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Pier Luigi Baima Bollone

Festa: Testimoni

Torino il 23 aprile 1937 - 5 novembre 2025


«Per la scienza la questione è aperta, ma l’autenticità del Sacro Lino è ipotesi fondata e plausibile», questo aveva dichiarato al settimanale «Credere» (13 aprile 2025) il professor Pier Luigi Baima Bollone, il celebre studioso della Santa Sindone a livello internazionale. Nell’ultima intervista Baima Bollone, nato a Torino 88 anni fa, il 23 aprile 1937, aveva detto «Io ci credo: nella Sindone è risorto Gesù» e in quell’occasione veniva annunciata la pubblicazione (24 aprile) del suo ultimo libro dedicato alla regina di tutte le reliquie, conservata nel Duomo di Torino, dal titolo Gesù e la Sindone, edito dalla San Paolo.
La professoressa Franca Giusti, da quarant’anni amica della famiglia Baima Bollone, ci rivela: «Il professore non è scomparso, è andato dove sapeva di essere diretto. Sono stata accanto a lui insieme ai suoi familiari fino alla vigilia della sua scomparsa. Ai suoi funerali, celebrati da Monsignor Guido Fiandino, vescovo emerito di Torino, la chiesa della Beata Vergine delle Grazie della Crocetta era gremita. Pier Luigi Baima Bollone era un gentiluomo d’altri tempi, un luminare nell’ambito della medicina legale e nella sindonologia; appariva burbero, in realtà era fine di sentimenti, con un immenso cuore. Non solo veniva coinvolto in prestigiosi convegni, ma divulgava la conoscenza sindonica a giovani e meno giovani generosamente».
Franca Giusti, presidente dell’Associazione ChaTo, Chambéry – Torino in viaggio con la Sindone (con il padre Franco, scomparso nel maggio del 2024, è stato possibile creare i «Percorsi Sindonici», riunendo idealmente i territori della Savoia con quelli del Piemonte in un itinerario-pellegrinaggio che, ispirandosi alle testimonianze storiche ed artistiche della Sindone relative ai suoi trasferimenti da Chambéry a Torino – compiuti anche in circostanze pericolose per via degli ugonotti che intendevano distruggere il Sacro Telo o di coloro che volevano rubarlo – ha valorizzato tali tappe devozionali, naturalistiche e culturali)  ha scritto anche un libro con Baima Bollone, dal titolo La notte della prova. La conferenza dimenticata e il verbale ritrovato, edito da Kemet, testo nel quale si parla del noto egittologo Silvio Curto che nel 1969 venne invitato a studiare la natura del telo sindonico; nel 1977 egli tenne una conferenza e ne lasciò traccia in una pubblicazione per anni dimenticata, poi ritrovata e riprodotta in questo saggio. Nella notte fra l’8 ed il 9 ottobre 1978, un’équipe di scienziati e ricercatori europei e statunitensi prelevò, al primo piano della biblioteca di Palazzo Reale di Torino, campioni di pollini e fili dalla Sacra Sindone. L’interessantissima cronaca di quella notte è stata registrata fedelmente in queste pagine, anche grazie al ritrovamento del verbale manoscritto. 
La professoressa Paola Carlotta Conti Puorger Maki di Ann Arbor (Michigan) ha inviato per le esequie un messaggio che Franca Giusti ha letto pubblicamente: «Con il cuore sono con voi a Torino per la celebrazione del ritorno al Padre e della entrata nella Vita, dell’illustre medico e uomo di Fede Pier Luigi Baima Bollone. Lo ringrazio ancora per la conferenza del 6 settembre al Santo Volto [chiesa di Torino, ndr] che ho condiviso con il gruppo e durante la quale abbiamo potuto partecipare al suo ultimo sapiente intervento ed alla conferma dei Suoi studi. Il Signore sappia ricompensarlo e colmarlo di Gioia alla Sua Presenza; potrà ora contemplare la Luce e la Gloria di quel Volto che lui ha tanto studiato, difeso e amato».
Uomo di fede e di scienza, personalità di grande rettitudine e serietà, Baima Bollone nel 1972 assunse la cattedra di Medicina legale alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Torino, dove rimase ordinario di tale disciplina per oltre trent’anni, formando generazioni di medici e di giuristi grazie anche al suo manuale Medicina legale che continua ad essere editato. Le sue competenze nel campo della medicina forense lo condussero a diventare consulente tecnico in procedimenti giudiziari, applicando così le sue conoscenze e le sue intuizioni nel ricostruire le dinamiche delle diverse morti e delle vicende criminali. Tuttavia, in parallelo, prese a studiare il Sacro Lino, di cui era già profondamente interessato a causa dei racconti che da bambino gli facevano i suoi cattolici genitori. Così, dal 1976 prese ad occuparsi scientificamente della Sindone.
Proprio in quel tempo Baima Bollone si occupava di tracce ematiche a Medicina legale e don Piero Coero Borga, all’epoca rettore della Confraternita del Santo Sudario di Torino e segretario del Centro internazionale di Sindonologia, che il professore definiva «il papà della Sindone», gli chiese un parere tecnico. La risposta arrivò con una lettera nella quale il medico legale dettagliò ciò che avrebbe fatto per comprendere l’origine delle tracce ematiche del Sacro Telo. Fu l’inizio del percorso che lo portò a diventare uno dei massimi esperti mondiali della Sacra Sindone, arrivando a dedicarle ben 24 libri e oltre 160 articoli scientifici, molti dei quali con un approccio interdisciplinare.
Nel 1978 furono autorizzate le prime analisi scientifiche sulla Sacra Sindone e Pier Luigi Baima Bollone fu scelto fra i ricercatori ammessi a prelevare campioni microscopici di fibre per l’analisi; su di essi identificò sangue umano di gruppo AB, oltre a tracce di aloe e mirra, sostanze che gli fecero datare il Sudario al I secolo, , sgretolando le ipotesi contrarie, dalla radiodatazione del Carbonio 14, ormai divenuta inattendibile, all’irrealistica ipotesi di un manufatto. 
Altra sua importante scoperta è l’aver individuato il DNA presente sul tessuto. Oltre il sangue di Cristo, infatti, Baima Bollone ha potuto riscontrare quello lasciato dalle donne che hanno tessuto il Sacro Lino e quello delle Clarisse che lo rattopparono e rammendarono quando rimase in alcune parti bruciato a causa dell’incendio che scoppiò nella notte fra il 3 e 4 dicembre 1532 nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire a Chambéry. Da qui nacquero controversie con altri scienziati scettici, ai quali, fino alla fine, ha risposto con la convinzione che verso la Sindone c’è incredulità perché molti si ribellano all’idea di un Dio che viene sulla terra per diventare un uomo in carne e ossa. Ha spiegato in un’intervista, uscita su «Il Timone» il 20 aprile 2015, per confutare coloro che lo attaccavano e probabilmente continueranno ad attaccarlo perché, come ben si sa, la “verità offende”: «L’educazione che ho ricevuto e il mio senso della spiritualità non hanno niente a che vedere con le convinzioni che ho sulla Sindone. Sono certo, per ragioni razionali e scientifiche, che quello di cui stiamo parlando sia il Lenzuolo con cui è stato avvolto Gesù Cristo duemila anni fa. Lo direi anche se fossi ateo. E tra i ricercatori che credono nella sua genuinità ci sono numerosi ebrei, protestanti e agnostici».
D’altra parte, la tradizione di Santa Madre Chiesa quando parla è perché sa quel che dice: se i Pontefici si sono occupati della Sacra Sindone è perché c’è sostanza di credibilità. Paolo II (1417-1471) e Sisto IV (1414-1484) si interessarono personalmente, consentendo l’elevazione in collegiata della chiesa di Chambéry e successivamente la sua denominazione in Sainte-Chapelle, dove i duchi di Savoia custodivano e veneravano la solenne e più importante reliquia al mondo di tutti i tempi. Su istanza del duca Carlo II di Savoia (1486-1553), papa Giulio II (1443-1513) approvò, con bolla datata 26 aprile 1506, il culto pubblico in tutte le chiese del ducato, l’ufficio della Sacra Sindone e la Messa solenne, la Missa Sanctissimae Sindonis, procedendo anche al riconoscimento di una festa liturgica, fissata al 4 maggio, ancora oggi universalmente rispettata. La scelta della data non fu casuale, il 4 maggio è legato agli uffici del Sacro Volto: in quel giorno, in alcune diocesi, si festeggiava santa Veronica. Esiste nella pietà popolare una relazione profonda fra la tradizione del velo della Veronica e il Santo Sudario. Il rapporto fra le reliquie e la loro origine è un tema molto importante per la cattolicità, come il germinare nei secoli e nelle nazioni più diverse di centri di culto con il corollario di liturgie, devozioni, tradizioni… uno straordinario caleidoscopio di orazioni, musiche, cori ed iconografie, dove sono raffigurati anche i santi che si sono inginocchiati per venerare il Sacro Telo, hanno attraversato i secoli, giungendo a noi mediante le testimonianze pittoriche lasciate non solo nelle chiese, ma persino su semplici case di montagna e di pianura e lungo preziosi percorsi ritrovati grazie a ricercatori e studiosi. 


Autore:
Cristina Siccardi


Fonte:
www.corrispondenzaromana.it

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Aggiunto/modificato il 2025-11-12

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