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Beato Gerardo Martino Cendrier Religioso francescano, martire

Festa: 24 gennaio

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Parigi, Francia, 16 giugno 1920 - Langenstein, Austria, 24 gennaio 1945

Gerard Cendrier, in religione fra’ Gerard Martin, nacque il 16 giugno 1920 a Parigi, fece parte del movimento scout ed entrò fra i francescani nel 1940. Venne prelevato per svolgere il lavoro obbligatorio in Germania e assegnato alla Reichsbahn di Colonia, come altri undici suoi confratelli. Si dedicò, in maniera particolare alla visita agli ammalati e, ogni settimana, visitava i 30 ospedali della città e dei dintorni, portando la Parola del Signore, ma anche libri, cibo e aiuti ai compatrioti ricoverati. In seguito al decreto nazista del 12 marzo 1943 venne arrestato il 13 luglio, interrogato e torturato nel carcere di Brauweiler, e internato a Buchenwald con il numero 81770. Fu, quindi, trasferito presso l’infermeria di Langenstein, dove morì il 24 gennaio 1945. Il 20 giugno 2025 Papa Leone XIV ha riconosciuto il martirio in odio alla fede. Il 13 dicembre seguente è stata celebrata la solenne beatificazione nella Basilica di Notre Dame a Parigi.



Gérard Cendrier nacque a Parigi il 16 giugno 1920. Nella sua prima gioventù aderì allo scoutismo. Al momento della sua promessa, il 6 maggio 1934, si impegnò ad: “essere cristiano, amare, servire, essere francese, realizzare”. Nel mese di ottobre 1939 iniziò il noviziato tra i frati minori rinunciando a proseguire gli studi di legge. Alla vigilia della vestizione, chiese ai genitori di pregare per lui, con parole che si sarebbero poi rivelate profetiche: “Che io possa indossare l'abito dei poveri, ma soprattutto che sia Cristo quello che indosso, con il quale mi unisco sempre di più, fino ad unirmi a lui sulla croce se un giorno me lo chiederà”. 
Quando, nell'agosto del 1943, fu chiamato per il servizio di lavoro obbligatorio decise generosamente di partire. Con i suoi confratelli fu inviato a Colonia a lavorare per la Reichsbahn come operaio. Intraprendente e propositivo dedicò il tempo che gli avanzava dal lavoro a tessere una rete di soccorsi tra i lavoratori francesi più bisognosi: visitare e fornire sostegno morale e spirituale ai malati e ai feriti dei trenta ospedali della città, distribuire loro libri, sigarette e dolci. Per poter fare tutto questo non tornava neppure al campo, dormiva a malapena e a volte dimenticava di mangiare. 
Quando fu individuato come attivista cattolico e religioso fu arrestato il 13 luglio 1944. Con altri militanti cattolici venne condotto nella prigione di Brauweiler e poi trasferito, il 26 agosto, al campo dell'Esposizione Internazionale (IVA) di Colonia. Il 17 settembre i prigionieri furono inviati a Buchenwald e a metà novembre Fr. Gérard fu designato per lavorare nella fabbrica sotterranea di Langenstein-Zwieberge, a 200 km a ovest di Berlino. Qui la durezza della vita era estrema: di circa 4.000 detenuti ogni giorno ne morivano 30 o 40, ed ogni mese un nuovo trasporto sostituiva i morti e i moribondi. 
Nella prigione di Brauweiler, tra il 13 luglio e il 26 agosto 1944, Fr. Gérard Cendrier fu un sostegno per i suoi compagni. Nonostante la proibizione di atti religiosi elevava la voce, così che lo potessero udire dalle altre celle, invitando a perdonare i persecutori. Nei giorni di domenica intonava i canti gregoriani e la mattina del 15 agosto 1944 ebbe la forza di cantare l’antifona Gaudeamus in onore dell’Assunta. Non esitava a condividere una fetta della sua magra razione di pane. A chi lo rimproverava della sua generosità, rispondeva: “Francesco d'Assisi, mio maestro, non avrebbe agito diversamente da me”. 
Nelle settimane successive al Natale del 1944, mentre lavorava nella fabbrica di Langenstein, le privazioni gli provocarono uno stato di debolezza estremo. Svenne più volte mentre lavorava. Il 24 gennaio 1945 uscì con questa espressione: “Domani è la festa della conversione di San Paolo; vorrei soffrire di più, affinché anche mio fratello che è miscredente trovi una via di Damasco e incontri Cristo”. Gli vennero finalmente concessi due giorni di riposo. Rifiutato dall'infermeria, mentre tornava alla baracca, sostenuto dai padri Gerbeaux e Brun, crollò nella neve e con le braccia aperte esalò l'ultimo respiro.
 Il 20 giugno 2025 Papa Leone XIV ha riconosciuto il martirio in odio alla fede. Il 13 dicembre seguente è stata celebrata la solenne beatificazione nella Basilica di Notre Dame a Parigi.

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Aggiunto/modificato il 2025-12-16

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