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Beato Ladislao (Armand-Pierre) Radigue Sacerdote e martire

26 maggio

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Saint-Patrice-du-Désert, Francia, 8 maggio 1823 – Parigi, Francia, 26 maggio 1871

Armand-Pierre Radigue nacque l’9 maggio 1823 a Saint-Patrice-du-Désert, in Normandia, figlio di contadini. Alla morte della madre, fu educato da uno zio sacerdote. Diventato allievo della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria nonché dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare (ovvero i padri di Picpus) a Séez, manifestò il desiderio di entrare nella stessa Congregazione. Entrò in noviziato nel 1843, assumendo il nome religioso di fratel Ladislao. Vestì l’abito della Congregazione e professò i voti perpetui il 7 marzo 1845. Fu ordinato sacerdote il 22 aprile 1848, quell’anno Sabato Santo. Non poté partire per le missioni estere, come desiderava, ma seguì i futuri missionari, prima come maestro dei novizi e restando addetto alla loro formazione anche come vicario generale della Congregazione e, infine, come superiore della Casa madre. In anni difficili per la Congregazione, fu uomo di pace e di servizio. Allo scoppio dell’insurrezione della Comune di Parigi, fece evacuare la Casa madre, rimanendo con pochi religiosi. Il 12 aprile la casa venne assediata e i religiosi rimasti arrestati. Con i tre confratelli che condividevano con lui il governo della Congregazione, ovvero padre Policarpo Tuffier, padre Marcellino Rouchouze e padre Frézal Tardieu, fu incarcerato prima a Mazas, poi a La Grande Roquette. In tutta la prigionia, padre Ladislao continuò a preoccuparsi del bene delle persone a lui affidate, specie ascoltando la Confessione sacramentale degli altri prigionieri. Venne fucilato, il 26 maggio dello stesso anno, presso una villa in rue Haxo: insieme a lui e ai confratelli, c’erano tre padri Gesuiti, un sacerdote diocesano, un seminarista diocesano e padre Henri Planchat, dei Religiosi di San Vincenzo de’ Paoli. Con quest’ultimo e con i confratelli è stato beatificato il 22 aprile 2023 a Parigi, nella chiesa di San Sulpizio, sotto il pontificato di papa Francesco. I resti mortali dei quattro padri di Picpus uccisi in rue Haxo sono venerati nella cripta dei fondatori, presso il cimitero di Picpus a Parigi. La loro memoria liturgica ricorre invece il 26 maggio, giorno della loro nascita al Cielo.



Una vocazione precoce
Armand-Pierre Radigue nacque l’9 maggio 1823 a Saint-Patrice-du-Désert, nella regione francese della Normandia e nella diocesi di Séez, secondo dei cinque figli di una coppia di contadini. Sua madre, morta a ventisette anni, profondamente credente, ebbe un presentimento circa la vocazione di suo figlio.
Di fatto, dopo la morte della madre, Armand-Pierre fu educato da uno zio sacerdote. Studiò nell’istituto della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria nonché dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare (ovvero i padri di Picpus) a Séez: col suo buon carattere, divenne amico di tutti gli alunni.

Non missionario, ma formatore di missionari
Nel 1843 entrò nel noviziato della stessa Congregazione, situato alla periferia di Parigi, assumendo il nome di fratel Ladislao in onore di un suo fratello, cui era molto affezionato. Vestì l’abito della Congregazione e professò i voti perpetui il 7 marzo 1845. Fu ordinato sacerdote il 22 aprile 1848, quell’anno Sabato Santo.
Desiderava partire per le missioni estere, ma ne fu impedito dai numerosi ostacoli, politici e non solo, dell’epoca. Divenne dunque formatore in noviziato, fino a essere nominato, nel 1863, maestro dei novizi. Direttore spirituale eccellente e attento educatore, padre Ladislao rese il noviziato un luogo di allenamento alla vita missionaria, a cui erano indirizzati molti dei giovani in formazione.

Uomo di pace, di dovere e di servizio
Nel difficile periodo che la Congregazione affrontò tra il 1852 e il 1853, a causa di problemi interni, fu uomo di pace. Nel 1870 divenne priore della Casa madre dei padri di Picpus, rimanendo contemporaneamente formatore in noviziato.
Il confratello padre Malige disse di lui: «Padre Radigue era anzitutto un uomo di dovere. Non è forse la sua fede attiva in Gesù Cristo che ha reso Ladislao un uomo di servizio?».

Nella persecuzione della Comune di Parigi
Allo scoppio dell’insurrezione della Comune di Parigi, il 18 marzo 1871, padre Ladislao ebbe la lucidità di far evacuare la maggior parte dei confratelli della Casa madre, inviandoli fuori dalla capitale francese. Rimasero solo lui e pochi altri religiosi.
Il 12 aprile, mercoledì dell’Ottava di Pasqua, alle quattro del pomeriggio, la casa madre della Congregazione sia maschile sia femminile fu assaltata dagli insorti. Padre Ladislao cercò d’impedire la perquisizione della propria cella, fin nelle carte personali, e domandò: «Cosa cercate lì dentro? Noi non facciamo affatto politica». Gli fu replicato: «Non è affatto la vostra politica che temiamo, ma voi dite la Messa e portate degli scapolari. Noi non vogliamo più queste superstizioni».
Alle 23, furono arrestati dodici sacerdoti e un religioso fratello. Il 5 maggio, settantaquattro suore, compresa madre Beniamina le Blais, superiora generale, e dieci novizie, vennero arrestate e condotte alla prigione di Saint-Lazare.
Molti degli uni e delle altre vennero rilasciati o fuggirono, mentre rimasero in carcere i quattro consiglieri del superiore generale: padre Ladislao, padre Policarpo Tuffier, padre Marcellino Rouchouze e padre Frézal Tardieu.

La prigionia
Vennero condotti in carrozza, a due a due, accompagnati da un membro della Guardia Nazionale, fino alla prigione della Conciergerie. Vi giunsero a mezzanotte e vi trascorsero cinque giorni. La sera del 17 aprile, i quattro religiosi vennero trasferiti a Mazas.
In prigione, trovarono altri ecclesiastici, considerati ostaggi del popolo parigino perché sospettati di connivenza col Governo di Adolphe Thiers, fuggito a Versailles all’inizio dell’insurrezione. Di fatto, però, i comunardi perseguitavano la Chiesa cattolica perché la ritenevano un’eredità del passato regime monarchico e un ostacolo alle loro istanze sociali.

Nel carcere dei condannati a morte
Nei trentanove giorni seguenti, i prigionieri si trovarono in condizioni penose, senza la possibilità di celebrare Messa. Padre Ladislao rimase fino all’ultimo preoccupato del bene delle anime a lui affidate, ovvero, in quel momento, dei compagni di prigionia: più volte ascoltò la loro Confessione sacramentale.
Lo fece anche quando il direttore del carcere di Mazas ottenne il loro trasferimento a La Grande Roquette, sede del carcere per condannati a morte. Avvenne il 21 maggio, giorno in cui l’esercito regolare cinse d’assedio Parigi. Da quel momento in poi, in tutta la città, infuriarono atroci battaglie, in quella che passò alla storia come la “settimana sanguinante”.

La sua lettera al superiore generale
Il 3 maggio 1871, padre Ladislao scrisse al superiore generale dei padri di Picpus:
«Posso dirvi, mio amatissimo Padre, che non sono mai stato così felice della mia vita; ho riconosciuto quanto il Signore sia buono, e quale assistenza conceda a coloro che mette alla prova per la gloria del suo nome. Ho perfino compreso un po’, dopo averlo gustato, il “sovrabbondo di gioia in ogni tribolazione” di san Paolo. Non è forse vero, Padre mio, che agli occhi della fede, non siamo da compiangere? Quanto a me, mi trovo onoratissimo di soffrire per la religione di Gesù Cristo. Non mi considero affatto un prigioniero politico. Non voglio avere altra politica che quella di Gesù, mio Salvatore».
Nella stessa lettera afferma anche: «Sono dunque santamente fiero di trovarmi al seguito di tanti gloriosi confessori, che hanno reso testimonianza a Gesù Cristo. Penso al glorioso apostolo Pietro nella sua prigione; tutti i giorni bacio con amore un fac-simile delle sue catene, che sono felice di possedere [si riferisce, evidentemente, alle catene che l’ammanettano]. Penso al grande san Paolo, leggendo le sue sofferenze negli Atti e nelle sue Lettere. Quanto soffro è nulla al confronto; è molto per me, perché sono debole. Passo in rassegna tanti altri santi e sante che sono lodati per aver sofferto quel che io soffro, e mi domando dunque perché non mi dovrei trovare felice di ciò che ha costituito la felicità dei santi».

Il martirio
Il 26 maggio, lo scontro tra gli insorti e l’esercito regolare giunse al culmine. Alle 15 dello stesso giorno, il colonnello Emile Gois, addetto alla giustizia militare, si diresse alla prigione di La Grande Roquette, dove si trovavano più di cento ostaggi. Di propria iniziativa, comandò al direttore della prigione di consegnargli cinquanta detenuti.
Vennero selezionati trentatré guardie di Parigi, due gendarmi, quattro sospetti di spionaggio e dieci ecclesiastici, scelti a caso. Erano tre Gesuiti, ovvero i padri Jean Caubert, Pierre Olivaint e Anatole de Bengy; padre Henri Planchat, dei Fratelli di San Vincenzo de’ Paoli, direttore del patronato di Sant’Anna; padre Ladislao e gli altri tre padri di Picpus; don Jean-Marie-Noël Sabatier, vicario della chiesa della Madonna di Loreto, e Paul Seigneret, allievo del Seminario di San Sulpizio.
Circondati dalle Guardie Nazionali del 173° Battaglione, i prigionieri camminarono a piedi fino a Villa Vincennes, al civico 85 di rue Haxo, strattonati, picchiati e insultati dalla folla, fino al muro che circondava un terreno vuoto. Un colpo di pistola diede il via a una fucilazione incontrollata; in meno di mezz’ora, i condannati vennero tutti uccisi.

La causa di padre Planchat, di padre Radigue e dei loro compagni
Padre Henri Planchat, padre Ladislao Radigue e gli altri tre padri di Picpus furono immediatamente considerati martiri; tale fama si mantenne nel tempo, portando all’apertura della loro causa di beatificazione per il riconoscimento del loro martirio.
Un primo processo informativo fu celebrato presso la Curia di Parigi dall’8 marzo 1897 all’8 agosto 1900, ma fu necessaria una nuova inchiesta diocesana dal 29 ottobre 2015 al 4 maggio 2016. La Congregazione delle Cause dei Santi emise il decreto di convalida giuridica degli atti il 27 ottobre 2016.

Il decreto sul martirio e la beatificazione
La “Positiio super martyrio”, consegnata nel 2020, è stata presentata ai Consultori Storici il 20 ottobre 2020, essendo la causa di tipo antico o storica.
L’11 maggio 2021 i Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi espressero parere affermativo circa l’effettivo martirio dei sei religiosi. I Cardinali e Vescovi membri della stessa Congregazione, riuniti nella Sessione Ordinaria del 19 ottobre dello stesso anno, confermarono tale parere positivo.
Il 25 novembre 2021, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui padre Planchat, padre Radigue e compagni venivano dichiarati martiri.
La Messa con il Rito della Beatificazione, presieduta dal cardinal Semeraro, fu celebrata il 22 aprile 2023, nella chiesa di San Sulpizio a Parigi. La memoria liturgica dei cinque Beati venne fissata al 26 maggio, giorno della loro nascita al Cielo.

La memoria e il culto
Sul luogo del massacro di rue Haxo venne costruita, per mandato dei padri Gesuiti, una cappella provvisoria, a cui seguirono altre strutture, fino alla chiesa vera e propria, che nel 1961 divenne la chiesa parrocchiale intitolata alla Madonna degli Ostaggi (Notre-Dame des Otages).
I resti di padre Ladislao e dei suoi confratelli, dal 21 ottobre 2010, si trovano nella cripta dei fondatori della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria nonché dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare, nel cimitero di Picpus a Parigi.

Preghiera per ottenere grazie attraverso l’intercessione dei Martiri di Picpus
Dio, nostro Padre, Ti rendiamo grazie per i nostri
Fratelli: Ladislao, Marcellino, Frézal e Policarpo.
Li hai chiamati a vivere e morire al servizio
dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.
Per amor Tuo, hanno deciso di lavorare con zelo
per la salvezza dei loro fratelli e delle loro sorelle,
fino al punto di accettare la prigione
e la morte violenta
in comunione con la Passione del Tuo Figlio,
che è morto per noi sulla croce.
In questo modo hanno partecipato
alle Sue sofferenze per il Suo Corpo che è la Chiesa.
Ti preghiamo per loro intercessione
di concederci le grazie che Ti chiediamo ....
Fa’ che non siamo mai separati dal Tuo Amore.
Aiutaci a superare tutte le nostre difficoltà
attraverso l’amore per Colui che per primo ci ha amati,
Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.

Vi preghiamo gentilmente di informarci delle grazie ricevute
attraverso l’intercessione dei Martiri di Picpus:

Communauté Pierre Coudrin
P. Bernard Couronne SSCC
Vice-Postulateur
37, Rue de Picpus
75012 Paris – France
E-mail: [email protected]
oppure:
Congregazione dei Sacri Cuori
Postulazione Generale
Via Rivarone, 85
00166 Roma – Italia
E-mail: [email protected]
Internet: www.ssccpicpus.com


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2023-04-23

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