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San Francesco Pinazo Peñalver Religioso francescano, martire
Festa:
10 luglio
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El Chopo, Spagna, 24 agosto 1802 - Damasco, Siria, 10 luglio 1860
Nato il 24 agosto 1802 a El Chopo (Spagna), nel 1825 fu accolto come aspirante fratello laico tra i Frati Minori Osservanti di Alpuente. Nel 1843 venne inviato in Terra Santa dove svolse il suo servizio a Nicosia, Nazareth, Giaffa, Ain Karem, al Santo Sepolcro e a Damasco, dove venne ucciso. Beatificato con gli altri 10 Martiri di Damasco da Papa Pio XI il 10 ottobre 1926, Papa Francesco ha proceduto alla loro canonizzazione il 20 ottobre 2024.
Martirologio Romano: A Damasco in Siria, passione dei beati martiri Emanuele Ruíz, sacerdote, e compagni, sette dell’Ordine dei Frati Minori e tre fratelli fedeli della Chiesa Maronita, che, con l’inganno consegnati ai nemici da un traditore, furono sottoposti per la fede a varie torture e conclusero il loro martirio con una morte gloriosa. [I loro nomi sono: beati Carmelo Volta, Pietro Soler, Nicola Alberca, Engelberto Kolland, Ascanio Nicanor, sacerdoti, e Francesco Pinzao e Giovanni Giacomo Fernández, religiosi, dell’Ordine dei Frati Minori; Francesco, Mootius e Raffaele Massabki, fratelli.]
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Francisco Pinazo Peñalver, figlio di Vicente e Esperanza Peñalver, nacque nel villaggio di El Chopo, nel territorio municipale di Alpuente (Valencia), il 24 agosto 1802. Al battesimo, avvenuto lo stesso giorno, gli fu imposto il nome di Bartolomé per la concomitante festa liturgica dell’apostolo. Fin da bambino si dedicò alla cura del bestiame affiancando il lavoro dei genitori, pastori e contadini. Nel 1814, ancora adolescente, restò orfano di padre. La madre allora si stabilì con i due figli, Bartolomé e José, in un’altra località nota come Campo Abajo, sempre nel medesimo comprensorio di Alpuente, dove le sarebbe stato più facile tirare avanti la famiglia. Qui, nel 1816, contrasse nuove nozze con un uomo onesto e laborioso a cui Bartolomé e il fratello José prestarono obbedienza e collaborazione nel lavoro dei campi. Giunto all’età delle scelte, Bartolomé pensò di avviarsi a formare una famiglia e stabilì un’onesta relazione con una ragazza del posto. Ma questa preferì un miglior partito. L’esperienza ferì profondamente il giovane nei propri sentimenti così da spingerlo a riflettere sui valori più grandi della vita. In tal modo, cominciò a farsi strada in lui la scelta della vita religiosa. Nel medesimo distretto di Alpuente, esisteva l’antico convento francescano di Chelva, da cui i Frati Minori Osservanti svolgevano il loro apostolato in tutto il comprensorio. Nel 1825 all’età di 23 anni bussò alle porte di quel convento, dove restò sei anni come “donato” o “oblato”. Nel 1831 fu ammesso al noviziato come fratello laico con il nome nuovo di Francisco. Si trasferì quindi nel convento di San Francesco di Valencia. Nel mese di febbraio del 1832 emise la professione religiosa. Sua prima destinazione fu Gandía in una piccola comunità di frati che attendeva alla cappellania delle Monache Clarisse. Gli fu affidato l’ufficio di sacrista. A seguito delle leggi di desamortización del ministro Juan Álvarez Mendizábal nel 1835, anche Fra Francisco Pinazo dovette abbandonare il suo status pubblico di religioso e indossare abiti civili, ma continuò il suo lavoro di sacrestano presso la chiesa del monastero per undici anni. Quando apprese della possibilità di svolgere come francescano una missione in Terra Santa, sebbene avesse ormai 41 anni, decise di abbracciare questo nuovo orizzonte apostolico. Il 21 febbraio 1842 pertanto inoltrava la sua richiesta per essere accettato nella Custodia di Terra Santa. Ottenuta risposta favorevole, nel 1843 si imbarcò per la Terra Santa, dove giunse il 22 ottobre. La sua prima destinazione fu Damasco, dove rimase sei anni, con gli incarichi di cuoco e sarto. Fu poi di comunità al Santo Sepolcro, dove rimase sei mesi; quindi a Nicosia (1850), dove prestò servizio come cuoco, sarto e sacrestano della parrocchia latina; poi passò nei conventi di Nazareth (1852), Giaffa (1853), San Giovanni della Montagna (1854-1855) e al Santo Sepolcro (1856-1858). Nel 1858 fu inviato nuovamente a Damasco, come cuoco e refettoriere. Nel 1860 gli fu data la responsabilità della cura della sacrestia. In questo ruolo si trovava a Damasco quando fu martirizzato.
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