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Acerra, Napoli, 23 ottobre 1985 – Afragola, Napoli, 16 ottobre 2009
Anna Zucchini nacque ad Acerra, in provincia di Napoli e diocesi di Acerra, il 23 ottobre 1985. Venuta alla luce con parto prematuro, subì un grave danno alla retina a causa dell’esposizione eccessiva alla luce dell’incubatrice e al mancato utilizzo di idonee protezioni. Aiutata dalla sua famiglia e dalla fede che in essa respirava, Annarella, come la chiamavano con affetto i conoscenti, affrontò i disagi causati dalla sua condizione fisica. Frequentò la scuola fino alla terza media presso l’Istituto Martuscelli di Napoli, specializzato per l’educazione delle persone non vedenti. Dal giorno della sua Prima Comunione crebbe in lei l’amore per la preghiera, per la Parola di Dio e per le vite dei Santi. Confortava quanti venivano a visitarla nella sua casa di Afragola, invitandoli alla preghiera e all’unione con Dio, tanto che in lei parve a molti di ravvisare segni di una spiritualità particolare. Morì per arresto cardiaco, nella sua camera, alle 4 del mattino del 16 ottobre 2009, sette giorni prima del suo ventiquattresimo compleanno. I suoi resti mortali riposano nel cimitero cittadino di Afragola.
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Anna Zucchini nacque nella clinica “Villa dei Fiori” ad Acerra, in provincia di Napoli e diocesi di Acerra, il 23 ottobre 1985, figlia di Raffaele Zucchini ed Emilia Ancudine, preceduta dalla sorella Maria. Il parto fu indotto al quinto mese e mezzo di gravidanza: lo stesso giorno, alcune ore prima, la madre e il padre erano stati aggrediti a scopo di rapina nella macelleria che gestivano ad Afragola; in seguito allo spavento, non avevano avvertito più i movimenti del feto. Contrariamente alla diagnosi dei medici, la bambina venne alla luce viva, con un peso di 1350 chili, fatto sorprendente visto il punto della sua gestazione. Sugli occhi, secondo la prassi ordinaria, avrebbero dovuto essere applicate delle bende di protezione per evitare che la luce artificiale, troppo aggressiva, causasse danni irreparabili alla vista, ma ciò non avvenne: le retine di entrambi i bulbi oculari risultarono bruciate. Nei mesi seguenti, Anna fu sottoposta a una serie di cure, sia in Italia che negli Stati Uniti d’America, precisamente a Boston. Mediante questi trattamenti, ma soprattutto grazie all’amore e alla fede della sua famiglia, superò le difficoltà causate dalla sua condizione fisica. Fu battezzata l’11 aprile 1986 nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie ad Afragola, in provincia e diocesi di Napoli. Frequentò l’asilo presso la scuola “Santa Teresina del Bambino Gesù” di Afragola, affidata alle Religiose Francescane di Sant’Antonio. Successivamente, per rispondere alle sue esigenze, fu iscritta all’Istituto Domenico Martuscelli di Napoli, struttura specializzata per i non vedenti, dove frequentò le scuole, dalle elementari fino alla terza media. Successivamente partecipò a vari progetti per portare a termine il ciclo scolastico. Per garantirle il corretto sviluppo psicomotorio, frequentò anche il “Centro Aias” di Afragola, dove seguì diverse attività terapeutiche come la logopedia, musicoterapia, nuoto e ippoterapia. Fin da bambina Annarella, come la chiamavano i suoi conoscenti, nonostante le sue debolezze fisiche, mostrò la ricchezza dei suoi doni, la sua vivacità, il suo sorriso contagioso e rincuorante. Dalla sua persona traspariva uno spirito di dolcezza e di spontaneità. Il suo rapporto con la preghiera s’intensificò dalla sua Prima Comunione, celebrata il 24 settembre 1995 nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Afragola, dove aveva frequentato anche il catechismo. Quel giorno era molto felice e sembrava che non aspettasse altro, tanto che cominciò a desiderare di ricevere l’Eucaristia tutti i giorni. Quando si recava a Messa con la famiglia, in parrocchia o nel santuario di Sant’Antonio di Padova nella stessa Afragola, partecipava alla celebrazione con attenzione e profondo raccoglimento. Oltre all’amore per l’Eucaristia unì anche quello per il Santo Rosario, che amava recitare coinvolgendo le persone che si trovavano a casa sua, soprattutto quando percepiva che volessero spettegolare su un qualsivoglia argomento. Un altro suo amore era la recita alla Coroncina alla Divina Misericordia, che aveva imparato a scuola sin da bambina. Le piaceva altresì farsi leggere la Parola di Dio, che ascoltava in silenzioso raccoglimento, e le vite dei Santi. Dalle loro storie traeva insegnamenti che dispensava a chiunque andasse a trovarla: ad esempio, ricordava che con la preghiera e con i sacrifici si ottengono i favori celesti. Annarella ha vissuto in pienezza la virtù della fede, nonostante le sue limitazioni fisiche; non si è mai lamentata e nella sofferenza ha risposto con amore e pazienza, suscitando meraviglia in tutti coloro che la conoscevano. Amava Dio con tutta la forza della sua anima ed in Lui trovava forza per esercitare tutte le altre virtù, tra cui primeggiava quella della carità. Infatti, quando qualche persona bisognosa bussava alla porta di casa, lei, pur non vedendo, soleva dire: «Mamma, mamma, dai del cibo, vestiti e tutto quello di cui hanno bisogno». Col passare del tempo, diverse persone, oltre ai parenti si recavano da lei, non solo per farle visita, anche per ricevere un consiglio o “assaporare” un momento di pace e di serenità. Anna sembrava avere il dono di leggere i cuori delle persone che si avvicinavano a lei. Riceveva spesso persone colte, ignoranti e semplici: tutte le affidavano sofferenze e angustie, di cui si faceva carico. Donava parole di conforto, di speranza, di pace e di gioia; tuttavia, non mancava di muovere anche qualche rimprovero, quando era necessario. Anche alcuni sacerdoti la conobbero direttamente. Uno di essi fu don Raffaele Tuccillo, sacerdote diocesano, che in quegli anni ricopriva il servizio di cappellano del cimitero di Afragola, ed era amico della famiglia Zucchini: nell’intuire le particolari virtù della ragazza, volle ogni giorno portarle l’Eucaristia. Inoltre, don Raffaele dichiarò di aver visto apparire alcuni segni particolari sulla sua schiena, simili a una croce e a un calice: lei offriva in silenzio, in unione alla Passione di Cristo, il dolore che le causavano. Anna nacque al cielo alle 4 del mattino del 16 ottobre 2009, a causa di un arresto cardiaco; mancavano sette giorni al suo ventiquattresimo compleanno. Al pianto inconsolabile dei parenti, che circondavano il suo letto, si unì presto quello di tanta gente. Il giorno seguente, alla celebrazione esequiale, svolta nella Cappella madre del Cimitero di Afragola, un fiume di fedeli diede l’ultimo saluto alla cara Annarella. Gli occhi del popolo di Dio, durante la celebrazione, erano rivolti a quella bara di noce scuro deposta ai piedi dell’altare; fu una partecipazione sentita e corale. Dopo tre anni, il 28 novembre 2012 su richiesta del sacerdote padre Luigi Arena e con il permesso del Vescovo Ausiliare di Napoli monsignor Antonio Di Donna, il corpo di Anna fu riesumato e trasferito in un loculo dove tuttora si trova. Durante la riesumazione il corpo è stato trovato in buono stato di conservazione e ancora elastico. Dal giorno dei funerali, ma anche dopo la riesumazione, la tomba di Anna è meta di un numero crescente di fedeli che si reca lì per pregare e per cercare conforto e speranza. Numerose sono le testimonianze di grazie spirituali e corporali di quanti si affidano a lei soprattutto nei momenti difficili.
Autore: Maria Zucchini
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