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Caniles, Spagna, 24 aprile 1890 – Serón, Spagna, 31 agosto 1936
Antonio Torres García nacque a Caniles, in provincia di Granada e diocesi di Cadice, il 24 aprile 1890. Il 14 marzo 1915 fu ordinato sacerdote. Era parroco de la parrocchia di Santiago de Guadix quando morì in odio alla fede cattolica il 29 settembre 1936, presso El Polvorín a Serón, in provincia di Almería. Inserito in un gruppo di 115 martiri della diocesi di Almeria, è stato beatificato ad Aguadulce, presso Almería, il 25 marzo 2017.
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Abbiamo sempre sentito parlare di molte sante vergini che soffrono del martirio per difendere la loro verginità, ma molto poco di questi valorosi uomini che sono stati capaci di soffrire fino alla morte per aver mantenuto la promessa di castità fatta al Signore. Ad esempio è il caso di San Carlos Lwanga e dei suoi compagni, ma anche del Beato Antonio Torres Garcia, sacerdote e martire in difesa del suo celibato e della sua castità sacerdotale, virtù che i suoi carnefici hanno cercato di strappargli e che gli ha meritato la gloria di essere martire della purezza nel 1936.
Ha studiato alla scuola spagnola di Roma fino al 1915; lì ha ottenuto i diplomi di dottore in filosofia e in teologia. Anche a Roma, il 14 marzo 1915 fu ordinato sacerdote.
Sulla sua vita sacerdotale c'è una testimonianza dell'oggi Venerabile Antonio Amundaraín, fondatore dell'Alleanza in Gesù per Maria; dice di lui:
"è stato crudelmente martirizzato a Caniles, in difesa del suo celibato e della sua castità sacerdotale, virtù che i suoi carnefici hanno cercato di portargli via e che gli ha meritato la gloria di essere martire della purezza".
Altri due testimoni dicono di lui che era "un sacerdote virtuosissimo, di vita spirituale intensa che trasmetteva agli altri". Chi parla così – oggi sacerdote – è stato suo allievo al seminario; aggiunge:
"Come parroco godevo di grande prestigio. Era responsabile dell'Alleanza, i cui membri parlavano di lui con grande venerazione".
L'altro testimone – anche sacerdote che ha conosciuto facendo il seminarista al Servo di Dio – dice di lui:
"Sacerdote serio e formale ha saputo mantenersi molto al suo posto negli anni difficili dal 31 al 36, tra l'ostilità e l'ambiente provocante che si viveva in quegli anni".
Oltre alla testimonianza del Venerabile Antonio Amundarain di cui sopra, i testimoni dicono che "è stato arrestato a Guadix e portato al suo paese, Caniles, dove finalmente lo hanno lasciato andare a casa. In varie occasioni gli hanno chiesto dei soldi, e lui li ha dati, con la promessa che non gli sarebbe successo nulla. Ma le promesse non sono servite... e il 30 agosto 1936 lo portarono fuori di casa con la scusa... di fare una dichiarazione. La realtà è che lo hanno messo in un furgone con altri sei prigionieri, li hanno portati alle Llanos de Hijate, vicino alla polveriera di Serón (Almería), dove, già a terra e messi in fila, li hanno perquisiti e trovando un rosario a D. Antonio, uno dei miliziani, soprannominato "il Moreno", gli mostrò il crocifisso del rosario e gli chiese: «E questo cos'è? » «L'immagine di Cristo, rispose Don Antonio, confido e spero in Lui». Il Moreno disse allora: «Beh ora, nemmeno Cristo ti va», sparando su di lui e successivamente sugli altri fino a finirli. Li hanno spruzzati di benzina, gli hanno dato fuoco e poi li hanno seppelliti sotto uno strato di calce viva".
Quando terminò la persecuzione religiosa riesumarono i corpi e trovarono gli scheletri dei sei morti con il Beato, ma il suo cadavere era mantenuto così: la testa e le gambe erano nude di carne, ma il tronco era intero e le costole annerite dal fuoco. Così è descritto nell'atto di sepoltura registrato nell'archivio parrocchiale di Caniles, Diocesi di Guadix, il 15 luglio 1939. A Caniles furono trasferiti i suoi resti in quella data, disumandosi i suoi resti e quelli dei suoi compagni di martirio. I resti del Beato, riconosciuti, furono collocati in una bara con le sue iniziali, intesi nel cimitero parrocchiale.
I due testimoni parlano espressamente della fama di martirio del Beato e dicono che è considerato un martire della fede.
Come hanno letto e sono riusciti a capire il Beato aveva già dato denaro più volte ai terroristi in cambio di non fargli del male, ma questo tipo di persone che prendevano tutto in giro amava giocare maliziosamente con l'innocenza di quel prete, così l'ultimo giorno di vita, il 30 agosto lo portarono via per prenderlo in giro, in mezzo a questo il santo sacerdote confessò la sua purezza, assicurando che "... non c'è piacere in questa terra che possa essere paragonato ai doni celesti, che sono la pienezza di grazia dell'anima... ", allora i suoi carnefici lo prendono in giro e lo umiliarono, prima fu tentato con le donne, lo spogliarono forzatamente e lo rinchiusarono con una donna in un bordello, gli dissero persino che gli avrebbero risparmiato la vita se avesse consumato la sua purezza, ma il Beato resistette eroicamente alla tentazione, prese il suo rosario e iniziò a pregare, uno dei milicani è entrato lo ha colpito e gli ha rotto il Rosario, poi lo hanno chiamato omosessuale e hanno cercato di danneggiare la sua integrità, ma il Beato è stato forte e si è mantenuto fermo. Poi lo torturarono tutta la notte e il 31 agosto fu messo in un furgone e portato alle Llanos de Hijate, mentre lo stavano sequistendo trovarono in tasca l'immagine del crocifisso del rosario che gli avevano danneggiato quando era stato rinchiuso e questo fece infuriare il miliziano che alla fine lo martirizzò a colpo di pistola. Per questa causa è considerato "martire della castità".
Inserito in un gruppo di 115 martiri della diocesi di Almeria, è stato beatificato ad Aguadulce, presso Almería, il 25 marzo 2017.
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