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Beato Arduino di Valperga Vescovo di Torino

Festa: .

† 1207

Arduino di Valperga nacque in una nobile famiglia piemontese, figlio di Emilia della Rovere, e di Arduino II conte di Valperga, che già vantava e vanterà nel corso della storia del paese numerose personalità legate all'ambito ecclesiastico. Sua sorella Berta, ad esempio, fu badessa del monastero di Busano, mentre suo nipote Bonifacio fu vescovo di Aosta. Ancora sacerdote, Arduino venne prescelto per le proprie doti da papa Alessandro III per seguire Umbaldo, vescovo di Ostia, al Congresso di Venezia del 1177 ove il Barbarossa concluse una pace con lo Stato della Chiesa. Nel 1188 venne eletto vescovo di Torino e subito iniziò una lunga querela di discordanze con signori feudali del Piemonte della sua epoca, che si protrassero anche per i suoi successori. Nel 1196 il vescovo Arduino assegnò terreni e la proprietà del castello di La Rotta ai Cavalieri Templari, che effettivamente erano già molto presenti nei territori di Testona, Villastellone, nella vicina Pancalieri e in varie aree dell'attuale Piemonte. L'edificio fu pertanto sede di un piccolo convento e di una guarnigione a protezione del vicino ponte sul Banna di cui sussistono i resti.


Fu vescovo di Torino dal 1188 al 1207. Una tradizione, che viene comunemente accolta, lo vuole discendente da un fratello di re Arduino, ma i nomi dei padre e della madre, che qualcuno gli attribuisce, sono del tutto inattendibili. Scarsa credibilità presenta anche la notizia secondo cui A. nel 1176 sarebbe stato compagno del cardinale Ubaldo, vescovo d'Ostia, in un'ambasceria inviata dal papa a Federico Barbarossa. E' certo comunque che fu eletto e consacrato vescovo di Torino nella prima metà del 1188, dopo che Milone di Cardano, chiamato nel dicembre del 1187 a reggere l'arcivescovato di Milano, ebbe rinunziato alla sede torinese. Uomo mite e conciliante, si trovò a dover fronteggiare la riottosità dei vassalli, duramente compressi dalla forte personalità del suo predecessore, il tentativo dei Comuni di Torino, di Chieri e di Testona di sottrarsi a ogni forma di controllo vescovile e di subentrare anzi al vescovo nei diritti giurisdizionali sul contado, e la minaccia di una ripresa dell'espansione sabauda con Tommaso I.
Il 7 agosto 1190, sotto determinate condizioni miranti a salvaguardare il dominio vescovile sulla località, restituì ai signori di Rivoli i loro beni allodiali, che erano stati sequestrati da Milone. Fra il 1191 e il 1193 fu in guerra con i più potenti e riottosi dei suoi vassalli, i signori di Piossasco. La pace, conclusa nel luglio del 1193, si risolse a quasi esclusivo vantaggio del Comune di Torino, che fece da mediatore e ottenne, in cambio, dal vescovo, di potersi servire in tempo di guerra dei castelli di Testona, di Rivoli e di Montosolo e di tutti gli altri dipendenti dalla Chiesa torinese. Il 25 settembre 1196 Arduino ottenne dall'imperatore Enrico VI la facoltà di rivendicare i feudi in qualsiasi modo alienati dal suoi vassalli senza il suo consenso, se gli interessati non avessero provveduto al riscatto entro sei settimane. Tra il 1198 e il 1199 scoppiarono nuove ostilità tra i signori di Piossasco e il vescovo; i primi furono appoggiati, oltre che dai signori di Cavour, dai Comuni di Chieri e di Testona, irritati per le concessioni fatte precedentemente dal vescovo al Comune di Torino, che si trovò naturalmente coinvolto nella lotta a fianco di Arduino. Pare che questi sia stato catturato e tenuto per qualche tempo prigioniero dai signori di Piossasco. Nell'ottobre del 1199 intervennero ad imporre la loro mediazione i Comuni di Asti e di Vercelli. La pace, dettata dai loro podestà e giurata da tutti gli interessati nei campi di Mairano, presso l'odiema Moncalderi, il 10 febbraio 1200, e ratificata nello stesso luogo il giorno seguente, fu poco favorevole al vescovo e al Comune di Torino, obbligati ad accettare buona parte delle rivendicazioni dei Chieresi e dei Testonesi. Lo stesso giorno il vescovo e il podestà di Torino dovettero promettere, promessa ribadita poi ancora il 30 marzo, che avrebbero reso giustizia al conte di Savoia " de his que contra episcopum et Comune Taurinense proponere voluerit "; ignoriamo però quali fossero le richieste del conte. Il 4 marzo 1204 i Comuni di Torino, Chieri e Testona strinsero tra di loro un patto di unione che implicitamente limitava la libertà dell'azione politica del vescovo. Non conosciamo le reazioni di Arduino. Pare però che egli abbia trascorso in pace gli ultimi anni. L'ultima notizia che si ha di lui è dei 7 giugno 1207.


Autore:
Axel Goria


Fonte:
www.treccani.it

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Aggiunto/modificato il 2025-02-22

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