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Mons. Tullio del Carretto Vescovo

Festa: Testimoni

† Casale Monferrato, Alessandria, 13 ottobre 1614


Tullio del Carretto nacque a Casale Monferrato intorno alla metà del XVI secolo, in una delle famiglie piemontesi di più antica nobiltà. Dopo aver completato gli studi giuridici e teologici, Tullio si trasferì a Roma legandosi fin da subito ai Gesuiti. Nel 1588 era già avvocato rotale, l’anno seguente gli venne affidato il governo di Ascoli Piceno. Ebbe sempre uno stretto rapporto con il duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga, da cui nel settembre 1591 venne nominato ambasciatore presso la Santa Sede. Nell’autunno di quell’anno, passato il brevissimo pontificato di Innocenzo IX, fu eletto papa Clemente VIII e Tullio consigliò il Gonzaga di rafforzare i rapporti con Roma, ottenendo alcuni benefici ecclesiastici a vantaggio del Ducato. Tra la fine di novembre 1593 e la metà di gennaio 1594, collaborò con Ludovico Gonzaga, nella legazione del duca di Nevers impegnata ad ottenere la ribenedizione papale del re di Francia Enrico IV, calvinista scomunicato da papa Sisto V (1585), tornato nel 1593 al cattolicesimo. Emergono in tutti questi incarichi la determinazione e notevoli abilità politiche di Del Carretto. Ricoprì la carica di ambasciatore dei Gonzaga fino al 1594, affiancato in quell’ultimo anno da Annibale Chieppio, nobile e politico mantovano.
Tullio desiderava divenire vescovo di Mantova, ma venne invece designato alla cattedra vescovile di Casale Monferrato. Individuato in san Carlo Borromeo il modello cui ispirarsi - fu postulatore della sua causa di canonizzazione – prese possesso della diocesi il 13 luglio 1594, ben accolto da tutta la cittadinanza. In quello stesso anno consacrò la chiesa cittadina dedicata a San Paolo retta dai Barnabiti. Nel 1595 approvò la riforma degli Statuti del Capitolo Evasiano, due anni dopo iniziò la visita pastorale, in una diocesi che contava ben centoventi parrocchie, e indisse un sinodo. Dedito “a procurare il bene, tanto spirituale che temporale, dei fedeli alle sue cure affidati, senza risparmio alcuno di fatiche, di disturbi e di pene”, confessava in duomo fino a tarda ora e insegnava il catechismo ai bambini. Distribuì “copiose limosine nelle case”, pensino “vino, grano e minestra”, visitava con dedizione gli infermi, specie nel 1598, quando la peste imperversò nel Monferrato. “L'ardente sua carità spingevalo financo a spogliarsi delle proprie vesti per donarle agli indigenti, a dotare povere zitelle onde collocarle onestamente in matrimonio, a sovvenire largamente le persone di mala vita che dimostravano di voler ritornare sul retto sentiero; alla sua beneficenza non bastavano né le rendite private nè quelle della episcopale sua mensa, chè, anzi, contrasse varii debiti”. Nel 1613 collaborò con padre Giacinto Natta per l'introduzione a Casale dei Padri dell’Oratorio, congregazione conosciuta a Roma che molto stimava. Grande attenzione ebbe per i monasteri, tanto che fece iniziare i lavori per il convento delle Orsoline.
Monsignor Tullio del Carretto morì il 13 ottobre 1614 in concetto di santità e fu sepolto nella chiesa di Santa Chiara, delle Cappuccine. Si segnalarono grazie ottenute per sua intercessione, tanto che il processo di beatificazione fu avviato nel 1675, senza però giungere al termine. A seguito della soppressione napoleonica del 1802, i suoi resti mortali furono traslati nella cripta della cattedrale. Notizie biografiche si possono desumere dal citato processo di beatificazione e dagli Acta Casalensis Ecclesiae.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2025-05-06

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