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Sant' Eleucadio di Ravenna Vescovo

14 febbraio

III sec.

Fu il secondo successore di sant'Apollinare. Non morì martire, ma attorno al suo sepolcro si sviluppò una piccola area cimiteriale. Le fonti letterarie medievali lo descrivono come un filosofo di origine orientale, autore di numerose opere teologiche, tra cui la passio di sant'Apollinare. San Pier Damiani, che gli dedicò un sermone, testimonia del vivo culto che gli era tributato a Ravenna. Il corpo del santo fu traslato due volte: nel 751, da Astolfo a Pavia, e nel 963, da Pietro IV a Ravenna, dove fu deposto sotto l'altar maggiore della basilica probiana.

Martirologio Romano: A Ravenna, sant’Eleucadio, vescovo.


Secondo l'autorevolissima lista episcopale di Ravenna trasmessaci da Agnello, Eleucadio fu il secondo successore di sant'Apollinare e quindi il suo episcopato si sarà probabilmente svolto verso la metà del II secolo. Non morì martire, tuttavia attorno al suo sepolcro in Classe si sviluppò una piccola area cimiteriale che da lui prendeva il nome. Sono questi i soli dati sicuri su di lui; di scarso o nessun valore sono invece quelli offerti da fonti letterarie. Nel VI secolo la passio di sant'Apollenaris dice che Eleucadio era un filosofo e che venne ordinato diacono dallo stesso protovescovo; nel secolo IX Agnello aggiunse che era di origine orientale, che morì un 14 febbraio, e che scrisse molte opere sull’Antico e Nuovo Testamento e sull’Incarnazione e Morte di Nostro Signore; nel secolo XI san Pier Damiani lamenta la perdita di tali opere, mentre nel secolo XIII, la Vita san Eleuchadii sa dirci che sua è la passio San Apollenaris. Tra queste ed altre notizie offerteci da fonti letterarie medievali potremmo tutt’al più piamente accettare quanto ci dice san Pier Damiani su di una vasta ed illuminata attività pastorale svolta dal santo. Tutte queste testimonianze valgono tuttavia a provare quanto vivo fosse il suo culto in quell’età: tra i vescovi ravennati, oltre ad Apollinare ed a Severo, san Pier Damiani non dedica che a Eleucadio un sermone, il VI, il quale, pur essendo compilato anche con brani tolti da altre opere del santo avellanita, è tuttavia un’insigne testimonianza della celebrazione del 14 febbraio, l'odierna solemnitas nella quale «venerandi confessoris Eleuchadii sollemnia celebramus». È interessante a questo proposito notare con quanta precisione il Damiani determina i criteri con cui stabilire l’autenticità del culto reso al santo, l’esistenza, cioè, di una chiesa in suo onore e quella di una celebrazione annuale: «vel basilicam in eius honorem construxit vel eius obitum annuae sollemnitatis honoribus dedicavit». Più ardua impresa invece è seguire la storia delle traslazioni del corpo di Eleucadio. L’arcivescovo Massimiano, erroneamente ravvisando tre vescovi ravennati (Probo, Calogero ed Eleucadio) in alcune note del Geronimiano al 27 settembre, 11 febbraio e 13 dicembre (il testo che riguarda Eleucadio è in quest’ultima data: «Ravennae Ursicini martyris et Leocadii confessoris»), li trasportò dai loro cimiteri alla cattedrale di Classe, l’antichissima basilica probiana, e ne fece rappresentare le immagini nei mosaici della facciata: difatti nel 963, o poco dopo, i tre corpi furono ritrovati dall’arcivescovo Pietro IV sotto l’altar maggiore della probiana. Nel 751, però, dalla chiesa di san Eleucadio, quella di cui parla san Pier Damiani e che verosimilmente era sorta poco prima sull’area dell’omonimo cimitero classense, Astolfo, come trofeo della vittoriosa guerra contro i Bizantini, si prese l’arca con le reliquie del santo (vere o presunte tali) e la trasportò in san Michele Maggiore di Pavia (dove, però, una iscrizione del 1573 dice tale traslazione avvenuta per opera di Costantino [!]). La chiesa di S. Eleucadio è ora scomparsa: unica reliquia rimasta è il magnifico ciborio con iscrizione datata (807-810), che dal 1433, almeno, si trova in fondo alla navata nord di S. Apollinare in Classe.
L’elogio del santo appare anche nel Martirologio Romano alla data tradizionale del 14 febbraio.
 


Autore:
Giovanni Lucchesi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-01-22

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