidemia, s’imbarcò per Siviglia, determinato a concludere i suoi studi di teologia.
A Siviglia, grazie alla protezione di don Cristóbal Bencomo y Rodríguez, suo conterraneo e tutore di re Ferdinando VII, riuscì a terminare gli studi e a essere ordinato sacerdote il 27 febbraio 1836.
Nel 1847 fu nominato professore di Teologia nel Seminario di Siviglia. Papa Pio IX lo volle quale consultore pontificio e teologo al Concilio Vaticano I. Nel 1871, tornato a Siviglia dopo i due anni del Concilio, fu nominato canonico della cattedrale.
Subito dopo l’ordinazione, divenne presto noto come direttore spirituale, ministero che svolgeva anche da canonico, insieme all’attività didattica e a quella parrocchiale. Fu nel confessionale che incontrò per la prima volta María de los Ángeles Guerrero y González, detta Angelita, una ragazza sedicenne che lavorava in un laboratorio di calzature e desiderava consacrarsi a Dio.
Dal 1862, anno del loro primo incontro, continuò a guidarla, indirizzandola alla fondazione di una nuova congregazione religiosa, la Compagnia delle Sorelle della Croce. Angelita divenne la loro prima superiora generale, madre Angela della Croce.
Il canonico Torres fu confessore di altre religiose note per la loro virtù: fra di esse, suor Barbara di San Domenico, la cistercense suor Angela di Gesù e la trinitaria Madre Sacramento (María Florencia Trinidad). Per questa ragione, oltre che per la sua condotta di vita, a Siviglia era soprannominato “Santero”, ossia “Costruttore di santi”. Era anche detto “padre occhi bassi”, perché camminava per strada senza guardarsi in giro, ma rimanendo raccolto in sé.
Non dimenticò la sua parrocchia natale: ne 1860 donò due copie di quadri di Murillo, raffiguranti la Madonna e Sant'Agostino e la Madonna col Bambino. Inoltre contribuì a restaurare l'Altare di Nostra Signora di Alcobilla nella Cattedrale di Siviglia. Grande devoto a Gesù Eucaristia, divenne membro della Real Congregazione sivigliana della Luce e del Cero per il Santissimo Sacramento.
Morì in concetto di santità il 23 aprile 1878, a Siviglia. In seguito ai funerali fu sepolto nella cappella funeraria di proprietà del Concilio Ecclesiastico a San Sebastián. Cinque anni dopo, la madre generale della Compagnia delle Sorelle della Croce chiese e ottenne il trasferimento delle spoglie di padre Torres nella cappella della loro casa madre.
Nell'ottobre del 1928 gli fu intitolata una strada di Siviglia, mentre nel mese di ottobre 2008 è stata collocata una statua di bronzo in suo onore a San Sebastián de la Gomera.
Nel mese di maggio 2012 l'assemblea ordinaria dei vescovi del sud della Spagna approvò l'avvio della causa di beatificazione e canonizzazione di padre Torres. Il 5 maggio 2014 fu aperto il processo diocesano di beatificazione, che si concluse il 23 maggio 2016. Gli atti del processo diocesano vennero convalidati l’11 novembre 2016.
Essendo la sua causa di natura “storica” o “antica”, fu necessario che si pronunciassero i Consultori Storici della Congregazione delle Cause dei Santi, che si riunirono il 18 febbraio 2020. Fu quindi possibile presentare, nello stesso 2020, la “Positio super virtutibus”.
Sia il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, il 26 ottobre 2020, sia la Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi, il 17 maggio 2022, si pronunciarono affermativamente circa l’eroicità delle virtù di padre Torres. Il 21 maggio 2022, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto relativo.
Il miracolo preso in esame per la beatificazione è la guarigione di una suora della Compagnia delle Sorelle della Croce da “tromboembolismo massivo e infarto polmonare”, avvenuta il 13 aprile 2018, dopo che le consorelle e la stessa suora avevano invocato l’intercessione di padre Torres.
Il 14 marzo 2024, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto sul miracolo, aprendo la via alla beatificazione.

PREGHIERA
Ti ringraziamo, Signore e Padre nostro, perché hai voluto donarci,
nel sacerdote José Torres Padilla, un modello di pastore buono e fedele,
dedito al servizio della Chiesa e al bene dei più poveri e bisognosi;
glorifica nella tua Chiesa questo tuo servo che ha speso
la sua vita per la tua gloria e per la salvezza delle anime.
Fa' che l'esempio della sua vita virtuosa susciti in molte anime desideri di santità
e, per sua intercessione, concedimi la grazia che ora ti chiedo ....
Per Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.
Padre Nostro, Ave Maria e Gloria


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2024-03-16

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