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Jedlińsk, Polonia, 10 giugno 1902 - Nałęczów, Polonia, 2 novembre 1980
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Piotr Golebiowski è nato il 10 giugno 1902 a Jedli ńsk, vicino a Radom, in Polonia. Ha studiato al seminario di Sandomierz dopo aver completato gli studi nel 1919 e successivamente ampliato la sua formazione presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, dove ha conseguito dottorati in filosofia e teologia. È stato ordinato sacerdote il 12 ottobre 1924. La sua gioventù e la sua formazione sono stati segnati dall'intensità accademica, dalla disciplina spirituale e dalla preparazione a una vita di servizio pastorale in una Polonia che si ricostruiva dopo la prima guerra mondiale. Durante la guerra e il dopoguerra, Golebiowski ha combinato insegnamento, lavoro pastorale e amministrazione ecclesiastica. È stato insegnante di apologetica e morale al seminario di Sandomierz dal 1929, e dopo la seconda guerra mondiale è tornato alla vita accademica dopo un periodo nella pastorale parrocchiale. Nel 1957 è stato consacrato vescovo ausiliare di Sandomierz e titolare di Panium, e nel 1968 è stato nominato amministratore apostolico della diocesi. La sua epoca episcopale coincise con la fase del comunismo in Polonia, che esigeva da lui prudenza, fedeltà e un incrollabile zelo apostolico. Spirito contemplativo e pratico, Golebiowski ha vissuto il suo ministero con una combinazione di umiltà, erudizione e amore per i fedeli. Il suo motto “Maria spes nostra” (Maria nostra speranza) riassumeva la sua devozione mariana e la sua visione pastorale. Ha partecipato ai difficili anni del Concilio Vaticano II, anche se le sue condizioni politiche gli hanno impedito di partecipare a tutte le sessioni. Morì il 2 novembre 1980, mentre celebrava la Messa a Naleczów. La sua tomba è nella cripta della cattedrale di Sandomierz, e nel 1994 è iniziata la sua causa di beatificazione, essendo riconosciuto come Servo di Dio per la sua fedeltà sacerdotale e vescovo. La vita di Golebiowski è una testimonianza più che di un uomo, è quella di una Chiesa che persevera nei tempi avversi. La sua fedeltà in mezzo all'oppressione ideologica, la sua dedizione allo studio e all'insegnamento e il suo servizio ai più poveri lo fanno un modello contemporaneo di pastore in linea con il Vangelo. La sua figura risuona oggi in Polonia e oltre come una luce di speranza, difesa della dignità umana e servizio ecclesiale. Nel contesto storico della Polonia della metà del XX secolo, il suo ministero si inserisce in una lotta per la fede, la libertà e la verità, in comunione con la Chiesa universale.
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