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> Home > Sezione I santi che iniziano con la lettera V > Santa Vincenza Maria (Luigia) Poloni Condividi su Facebook

Santa Vincenza Maria (Luigia) Poloni Vergine, fondatrice

Festa: 11 novembre (10 settembre)

Verona, 26 gennaio 1802 - 11 novembre 1855

Luigia Poloni nacque a Verona il 26 gennaio 1802, ultima di dodici figli. Da giovane conobbe don Carlo Steeb, nato da famiglia luterana e, dopo la conversione al cattolicesimo, impegnato in opere di carità. Dopo un periodo di prova, Luigia accettò la proposta di don Carlo: collaborare alla fondazione di un istituto che assistesse gli anziani e i malati cronici.  Il 2 novembre 1840, con due compagne, si stabilì in due stanzette nel Pio Ricovero di Verona. Il 10 settembre 1848 emise i voti religiosi, prendendo il nome di Vincenza Maria. Da Verona l’istituto si estese ad altre città: madre Vincenza Maria seguì l’espansione, raccomandando a tutte le consorelle di vivere con tenerezza, umiltà e carità. Malata di tumore, morì a Verona alle 9 dell’11 novembre 1855, assistita da don Steeb (beatificato nel 1975). Fu beatificata a Verona il 21 settembre 2008. Il 27 gennaio 2025 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto relativo al miracolo preso in esame per la canonizzazione di madre Vincenza Maria. Nel corso del Concistoro Ordinario Pubblico del 13 giugno 2025, papa Leone XIV ha decretato che la canonizzazione fosse celebrata domenica 19 ottobre 2025. La memoria liturgica di madre Vincenza Maria ricorre il 10 settembre, giorno in cui professò i voti religiosi insieme ad altre dodici sorelle.



Quando le prime Sorelle della Misericordia giunsero a Mantova, verso la fine del 1800, avevano sicuramente ancora vivo il ricordo di Madre Vincenza che nel 1855, dopo aver inutilmente combattuto contro la malattia, le aveva lasciate a don Carlo Steeb, ormai avanti con l’età, e alla loro forza interiore, la forza che lo Spirito aveva suscitato in loro con la stessa vocazione alla vita religiosa.
Ma quel seme, che portava impresso in sé più che le parole l’esempio della madre, fortificato come essa voleva nella preghiera, nell’abbandono alla Provvidenza, in uno spirito di sacrificio e in uno stile ascetico, non poteva non crescere forte e solido fino ai nostri giorni.
Ancora oggi le Sorelle della Misericordia sono presenti a Mantova: nell’educazione con la scuola dell’infanzia “Mons. Martini”, nell’assistenza agli anziani con la R.S.A. “Casa Pace”, con la comunità “Mons. Martini” di piazza Stretta, con l’impegno nelle attività di pastorale della parrocchia del Duomo e con il volontariato presso la Casa Circondariale di Mantova.

Qualche nota biografica
Madre Vincenza, al secolo Luigia Poloni, nacque a Verona, in piazza delle Erbe, il 26 gennaio 1802 e fu battezzata lo stesso giorno nella vicina chiesa di Santa Maria Antica alle Arche Scaligere.
Ultima di 12 figli, Luigia cresce in un ambiente cristiano e fervorosamente impegnato nella carità. Il padre, droghiere, apparteneva alla Fratellanza cioè a quella che oggi definiremmo una “associazione di volontariato” rivolta in modo particolare ai concittadini che, a causa dei continui scontri tra l’esercito francese e quello austriaco che allora si contendevano la città, versavano nei più diversi bisogni.
L’attenzione agli altri, lo spirito di sacrificio, uno sguardo attento accompagnato da mani operose, un servizio puntuale ma mai umiliante sono sicuramente i tratti che Luigia ha acquisito con l’educazione, fondati su “quei valori che danno credibilità e spessore alla fede”.
Nulla di eclatante e molta “ferialità” nei gesti di Luigia: la carità ha mille nomi e altrettanti volti; come i cerchi di un’onda, si espande ovunque in ugual misura ed è proprio per questo che tutti coloro che ne sono toccati percepiscono che il cuore della carità è la gratuità.
Nella giovinezza Luigia, che aiuta il papà nelle attività caritative, conosce don Carlo Steeb. Questi, proveniente dal luteranesimo, era divenuto cattolico tutto d’un pezzo: sacerdote zelante soprattutto in campo caritativo. A lui, la giovane Luigia confida le sue aspirazioni profonde, i desideri che la animano e soprattutto quella costante ricerca della volontà di Dio che è il presupposto di ogni cammino di santità.
Sarà proprio don Carlo a proporle, dopo averla messa a lunga prova nel servizio alle persone anziane e ammalate del ricovero cittadino, di diventare “Fondatrice” di un Istituto religioso che si prendesse cura dei “poveri e bisognosi di aiuto”. “Mani pietose” - la chiamava don Carlo - quella famiglia di Sorelle della Misericordia che da molto tempo era il suo desiderio per concretizzare e rendere visibile la sua esperienza interiore: la misericordia.
A questo si è sentita chiamata Luigia che dice il suo sì a Dio con la professione religiosa il 10 settembre 1848 in cui assume il nome di Vincenza Maria.

Il carisma della misericordia
Don Carlo Steeb, scrivendo la regola per le religiose dell’Istituto, evidenzia nel mistero dell’Incarnazione e della Redenzione, il modello più alto per coniugare la misericordia. Gesù Cristo “l’unigenito Figlio di Dio” per amore dell’umanità si fa “carne” e risolleva l’uomo portandolo alla piena comunione con Dio.
Misericordia è proprio un movimento di discesa e di ascesa, un “annullare le distanze”, un farsi “tutto a tutti pur di salvare a ogni costo qualcuno” - usando le parole dell’apostolo Paolo -, quel rendersi “prossimi” che permette di comprendere fino in fondo la vita dell’altro per rivelargli la profonda dignità dell’essere “figli di Dio” che è la grandezza della persona umana. Misericordia è appassionarsi all’uomo; è “curvarsi” su di lui nella certezza che il servizio è rivolto a Cristo stesso.

Una santità a misura d’uomo
Una straordinaria ordinarietà. “Un giorno di ordinaria follia” l’avrebbe chiamato il regista Joel Schumacher… solo che la follia dei giorni di madre Vincenza, il cui regista era solo Dio, non era che l’amore in “frammenti”. Una carità spicciola, concreta, fatta più di gesti che di parole, obbediente alla parola evangelica: “l’avete fatto a me”.
Un percorso, quello di madre Vincenza, che conosce solo tre “segnaletiche”: una profonda vita interiore che fa di Cristo il perno della ruote della sua vita; un grande amore a Dio e all’Eucaristia, per cui la preghiera scandisce le ore del suo donarsi come il sole le ore di un giorno; e infine uno stile di umiltà, semplicità e carità che orienta l’agire solo a Dio, amato e servito nel prossimo sofferente.
Oggi le Sorelle della Misericordia, oltre che in Italia sono presenti in Germania, Portogallo, Albania, Tanzania, Angola, Burundi, Argentina, Brasile, Cile. Accanto alle religiose, ormai da alcuni anni sta crescendo anche la famiglia dei Laici della Misericordia: uomini e donne che traducono la tenerezza di Dio nella famiglia, nei luoghi di lavoro e di impegno sociale secondo la comune logica di sempre: il qui e ora.

Il Rito di Beatificazione di madre Vincenza Maria ebbe luogo nel Palazzetto dello Sport di Verona domenica 21 settembre 2008, presieduto da monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. La sua memoria liturgica venne fissata al 10 settembre, anniversario del giorno in cui, nel 1848, aveva emesso i voti con altre dodici sorelle.
Il 27 gennaio 2025 papa Francesco, ricevendo in udienza il cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, autorizzò la promulgazione del secondo miracolo preso in esame per la canonizzazione di madre Maria Vincenza. 
Se per la beatificazione era stato considerato il caso di suor Virginia Agostini, delle Sorelle della Misericordia, guarita nel 1939 da un tumore al seno, per la canonizzazione fu presa in esame la guarigione di Audelia del Carmen Parra Parra, di Quilleco (Cile), avvenuta dopo che alcune complicazioni, seguite a un intervento programmato di colecistectomia laparoscopica svolto il 16 dicembre 2013, avevano condotto quella donna in grave pericolo di vita.
Nel corso del Concistoro Ordinario Pubblico del 13 giugno 2025, papa Leone XIV decretò che la canonizzazione fosse celebrata domenica 19 ottobre 2025.

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Aggiunto/modificato il 2025-06-15

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