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Reus, Spagna, 25 giugno 1852 - Barcellona, Spagna, 10 giugno 1926
Antoni Gaudì I Cornet nacque il 25 giugno 1852. Fin da piccolo
familiarizzò con i volumi e le forme nell'officina di suo padre,
calderaio nella città di Reus. Nella vicina masseria familiare di
Riudoms, i suoi occhi azzurri percepivano le più pure immagini della
natura, sua grande maestra. Dopo il liceo presso gli Scolopi di Reus,
intraprese lo studio dell'architettura, la grande passione della sua
vita, nella Scuola di Barcellona. Nel 1883, ricevette l'incarico delle
opere del Tempio della Sacra Famiglia, incominciate poc'anzi. Nei
quarantatré anni che vi lavorò, e specialmente gli ultimi dieci anni
della sua vita, nei quali vi si dedicò in modo esclusivo, pose tutta la
sua arte e le sue energie al servizio della gloria di Dio. Sin
dall'inizio si identificò con lo scopo religioso ed espiatorio del
Tempio, fondato dal devoto libraio Josep M. Bocabella e dalla sua
Associazione Guseppista. Gaudì era di carattere risoluto, piuttosto
forte, ma era anche allegro ed amichevole. Convinto del fatto che niente
progredisce senza sacrificio, si consacrò ad una austera vita di
preghiera e di privazioni. Fu entusiasta della liturgia e devoto della
Madonna, di San Giuseppe degli angeli e dei santi. Il celebre palazzo
della "Pedrera" era concepito come un monumento alla Madonna del
rosario. Aveva espresso il desiderio di morire in un ospedale fra i
poveri, e così fu quando fu travolto da un tram: non riconoscendolo e
giudicandolo povero, lo portarono all'Ospedale della Santa Croce, dove
morì il 10 giugno 1926. Le sue ultime parole furono: Amen. Dio mio, Dio
mio!". La sua tomba si trova nella cripta del Tempio della Sacra
Famiglia. Papa Francesco lo ha dichiarato Venerabile il 14 aprile 2025.
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Il Venerabile Servo di Dio Antoni Gaudí i Cornet nacque il 25 giugno 1852 probabilmente a Reus (Spagna) e fu battezzato il giorno seguente. Nel 1863 si iscrisse alle Scuole Pie di Reus e, nel 1868, si trasferì a Barcellona per completare gli studi superiori, vivendo con il fratello Francesco. Nel 1876, morirono suo fratello e sua madre a Barcellona. In questa città entrò nella Scuola di Architettura, ottenendo il titolo di architetto il 15 marzo 1878. Durante l’estate-autunno dello stesso anno, scrisse alcuni appunti di architettura, conosciuti come il “Manoscritto” di Reus, in cui Gaudí avanzò le sue proposte sull’ornamento e sugli edifici religiosi e mostrò una notevole conoscenza e adesione ai misteri della fede cristiana. Nel 1879 morì anche sua sorella ed egli, insieme al padre, divenne tutore della nipote. Nel 1882 iniziò a lavorare con l’architetto Joan Martorell i Montells. In questo stesso anno, a Barcellona, fu benedetta e posata la prima pietra della Chiesa Espiatoria della Sagrada Familia, di cui l’anno successivo Gaudí accettò la direzione dei lavori. Fu un impegno costante e continuo fino alla fine della sua vita, in manifestò il suo genio artistico, il suo sentimento religioso e la sua profonda spiritualità. Dal 1887 al 1893, progettò e diresse diverse opere civili e religiose. Nella Quaresima del 1894 fu colpito da una grave malattia, causata da un rigoroso digiuno che, pur mettendo in pericolo la sua vita, fu allo stesso tempo una profonda esperienza spirituale nella sua ricerca di Dio. Superata la crisi continuò a lavorare come architetto in vari progetti. Il 30 ottobre 1906 morì suo padre e, quattro anni dopo, anche la nipote. Rimasto solo, intraprese una vera e propria ascesi spirituale e, rifiutando nuovi incarichi, si concentrò sulla costruzione della Chiesa Espiatoria della Sagrada Familia. Nel 1925 si trasferì a fianco della stessa chiesa, adattando una piccola stanza per sua residenza. Istituì due pie fondazioni in memoria del padre nella parrocchia di Riudoms, e della madre nella chiesa priorale di Reus. Verso le 17.30 di lunedì 7 giugno 1926, fu investito da un tram a Barcellona. Non essendo stato riconosciuto, fu portato all’Ospedale della Santa Creu, l’ospedale dei poveri della città. Dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti e gli altri aiuti spirituali, morì nello stesso ospedale il 10 giugno. Le sue ultime parole sono state: “Dio mio, Dio mio!”. Sabato 12 giugno, il corteo funebre, al quale parteciparono circa 30.000 persone, accompagnò le spoglie dall’Ospedale della Santa Creu alla spianata del Tempio, passando per la Cattedrale di Barcellona. Venne sepolto nella cappella della Nostra Signora del Monte Carmelo della cripta del Tempio. Il Venerabile Servo di Dio ritenne che la Sagrada Familia era la missione che Dio gli aveva affidato. Con tale consapevolezza, trasformò l’originario progetto neogotico in qualcosa di diverso e originale, ispirato alle forme della natura e ricco di simbolismi che esprimevano la sua profonda fede e spiritualità che aveva varie influenze provenienti dai Benedettini, dai Francescani e da San Filippo Neri, cui l’artista era particolarmente devoto. Affrontò gli ostacoli e le difficoltà con coraggio e fiducia in Dio. Sopportò invidie e gelosie, oltre all’amarezza della sconfitta per opere rimaste incompiute o non realizzate. Pur continuando il lavoro di architetto, si ritirò sempre più in se stesso, nella preghiera, nella lettura della Bibbia, nella vita liturgica, divenendo anche un estimatore del canto gregoriano promosso da san Pio X. Nell’ultimo periodo, il suo cammino interiore raggiunse il culmine, alimentato da una vita austera, casta, di tipo monacale, centrata sulla preghiera, su penitenze e rigorosi digiuni. Mosso dall’anelito di unione con il Signore, condusse una buona vita spirituale e morale al di sopra dell’ordinario, con qualche tratto di vita mistica. Fu un cristiano convinto e praticante, assiduo ai sacramenti, che offriva a Dio i frutti del proprio lavoro inteso come missione per far conoscere e avvicinare il popolo a Dio e fece dell’arte un inno di lode al Signore. La fama di santità si sviluppò soprattutto negli ultimi anni della vita ed è rimasta viva e intensa nel tempo non solo in Spagna, ma anche in altri Paesi e Continenti, spesso unita alla fama artistica e culturale. È presente una certa fama signorum.
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