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> Home > Sezione Servi di Dio > Servo di Dio Gaetano Nicosia Condividi su Facebook

Servo di Dio Gaetano Nicosia Sacerdote salesiano

Festa: .

San Giovanni La Punta, Catania, 3 aprile 1915 - Hong Kong, Cina, 6 novembre 2017

Nato in San Giovanni la Punta, Provincia di Catania, il 3 aprile 1915, Gaetano Nicosia andò in Cina come missionario nel 1935. Diventato Salesiano di Don Bosco nel 1937, proseguì la sua formazione salesiana e sacerdotale a Hong Kong ed a Macao, dove venne ordinato sacerdote nel 1946, presso la cappella del Seminario de São José. Dopo 17 anni di lavoro nelle opere salesiane a servizio della gioventù e dei fedeli a Macao, Hong Kong e nella Cina continentale, nel 1963 fu inviato a prendersi cura dei pazienti affetti dal morbo di Hansen nei pressi di Ká-Hó, Coloane, a Macao. Fu al loro servizio e di altri ammalati di lebbra per ben 47 anni, allo stesso tempo servendo anche l’infanzia povera ed abbandonata. Gravemente infortunato nel 2010, fu ricoverato a Hong Kong, assistito in modo particolare dalle Piccole Sorelle dei Poveri nella “St. Mary's Home”, dove morì il 6 novembre 2017, all’età di 102 anni. In data 16 luglio 2025, Mons. Sephen Lee Bun Sang, Vescovo di Macao, ha pubblicato l’Editto in vista dell’apertura della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Gaetano Nicosia.



Nato in Sicilia, a San Giovanni La Punta nel 1915 (terra di un altro grande missionario che incrocerà la sua strada ancora proprio in Asia, il padre - ora Beato - Gabriele Maria Allegra), a 16 anni decide di farsi salesiano ed entra nel collegio di Gaeta. Nel 1935 arriva in Hong Kong e nel 1939 eccolo a Macao. Nel bell’articolo di Gianni Criveller su Mondo e Missione chiamato L’angelo dei lebbrosi (da cui attingiamo alcune informazioni biografiche) ci viene rivelato il legame che c’era fra quei salesiani e don Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI: “Tra di loro c’era anche don Luigi Montini, l’unico ad avere il coraggio di visitare il villaggio dei lebbrosi abbandonato da tutti. Era cugino di Giovanni Battista Montini (il futuro beato Paolo VI), allora uno dei principali funzionari della Santa Sede. Don Montini ottenne aiuti sostanziosi per edificare una scuola agricola nella remota isola di Coloane, per orfani e rifugiati dalla Cina. Sempre grazie all’aiuto del Papa venne aperto il Collegio don Bosco. Ai salesiani fu affidato anche il Yuet Wah College, fondato nel 1925 a Canton e trasferito a Macao con 300 studenti. Nicosia insegnava catechismo e viveva con i ragazzi. Nello stesso tempo studiò teologia e, il 25 marzo 1946, fu ordinato prete presso la bella chiesa di San Giuseppe, nel seminario diocesano di Macao”.
Già, la bella chiesa dedicata a San Giuseppe nel Seminario di Macao, che ha visto centinaia e centinaia di missionari prendere il largo per evangelizzare i popoli asiatici nel nome di Cristo. Volle andare come missionario in Cina, ma ci rimase solo un anno, espulso dai nuovi padroni comunisti. Tornato a Hong Kong si dedica al lavoro assegnatogli dalla sua comunità, ma sentiva un'ansia, voleva fare e dare qualcosa di più. Ma affidiamoci ancora alle parole del padre Criveller: “Per 11 anni fu assegnato alla scuola di San Luigi di Hong Kong. Ma sentiva una certa insoddisfazione. Sognava una missione con i più poveri e soprattutto con i lebbrosi. Il nuovo superiore era disposto a lasciarlo partire per un lebbrosario della lontana Colombia. Ma prima della partenza arrivò un’inaspettata richiesta: il vescovo di Macao Paulo José Tavares chiese ai salesiani di prendersi cura del lebbrosario di Ka Ho, nell’isola di Coloane. C’erano un centinaio di lebbrosi, in stato di abbandono. Nessuno, neppure i medici assegnati dal governo, osava recarsi nell’isolato villaggio, raggiungibile solo con una barca. Vi andò, entusiasta, Gaetano Nicosia, vivendovi per ben 48 ininterrotti anni, dal 1963 fino al 2011. Già nel 1970 i risultati erano ottimi: tra le 112 persone del villaggio, 40 vennero dimesse. Nicosia si dava da fare per trovare un lavoro e sostenere finanziariamente coloro che lasciavano il villaggio, spesso vittime di stigma sociale. La gente evitava persino i familiari degli ex lebbrosi, che di conseguenza venivano rifiutati anche dalle loro stesse famiglie. Alcuni preferirono perciò tornare al villaggio di Nicosia”.
Non solo, ma portò la fede in modo tale che tutti si convertirono al cattolicesimo. Questo perché il missionario non è colui che va in un’altra terra per "apprezzare la cultura locale", ma per portare Cristo, alla cui luce ogni cultura viene vivificata e rinnovata. A che serve un missionario se tutto va già bene così com’è? Ma oggi la parola “proselitismo” da fastidio, pur se l’invito di Gesù nel Vangelo è chiaro: andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Padre Nicosia questo ha fatto, per decenni e decenni.


Autore:
Aurelio Porfiri


Fonte:
www.lanuovabq.it


Note:
Per segnalare grazie o favori ricevuti per sua intercessione, oppure per informazioni, rivolgersi al Postulatore Generale della Famiglia Salesiana: [email protected]

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Aggiunto/modificato il 2025-07-31

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