Parma, 1375 - Verona, 7 aprile 1410
Oblata benedettina, andò invano due volte ad Avignone per convincere Clemente VII a porre fine alla divisione. Si recò in Terra Santa e a Venezia. Morì a Verona. (Avvenire)
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Orsolina, figlia di Pietro Veneri e Bertolina, a undici anni fu guarita da una grave infermità per intercessione di San Pietro Martire. Manoscritti conservati nell'Archivio di Stato di Parma e in quello comunale di Siena, redatti dai suoi confessori, testimoniano in Orsolina un'intensa vita spirituale e il dono della contemplazione. Come oblata fu vicina alle Benedettine dei monasteri di Parma, pur non legandosi a nessun istituto monastico. Nella sua vita trovò eco il problema dello scisma avignonese che angustiava la Chiesa: per due volte, pur senza esiti positivi, andò ad Avignone, accompagnata dalla madre, per convincere Clemente VII a porre fine alla divisione nella Chiesa. Al ritorno di un pellegrinaggio in Terra Santa (1396) si fermò a Venezia dove lasciò un'impronta così viva della sua santità, che a distanza di quarant'anni la Repubblica voleva promuoverne la canonizzazione e dedicarle un monastero. Mandata in esilio da Ottone Terzi che si era impadronito di Parma, sconfiggendo i Rossi al cui partito apparteneva la famiglia dei Veneri, morì a Verona. Il corpo fu portato nella Chiesa di San Quintino dalla madre.
Autore: Ufficio Liturgico della Diocesi di Parma
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