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Arden, Iraq, 1928/9 - Baghdad, Iraq, 15 agosto 2002
Religiosa caldea della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, nacque tra la fine del 1928 e l’inizio del 1929 nel villaggio di Baybūzī, nel nord dell’Iraq. Visse la sua consacrazione nella semplicità e nel servizio quotidiano, dedicandosi con amore e umiltà ai poveri, agli ammalati ed ai più bisognosi, animata da una fede profonda e da una preghiera costante. Il 15 agosto 2002, mentre si trovava da sola nel convento del Sacro Cuore di Gesù a Baghdad, venne barbaramente assassinata da tre uomini armati che fecero irruzione nella casa religiosa. Aveva circa 73 anni. L’aggressione, di una crudeltà inaudita, si consumò alla vigilia della giornata nazionale di ritiro spirituale delle religiose in Iraq. Per i fedeli della regione, il gesto fu un chiaro messaggio intimidatorio rivolto alla comunità cristiana. Il corpo della Serva di Dio fu ritrovato il mattino seguente dalle consorelle, allarmate dalla sua assenza all’incontro programmato. La sua memoria è oggi custodita come esempio luminoso di fedeltà silenziosa e radicale al Vangelo di Cristo.
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Le origini e la vocazione Cecilia Moshi Hanna, nacque tra la fine del 1928 e l’inizio del 1929 a Baybūzī, un piccolo villaggio del Kurdistan iracheno. Fu battezzata il 6 gennaio 1929, fin da giovane mostrò un cuore docile alla voce del Signore ed un vivo desiderio di donarsi al prossimo. Entrò nella Congregazione Caldea del Sacro Cuore di Gesù, all’epoca istituto di diritto eparchiale, dove professò i voti religiosi, consacrando la propria vita a Dio ed ai fratelli.
Una vita di servizio nascosto Suor Cecilia visse con umiltà e dedizione, operando silenziosamente nella comunità e tra i sofferenti. Era conosciuta per la sua bontà, per la mitezza del carattere, per l’obbedienza serena e per una spiritualità profonda, vissuta nella semplicità quotidiana. In un contesto segnato da tensioni sociali e instabilità politica, ella testimoniò il Vangelo con la vita, scegliendo la fedeltà al carisma ed alla preghiera anche nei momenti più difficili.
Il martirio Nella notte del 15 agosto 2002, solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, Suor Cecilia Moshi Hanna, sola nel convento del Sacro Cuore di Gesù a Baghdad, offrì la sua vita in suprema fedeltà a Cristo. Nonostante le insistenze dei familiari, che con apprensione le avevano raccomandato di non rientrare per ragioni di sicurezza, ella scelse consapevolmente di tornare nella casa religiosa. Non poteva, infatti, lasciare incustoditi il Santissimo Sacramento e il luogo sacro in cui abitava il suo Signore. Nel cuore della notte, tre uomini armati penetrarono nel convento e si scagliarono su di lei con inaudita ferocia, fino a decapitarla, lasciando il suo corpo martoriato e immerso nel sangue. Il giorno seguente, 16 agosto, in occasione della giornata di ritiro spirituale delle religiose in Iraq, le consorelle, non vedendola arrivare, si recarono al convento. Fu allora che, nella sua stanza, trovarono il corpo senza vita della Serva di Dio, segno eloquente di una vita offerta per amore e sigillata dal martirio.
Fama di martirio e avvio della Causa La notizia della sua morte si diffuse rapidamente e fu subito interpretata come un chiaro esempio di martirio in odio alla fede (odium fidei). La comunità caldea e molte altre realtà ecclesiali iniziarono a venerare la memoria di Suor Cecilia come testimone di Cristo fino alla fine. La causa di beatificazione è stata introdotta e portata avanti sotto la guida dell’Eparchia di San Tommaso Apostolo di Detroit dei Caldei. La fase diocesana si è già conclusa e la documentazione è stata trasmessa al Dicastero delle Cause dei Santi, dove la Positio Martyrio è attualmente in fase di revisione e integrazione.
Eredità spirituale Il sacrificio di Suor Cecilia Moshi Hanna è oggi segno luminoso della fedeltà radicale a Cristo e della forza silenziosa della vita consacrata. La sua storia continua a ispirare vocazioni e a rafforzare la fede di tanti cristiani, in particolare in quelle terre dove testimoniare il Vangelo comporta ancora un prezzo altissimo. La sua figura resta viva nel cuore delle consorelle, della Chiesa caldea e di quanti l’hanno conosciuta o hanno ricevuto la sua testimonianza.
Status della Causa La causa di beatificazione di Suor Cecilia Moshi Hanna è attualmente in fase romana presso il Dicastero delle Cause dei Santi. Dopo la chiusura della fase diocesana, si sta procedendo a un supplemento istruttorio per integrare le prove relative al martirio in odium fidei. Il processo prosegue con speranza e fiducia, sostenuto dalla preghiera di molte comunità.
Autore: Vincenzo Fasano, Postulatore
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