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> Home > Sezione Servi di Dio > Serva di Dio Giuseppina (Ernestina) Arcucci Condividi su Facebook Twitter

Serva di Dio Giuseppina (Ernestina) Arcucci Fondatrice

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Palermo, 11 aprile 1860 – Ariano Irpino (AV), 21 gennaio 1940


I disegni di Dio sono imperscrutabili, così fu per madre Giuseppina Arcucci nel maturare la sua vocazione religiosa lontano dalla natia Palermo, dove nacque l’11 aprile 1860, esattamente un mese prima del celebre sbarco a Marsala dei ‘Mille’ di Giuseppe Garibaldi.
Il padre Giovanni Arcucci era un ufficiale dell’esercito borbonico, la madre si chiamava Maria di Maggio; la bimba al battesimo, ricevuto lo stesso giorno nella chiesa parrocchiale di S. Nicolò, ebbe il nome di Ernestina ed era la terzogenita dopo Pasquale e Beatrice.
La città di Palermo in quei giorni era in pieno fermento rivoluzionario, a coloro che auspicavano la venuta di Garibaldi e la caduta dei Borboni, si aggiunsero bande di facinorosi unitamente alla mafia cittadina, che assalivano gli uffici pubblici e doganali, combattendo la forza pubblica.
Gli arresti, le fucilazioni, il disarmo e i consigli di guerra, non riuscivano ad impedire spedizioni punitive, vandalismi e razzie contro famiglie e palazzi, tutto era diventato insicuro.
Così chi poteva, cercò di mettersi in salvo lasciando Palermo, anche la famiglia Arcucci, senza il capofamiglia impegnato in Calabria, decise di scappare l’11 maggio 1860; nel trambusto la piccola Ernestina fu lanciata da una finestra fra le braccia di una persona che avrebbe dovuto ridarla alla mamma, ma ciò non avvenne per il gran fuggire della gente e la bimba fu persa di vista.
Nei mesi a seguire la famiglia si trovò oltremodo divisa, il padre in Calabria, donna Maria di Maggio con i piccoli Pasquale e Beatrice, attraversando la Sicilia e risalenti per Calabria e Puglia per salvare la vita, ma per cercare anche la neonata Ernestina che sembrava scomparsa.
Soltanto a guerra finita Ernestina venne rintracciata provvidenzialmente a Gaeta, si dice per interessamento di Garibaldi e la famiglia si ricompose a Foggia.
Il tenente Giovanni Arcucci non trovò alternativa che continuare nella carriera militare, passando fra gli ufficiali del Regio Esercito Italiano, sebbene con grado ridotto perché borbonico; e dopo un periodo di stanza a Foggia fu trasferito con la famiglia al Presidio Militare dell’Aquila.
Qui la famiglia Arcucci ebbe un periodo di pace dal 1863 al 1873 e fu allietata dalla nascita di altri tre figli, poi a causa del rigido clima invernale, il padre si dimise dalla vita militare attiva e fu trasferito alla Riserva dell’Arma di Fanteria a Napoli a partire dal 1873, con residenza nel suo Comune di origine Casalnuovo di Napoli.
Ernestina durante il periodo aquilano, frequentò il prestigioso Istituto S. Paolo, sorto per la generosa opera di una patrizia, donna Maria Rustici, cogliendone gran merito in studio e disciplina.
Nel 1877 a 17 anni Ernestina Arcucci conseguì il semplice diploma di maestra, frequentando le scuole statali di Napoli, lo perfezionerà poi nel 1880 in quello di maestra elementare di grado superiore, quando sarà già suora.
Nel 1878 scelse sia pur in prova, di insegnare in un Istituto religioso delle Suore del Preziosissimo Sangue, fondate dal canonico Tommaso Fusco (1831-1891) oggi beato; spinta soprattutto dalla sua nascente vocazione allo stato religioso.
Fu mandata dal canonico Fusco fra le sue suore di Ariano Irpino (AV), appoggiate nel monastero delle Benedettine, con il nome di “Ritiro S. Giuseppe”, sotto l’obbedienza del vescovo diocesano mons. Francesco Trotta.
Le suore del canonico Fusco erano venute ad Ariano Irpino per realizzare un progetto del vescovo Trotta, che era di integrare e quindi sostituire le poche suore Benedettine rimaste, dopo la soppressione delle Comunità religiose il 7 luglio 1876.
Il 21 novembre del 1877 mons. Trotta trasformò il vecchio monastero delle benedettine nella “Pia Casa di Istruzione e Lavoro”, vanto della città di Ariano Irpino, chiamando ad insegnare un gruppo di maestre fra cui era Ernestina Arcucci, la quale nel 1882 vestì nel frattempo l’abito religioso, fece l’anno di noviziato e professò fra le Suore del Preziosissimo Sangue, con il nome di suor Giuseppina, tutto ciò ad Ariano, cosa eccezionale, perché sarebbe dovuto attuarsi nella Casa Madre di Pagani (SA).
L’Arcucci si dimostrò di grande abilità nell’insegnare italiano, francese e cultura generale; maestra di cucito, maglia, pizzo a uncinetto, filati, a tombolo, ricami in seta ed oro; dotata di una bella voce, suonava egregiamente e le famiglie di Ariano Irpino, erano ben liete di inviare le loro figlie alla “Pia Casa di Lavoro”, con una tanto brava maestra.
Il vescovo Francesco Trotta fu il padre spirituale di suor Giuseppina, che man mano diventò la Direttrice delle Scuole della ‘Pia Casa’.
Intanto in un arco di tempo che va dal 1886 al 1894, avvenne il ritiro graduale delle Suore del Preziosissimo Sangue, se ne ignorano i motivi, forse per il rigido clima, e la presenza di suor Giuseppina Arcucci come superiora di un nuovo gruppo di suore maestre locali della Pia Casa; nei registri delle Suore del can. Fusco, all’anno 1897 vi è la nota riguardante la Comunità di Ariano come: “Casa con scuole scissa” e suor Giuseppina è annotata come espulsa.
Nel 1889 il suo grande consigliere e sostegno il vescovo Trotta, venne trasferito alla diocesi di Teramo e Giuseppina Arcucci e il suo gruppo di suore-maestre rimasero sole, anche se instaurarono una corrispondenza con lui, che continuò a guidarle anche da lontano.
Comunque l’intraprendenza di suor Giuseppina, il buon nome creatosi per l’attività dell’Istituto, le più accondiscendenti valutazioni governative, fecero sì che la “Pia Casa d’Istruzione e Lavoro”, come pure la nuova comunità di suore, si stabilizzassero nell’attività e nello spirito formativo e religioso.
Nel 1891 entrò in diocesi il nuovo vescovo mons. Andrea D’Agostino, dei Preti della Missione, che instaurò con le suore di madre Giuseppina un cordiale rapporto, facendo loro frequenti visite, le meditazioni settimanali e le istruzioni catechistiche.
Prudentemente però non si lasciava influenzare dalle insistenti richieste delle suore, orami staccate dall’originaria fondazione Fusco e desiderose quindi di essere legittimate con una nuova fondazione.
Dopo un certo periodo di tempo, nel 1901, mons. D’Agostino ritenne che fosse giunto il momento; diede al gruppo di suore il titolo di Congregazione Religiosa Diocesana e per una sua particolare devozione, volle che la fondazione fosse dedicata allo Spirito Santo; madre Giuseppina Arcucci fu la prima superiora delle “Suore dello Spirito Santo”, a lei designò l’organizzazione e la vita esterna, mentre lui stesso provvide alla formazione spirituale, predicando gli Esercizi e i ritiri periodici.
Per loro compilò il 2 febbraio 1896, una Regola sull’esempio delle Figlie della Carità di s. Vincenzo de’ Paoli e praticamente fondatore della nuova Congregazione, ne assunse la guida spirituale, prendendone le difese nelle avversità, come quando le mutate componenti politiche dell’Amministrazione Comunale, portarono a richiedere l’edificio dell’ex monastero delle Benedettine, da loro occupato, per farne un edificio scolastico.
La sua cristallina fede la spuntò sempre, anche se a causa di alcuni preti, ribelli alle sue disposizioni, che affiancarono con le loro maldicenze gli anticlericali del luogo, dovette subire ispezioni della Congregazione romana sul suo operato e sull’accusa di essere un vecchio debole vescovo di 72 anni, che dedicava ben otto ore al giorno alle suore della ‘Pia Casa’ con poca edificazione del popolo, ma il vero bersaglio era madre Giuseppina, che questi livorosi preti consideravano il vero vescovo di Ariano.
In effetti la forte personalità di madre Giuseppina Arcucci primeggiava nella piccola diocesi irpina, perché il vescovo si lamentava con Roma di non riuscire a trovare tra il clero capaci collaboratori, cosa che era capitata anche al suo predecessore mons. Trotta.
La vertenza per l’edificio durò vari anni, alimentata da una serie di articoli diffamatori e ingiuriosi contro la Superiora madre Arcucci, pubblicati sul giornale politico locale “La lotta”; le offese furono cristianamente sopportate da suor Giuseppina per oltre tre anni, finché decise di fare querela, il redattore responsabile fu condannato.
Il 24 luglio 1910 tutti i consiglieri comunali appartenenti al partito del giornale, pubblicarono un proclama di dissociazione da quegli articoli, ne riconobbero la falsità e attestarono pubblicamente la loro stima verso la madre Giuseppina Arcucci, che da circa un trentennio con abnegazione, si era dedicata al bene e al miglioramento dell’Istituto, alla gratuita educazione ed istruzione delle figlie del popolo, ed all’assistenza e carità dei poveri e degli infermi.
Il vescovo Andrea D’Agostino morì il 13 febbraio 1913 nella Casa dei Vergini a Napoli, che l’aveva accolto giovane novizio fra i Padri della Missione (Vincenziani), dove era stato ricoverato da un mese per le sue peggiorate condizioni di salute.
Il suo successore mons. Cosimo Agostino prese anche lui a benvolere la Congregazione delle Suore dello Spirito Santo e si adoperò per far ottenere l’approvazione canonica della Regola e del sussidio mensile di £ 150 corrisposto alla ‘Pia Casa ‘ dalla Curia di Ariano.
L’improvvisa e immatura morte (30 marzo 1918) del vescovo, bloccò tutto ancora una volta, si sopperì al sussidio con offerte sostanziose anche dal Vaticano, dietro gli accorati appelli di madre Arcucci.
Le suore intanto si erano diffuse in altre due Case, una a Faeto (Foggia) e l’altra a Gesualdo (Avellino), richieste dai rispettivi vescovi.
Madre Giuseppina Arcucci, continuò ad essere per molti anni il faro di guida della sua Congregazione, fra l’alternarsi dei vescovi succedutisi alla guida della diocesi irpina, fra gli sconvolgimenti della Prima Guerra Mondiale che la videro madre dei poveri, aiuto degli orfani e derelitti, consolatrice di tanti dolori.
Fu presente con il suo aiuto nei ricorrenti terremoti che da sempre colpiscono l’Irpinia, specie a quello del Vulture che sconvolse la città di Ariano con morti e distruzioni; poté vedere aperta nella ‘Pia Casa’ la Scuola Magistrale e nel 1936 la grande Casa del Noviziato a Napoli.
Morì santamente a 80 anni, il 21 gennaio 1940; il 6 luglio 1975 la sua salma fu traslata dal cimitero cittadino, alla chiesa di S. Anna della ‘Pia Casa di Lavoro’, dove riposa nella pace del Signore fra le sue Figlie, le ‘Suore dello Spirito Santo’.


Autore:
Antonio Borrelli

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Aggiunto/modificato il 2005-04-27

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