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Martirologio Romano: Sempre a Londra, beato Tommaso Woodhouse, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, ordinato sacerdote sotto la regina Maria la Cattolica e poi tenuto in carcere durante la persecuzione della regina Elisabetta I a motivo della sua fede per più di dodici anni, si adoperò strenuamente per riconciliare i compagni di prigionia con la Chiesa cattolica, finché sul patibolo di Tyburn coronò il suo martirio.
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Tra i numerosi cattolici arrestati in Inghilterra nel 1561, sotto la falsa accusa di aver congiurato contro la regina Elisabetta, trovavasi anche il rev. Tommaso Woodhouse, che, sorpreso a celebrare la Messa, venne immediatamente rinchiuso nelle prigioni del Fleet, dove rimase a languire per dodici anni, coronando infine con il martirio la sua lunga detenzione sofferta per la fede. Della vita precedente del Woodhouse si sa soltanto che egli era stato ordinato sacerdote nell'ultimo anno di regno della cattolica Maria Tudor e che, dopo la morte della regina (17 nov. 1558), era stato costretto a lasciare il posto di rettore di una piccola parrocchia nella contea di Lincoln, che ricopriva da appena un anno, a causa della persecuzione anticattolica scatenata dalla nuova regina Elisabetta. Rifugiatosi allora nel Galles (1560), il Woodhouse visse facendo il precettore al figlio di un gentiluomo della regione, finché non venne arrestato il 14 lugl. 1561. Favorito sin dal principio di una certa libertà di azione, il Woodhouse fece della prigione un nuovo campo di apostolato, adoperandosi ad ottenere conversioni tra i suoi sventurati compagni di cattività; uno dei riconciliati da lui alla Chiesa cattolica fu, per esempio Tomaso Gascoigne, un gentiluomo imprigionato per debiti. Tanto vivo era sempre stato nel Woodhouse il desiderio del martirio per la fede che cercò di attuarlo nel magg. del 1571, chiedendo di prendere il posto del beato Giovanni Storey, che aveva saputo essere stato allora condannato a morte. Accolto per lettera nella Compagnia di Gesù, in cui aveva ardentemente desiderato di entrare, dopo segrete trattative intercorse con il Provinciale gesuita di Parigi, nell'empito della sua gioia per essere stato esaudito, il Woodhouse scrisse a Lord William Cecil Burghley, Tesoriere del regno, una lettera datata 19 nov. 1572, nella quale egli lo sollecitava a persuadere la regina a fare atto di sottomissione al papa Pio V, da cui era stata giustamente deposta « per la sua grande disubbidienza ». Chiamato qualche giorno dopo a comparire davanti al Lord Tesoriere per essere interrogato al riguardo, il Woodhouse parlò ancor più schiettamente ed altrettanto fece davanti al Consiglio privato della regina, che cercò inutilmente di farlo passare per pazzo. Al processo celebrato nell'apr. del 1573 al Guildhall, il Woodhouse non solo si rifiutò di riconoscere l'autorità dei giudici, ma contestò anche la competenza di quel tribunale secolare di giudicare un sacerdote. Riconosciuto infine come reo di alto tradimento, fu condannato alla pena capitale, venendo impiccato al Tyburn il 19 seguente. Proclamato beato da Leone XIII nel 1886, il Woodhouse, che i Gesuiti considerano come il protomartire della Compagnia sul suolo inglese, viene commemorato il 19 giugno.
Autore: Niccolò Del Re
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