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SanFélix de Torel, Spagna, 23 gennaio 1911 – Esplugues, Spagna, 26 agosto 1936
Nacque il 23 gennaio 1911 in San Félix de Torel16 (Barcellona). La sua
famiglia si trasferì nella capitale della Catalogna, dove lavorava suo
padre come imprenditore edile. Don Félix studiò a Rocafort (Barcellona) e
passò poi a Campello (Alicante). Emise i voti religiosi a Sarrla nel
1928. Fu inviato a lavorare ad Alcoy (Allcante), e più tardi si trasferì
a Roma per studiare teologia presso l'Università Gregoriana. Rientrato
In Spagna per le vacanze, lo sorprese la guerra e si rifugiò presso i
genitori. Suo padre e suo fratello erano noti membri dell'Azione
Cattolica e non molto tempo dopo vennero i miliziani e li portarono via
tutti e tre su di un furgone. La mamma li corse dietro fino a cadere
svenuta. Furono fucilati accanto alla strada, mentre loro si tenevano
abbracciati. Beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II l’11 marzo 2001.
Martirologio Romano: Nella città di Esplugues vicino a Barcellona in Spagna, beato Felice Vivet Trabal, religioso della Società Salesiana e martire, che durante la medesima persecuzione conseguì il merito di accedere al grande convito dei cieli.
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Nato a Torelló, diocesi di Vic nel 1911. All'età di 11 anni entrava come studente interno al Collegio salesiano di Rocafort a Barcellona, e contagiato dallo spirito dei suoi religiosi, professava nella Congregazione di San Juan Bosco a 17 anni. Ha fatto il suo noviziato a Sarriá, e dopo il suo triennio pedagogico ad Alcoy, nel 1934 venne inviato a Roma per studiare teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Finito il secondo corso, nel luglio 1936 tornò in vacanza in Spagna, alla casa fondazionale di Sarriá. Espulso con tutta la Comunità il 21, marcì verso Esplugas dove si era rifugiata la sua famiglia fuggendo dal terrore che le milizie della Torrasa imponevano a Colblanch. Godeva della simpatia dei giovani del paese, era tranquillo e non ha cercato di nascondersi. Andavo spesso a Barcellona per ricevere la Comunione da preti clandestini. Pregava il Rosario con tutta la sua famiglia con le persiane abbassate, non fossero orecchie. Il 22 agosto, quando un camion di miliziani armati è arrivato in cerca di lui, Felix non era in casa. Hanno perquisito tutto e l'unica cosa compromettente che hanno trovato fu il suo Rosario nascosto dentro il suo materasso. Poiché non trovarono lo studente salesiano che cercavano, portarono via suo padre Juan e suo fratello Ramón, sostenendo le loro idee tradizionaliste. Tornando a casa Felix decise di lasciare sola sua madre e di presentarsi al Comitato di Collblanch, i cui pistoleri li avevano arrestati. Li ha fatti rilasciare e con loro è tornato a casa. Sua madre Dona Maria Trabal Solá li ha ricevuti ringraziando Dio con grande gioia; ma questa non doveva durare molto. Lei racconta: "Intorno alle sette del 25 agosto il camion si è presentato di nuovo e sono stati portati via, questa volta tutti e tre. Volevo andarci anch'io per non separarmi da loro, ma i miliziani non me l'hanno permesso. Mio figlio mi ha salutato con un bacio, dicendomi: "Mare fins a veure'ns al Cel" (Madre fino a quando non ci vediamo in Paradiso) Quella notte del 25 agosto Felix Vivet, suo padre Juan e suo fratello Ramón furono fucilati vicino alla Cruz de Pedralbes. Tutti e tre sono caduti abbracciati. La madre è stata avvisata e il giorno dopo ha riconosciuto i corpi all'ospedale clinico e ha organizzato la loro sepoltura nel cimitero di Sans. È stato beatificato da Papa San Giovanni Paolo II a Roma l'11 marzo 2001.
Note:
Per segnalare grazie o favori ricevuti per sua intercessione, oppure per informazioni, rivolgersi al Postulatore Generale della Famiglia Salesiana: [email protected]
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